lunedì 2 aprile 2012

Ritorno all'anormalità

L'inverno appena trascorso si è distinto in maniera più marcata del solito rispetto alle stagioni ad esso vicine ovvero si è visto finalmente un inverno... inverno e non una brutta copia dell'autunno o della primavera come accadeva ormai di consueto negli ultimi anni.
Com'è giusto che sia, freddo, grandine e neve non sono mancati ed ancora un paio di settimane fa, sul Monte Cervati non si riusciva a salire in auto oltre i 1400mt di quota a causa della neve accumulata sulle strade durante l'inverno.

Ed ho avuto modo osservare la coincidenza tra una stagione invernale così decisa e l'insolita latitanza di fenomeni apprezzabili o continuati derivanti da irrorazioni aeree.
La conclusione immediata sarebbe quella di accreditare proprio all'assenza o quanto meno alla forte riduzione di irrorazioni aeree, la manifestazione di un inverno normale cioè completo delle manifestazioni atmosferiche che lo rendono diverso dalle altre stagioni.
Non credo sia un'ipotesi da scartare, in quanto se le coperture artificiali (per i media di regime: "innocue velature" che purtroppo innocue non sono di certo) comportano un effetto serra, è logico aspettarsi una mitigazione dei fenomeni tipicamente invernali e così è stato negli ultimi anni in cui era difficile godersi una giornata d'inverno senza scie chimiche.

Oggi pare che la calma sia finita, ed avendo passato la giornata all'aperto più del solito ho notato come si siano dati da fare in grande stile a metà giornata una di quelle coperture artificiali del cielo alle quali purtroppo ci avevano già abituato.

Segue una sequenza di foto scattate tutte in giornata in cui è possibile apprezzare le operazioni in corso e la drammatica conseguenza della copertura artificiale.
L'effetto finale consisterà nella ricaduta di almeno una parte del particolato che andrà ad inquinare terreni e falde della nostra disgraziata zona.
E' possibile cliccare sulle foto per vederle più grandi.

Da sottolineare - se mai ce ne fosse bisogno, ad uso delle persone dalla indefessa fede "sciacondensara" - che le condizioni meteo della giornata erano del tutto proibitive alla formazione di scie di condensa, oggi peraltro non viste.
La giornata infatti è stata caratterizzata anche in quota da venti (relativamente) secchi e caldi provenienti dai settori meridionali con lo zero termico posto al di sopra dei 3000mt.
Ricordiamo invece i parametri indispensabili per la formazione delle scie di condensa che prevedono la simultaneità di temperature inferiori ai 40°C sotto zero ed umidità relativa superiore all'80%; il tutto tassativamente a quote non inferiori agli 8000mt mentre le scie di oggi erano rilasciate visibilmente al di sotto dei cumuli (è noto che la quota massima di formazione dei cumuli è di 2300mt).

In questi casi, l'utilizzo di lenti polarizzate permette di rilevare facilmente anche i fenomeni rifrattivi, dovuti alle sostanze utilizzate, che il biancore diffuso impedisce di apprezzare ad occhio nudo.
Ed oggi infatti, così attrezzati si potevano così notare diversi arcobaleni artificiali.

Un brutto ritorno alla realtà ma parallelamente un monito a non abbassare la guardia e continuare a combattere TUTTE le manifestazioni dell'incipiente Nuovo Ordine Mondiale.

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Aggiornamento del 3/04

Le piogge annunciate per la notte non si sono verificate:
SE i meteorologi avevano azzeccato la previsione, vuol dire che le irrorazioni di ieri hanno sortito (tra gli altri ipotizzabili) un effetto disseccante sull'atmosfera a causa del probabile utilizzo di sali di bario.

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Aggiornamento del 5/04

Mi è sembrato inutile inserire un post dedicato allo stesso evento, visto che dalla "anormalità" appena trattata a quella successiva, relativa al giorno 4/04, non c'è stata in pratica soluzione di continuità.
Ieri infatti, allontanandomi dalla mia abituale residenza per circa 100km in linea d'aria verso la Lucania nella zona del Monte Sirino (PZ) e rimanendo a quota >1500 per diverse ore prima di fare ritorno  in sede, ho potuto apprezzare (si fa per dire) un'orrenda cappa biancastra attraverso la quale la luce del sole, così opacizzata, quasi non proiettava ombre per terra e che è perdurata tutta la giornata in tutta la zona percorsa in senso circolare dal Cilento alla meta del viaggio per poi rientrare attraverso il Vallo del Diano, insomma una copertura totale probabilmente condivisa dal resto... dell'ex Regno delle due Sicilie.

Ma inconcepibile è soprattutto che ben pochi notino stranezze del genere: una foschia così densa e duratura (fino al tramonto!) in condizioni di temperature quasi estive (fino a 31°C letti su di un termometro portatile) ed uno scarsissimo (per i luoghi) valore di umidità relativa percepibile.
Solo al di sopra di tale fenomeno era possibile notare  occasionalmente qualche piccolo cumulo "di bel tempo" che denunciava delle condizioni meteo naturali ben diverse da quelle apprezzabili.
Una cosa mi pare indiscutibile: una foschia così strana non può essere formata da vapore acqueo.

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Aggiornamento del 6/04

La giornata di ieri è trascorsa con la consueta mitigazione dei fenomeni atmosferici contemporanea ed immediatamente successiva a periodi di intense irrorazioni aeree, così le previste ed annunciate piogge si sono trasformate in una nuvolosità permanente che i meteorologi di regime definirebbero "innocua" e d il temporale previsto nel primo pomeriggio in una pioggia non troppo convinta... .