sabato 17 aprile 2010

CAMBIAMENTI


Poche cose saranno apparse eterne ed immutabili, ai nostri progenitori, come le rocce ed il profilo delle montagne; eppure l'Uomo ha gradualmente compreso che anch'essi mutano come muta qualsiasi altra cosa nell'universo anche se in base a ritmi diversi dai suoi, tanto lenti che l'arco della sua esistenza sulla Terra non è possibile apprezzarli sensorialmente.
Eppure, grazie alla sua capacità analitica egli si è reso conto che un'immensa massa di roccia si comporta in realtà, in tempi sufficientemente lunghi, come un fluido che possiede una sua ben precisa viscosità. E così si è reso conto che i continenti se ne vanno galleggiando alla deriva e quando collidono la loro superficie s'incurva e si piega, e talvolta si spezza quando le forze in gioco superano una certa soglia ed i tempi di adattamento alla nuova forma diventano troppo brevi perché la roccia si comporti come un fluido.

Secoli di osservazione scientifica ed accumulo di dati e misurazioni ci dicono e ci confermano che è così, lo abbiamo appurato in questo nostro ultimo istante di presenza sulla Terra se lo confrontiamo con le centinaia di migliaia di anni, se non di milioni, della nostra evoluzione vissuti parallelamente a noi dalle rocce e dalla Terra stessa come un breve dispiegamento delle sue estremità.
Riusciamo quindi a renderci conto di cambiamenti così apparentemente invisibili e protratti nel corso di ere enormemente più lunghe della nostra esistenza ma a volte perdiamo la coscienza di cambiamenti che si verificano nel corso della nostra breve vita.

I cambiamenti sociali in particolare, hanno la tendenza ad essere metabolizzati così rapidamente dalle masse che (troppo) velocemente esse perdono il ricordo della situazione precedente. Questo oblio è favorito dalla cosiddetta Istruzione e dai mezzi d'informazione (ufficiale) che, col metodo dellla deviazione dell'attenzione verso tematiche avulse, negazioni e riscritture della Storia riescono a rimuovere in tempi sorprendentemente brevi la coscienza collettiva del passato reale ed a sostituirla con memorie sintetiche, funzionali allo scopo e Politicamente Corrette, sulla scorta dei falsi ricordi innestati dai genetisti della Tyrell Corporation agli androidi di Blade Runner.

Cambia-menti dunque e non più "cambiamenti".
Nel nostro recente passsato, sappiamo ad esempio di essere sopravvissuti ad una guerra assurda (mi riferisco alla 2a denominata "mondiale") soprattutto per le sue motivazioni ma con le censure e le rimozioni operate da chi è abilitato dai vincitori a redigere i riporti storici, non ci viene dato di sapere quali tensioni e quali tendenze, necessariamente di ordine economico e quindi imperialistico, abbiano realmente fatto precipitare l'umanità in una delle sue guerre più globali.
Non ci ricordiamo più che entrambi gli schieramenti, a partire dai nazisti tedeschi e non solo, erano supportati dagli stessi "sponsor" americani, così come nella storia più recente non ci ricordiamo che sia Obama che il suo apparente rivale McCaine erano (e sono ancora?) finanziati dalla stessa banca, proprio la stessa che determina almeno a grandi linee le sorti del nostro Paese;
ci viene costantemente rinnovato il ricordo dei campi di concentramento tedeschi ma si è praticamente persa memoria di quelli inglesi;
si tramanda con cura ai posteri il ricordo delle malefatte del regime (di qualsiasi regime sconfitto dalla storia) ma non tutto l'eventuale impegno profuso per dare dignità civile e progresso al Paese ed ai suoi cittadini: i "cattivi" (leggi più correttamente: "perdenti") sono storicamente incapaci di compiere buone azioni.

