martedì 26 gennaio 2010

L’Italia censura la diffusione di video in rete


Si consolida la deriva totalitaria della nostra società: dopo la sciagurata adesione del nostro Governo al Trattato di Lisbona ed al Codex Alimentarius ecco che si profila una paventata quanto imminente (altra) gravissima censura della libertà d'informazione.
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Articolo di Politica interna, pubblicato il 18 gennaio 2010 in Francia.
[Le Nouvel Observateur]

Ripreso da INFORMARMY

Un decreto impone ormai un’autorizzazione per poter diffondere dei filmati sulla rete. L’opposizione critica un attacco alla libertà d’espressione.


In Italia i video su internet hanno i minuti contati.

Secondo un decreto adotatto dal Parlamento italiano e che entrerà in vigore il prossimo 27 gennaio, al fine di “diffondere e distribuire su internet immagini animate, accompagnate o meno dal sonoro”, è ormai obbligatoria un’autorizzazione rilasciata dal ministero italiano delle Comunicazioni.
La legge assoggetta la trasmissione di immagini sulla rete alle stesse regole caratteristiche della televisione, che richiedono ad ogni diffusione un’autorizzazione preliminare rilasciata dal ministero delle Comunicazioni, è una limitazione incredibile al modo di funzionamento di internet”, ha ricordato sul suo blog Paolo Gentiloni, ex ministro delle Comunicazioni e membro dell’opposizione. “Tale decreto è un vero e proprio scandalo”, ha aggiunto.
Siti di condivisione di video, come YouTube, saranno sottoposti agli stessi obblighi a cui è sottoposta la RAI.


“L’applicazione di una direttiva europea”


La legge è già largamente condannata dall’opposizione, da differenti associazioni così come da aziende del digitale, che parlano di un attacco alla libertà d’espressione. Il viceministro allo Sviluppo economico con delega alle Comunicazioni, Paolo Romani, insiste sul fatto che “questa legge non è altro che l’applicazione della direttiva europea 2007/65/CE" Per Nicola D’Angelo, commissario dell’autorità delle Comunicazioni, tale legislazione è contraria allo spirito della direttiva europea. L’Italia diviene “l’unico paese occidentale nel quale è necessaria un’autorizzazione preliminare del governo prima di utilizzare questo genere di servizi”, aggiunge. “Questo aspetto costituisce un rischio per la democrazia.”
Dal canto suo, l’associazione per la difesa della libertà d’espressione Articolo 21 denuncia delle “restrizioni” che “impediranno la testimonianza della vita degli italiani sotto forma d’immagini animate su internet.”
Paolo Romani si difende: “Il decreto non intende censurare l’informazione sulla rete, e ancora meno influire sulla possibilità d’esprimere le proprie idee ed opinioni attraverso blog, reti sociali.”


Conflitto d’interessi per Silvio Berlusconi

Altri puntano sul conflitto d’interessi di fronte a cui si trova Silvio Berlusconi, primo ministro italiano e proprietario della rete televisiva Mediaset. In effetti, con questa nuova legge, i siti di condivisione di filmati saranno privati degli estratti di trasmissioni diffuse sui canali del gruppo Mediaset. Mediaset ha accusato YouTube di violazione dei diritti d’autore, citandolo per 500 milioni di euro.

Google, proprietario di YouTube, in un’intervista a bloomberg, si è dichiarata “un po’ inqueta” per la nuova legge italiana.
Inoltre, il gruppo non ha così più da temere la concorrenza delle televisioni su internet. Per Alessandro Gilioli, giornalista e blogger di L’Espresso, questa legge mira a polverizzare la concorrenza delle TV sulla rete. “È il metodo Berlusconi [...] ammazzate i vostri nemici intanto che sono piccoli. Ecco perchè tutti quelli che fanno TV-internet, devono ottenere un’autorizzazione dal Governo e superare una miriade di barriere amministrative”, osserva.
In attesa, il decreto deve essere mandato dall’opposizione dinanzi il Consiglio di Stato italiano.



[Articolo originale "L'Italie censure la diffusion de vidéos sur Internet" di Nouvel Observateur]
Fonte: http://italiadallestero.info/archives/8766