Così come è sufficiente utilizzare dei termini (in)appropriati per stravolgere il senso di un racconto: se definisco "liberazione" quella che da un altro punto di vista è stata un'occupazione ecco che i ruoli di buoni e cattivi s'invertono e si confondono nel ricordo dei posteri.
Ad esempio tutti sanno - ma negano a loro stessi - che il fascismo aveva estirpato il fenomeno della mafia dal Paese e che furono gli americani a reintrodurlo in Sicilia in base ad uno scellerato accordo raggiunto col detenuto Lucky Luciano allo scopo di pianificare il loro sbarco grazie a chi conosceva ed era in grado di amministrare il territorio; ciò nonostante, pare che nella memoria collettiva il fine giustifichi i mezzi e al giorno d'oggi chi si lamenta e combatte contro la mafia pare aver dimenticato che una volta Mafia e Stato erano veramente due entità separate e che per un breve periodo era quest'ultimo ad aver vinto... .
Se qualcuno non è ancora convinto del fatto che il nostro sia stato (ed è ancora) un Paese occupato, allora mi spieghi cosa ci fanno sul nostro territorio 123 (almeno di quelle riconosciute come tali) basi americane, una novantina di LORO testate atomiche, la costante presenza e ingerenza nei "nostri" affari e nella nostra storia dei loro Servizi Segreti, perché all'improvviso ci siamo messi a festeggiare Halloween, a mangiare immondizie da fast-food e soprattutto perché non godiamo di sovranità territoriale (nemmeno) sui nostri cieli.

Forse tra gli Afgani o tra gl'Iracheni ci sarà ancora qualcuno cosciente del fatto che lo zio Tom non dovrebbe trovarsi proprio di casa nei loro Paesi e che se i figli cominciano a parlare di preferenza una lingua diversa da quella dei loro padri, qualche problema ci deve pur essere .

Per avere un riscontro documentato dei cambiamenti sociali che sono avvenuti negli ultimi 50 anni, suggerisco ai più mattinieri (o nottambuli, a seconda del punto di vista...) di rivedere col senno di oggi alcuni dei cinegiornali "d'attualità" che si usava proiettare a cinema prima dell'inizio del film: li ha trasmessi anche Rete Quattro ogni mattina feriale dello scorso inverno a partire dalla 4:45 circa dopo una breve rubrica ancora in onda nella quale Roberto Gervaso spara qualcuna delle sue arguzie emergenti da una concezione desueta ed originale di concepire la realtà.
Più o meno sponsorizzati e confezionati da brillanti registi (tra cui Antonioni, Fellini, Visconti, ecc.) e giornalisti dell'epoca, questi filmati ci danno un'idea precisa di QUANTO sia realmente cambiata la società e di come siamo cambiati noi stessi; non a caso la rubrica televisiva ad essi dedicata è intitolata come un famoso film di Sidney Pollack del '73: "Come eravamo".
In ognuno di questi brevi filmati, tutti più o meno ambiguamente a cavallo tra la fiction ed il documentario, si può ravvisare qualche azione o qualche esternazione, sia ad opera degli autori che degli altri coinvolti, che oggi sarebbe perseguita penalmente come apologia di reato, istigazione a delinquere, violazione dei diritti d'autore, della privacy o di che altro ancora che all'epoca a nessuno sarebbe mai venuto in mente di contestare, trattandosi di specchi veritieri di un'ingenua ed ancora abbastanza libera società.

Ecco, oggi adesso non abbiamo la possibilità di contestare la realtà: in ossequio al Politicamente Corretto (cioè anche falso purché allineato) si fa presto a denunciare e demonizzare quelli che cercano solo di dire la verità ma che per farlo infrangono qualche legge che "sembra" fatta apposta per impedire al cittadino di difendere i proprio diritti e la propria libertà.
E pensare che il Codice che definisce il nostro concetto di Diritto risale in gran parte al '39, un periodo in cui nel nostro Paese vigeva un Regime inflessibile ed in parte inviso alla popolazione ma che in larga parte era stato capace d'individuare a grandi linee leggi che garantivano abbastanza (per l'epoca) la vita di diritto di ogni cittadino; successivamente integrato e corretto (ma non stravolto, nonostante il cambio di regime!) fino ad elencare un numero incredibile (circa 350.000) di articoli, postille ed eccezioni che NESSUNO conosce per intero (come per il Trattato di Lisbona), ora è diventato uno strumento che, lungi dal garantire il cittadino, garantisce di fatto solo lo Status Quo, a scanso di cambiamenti.