venerdì 7 luglio 2017

La funzione sviluppa l'organo

Fin dagli anni '70 - "gli anni delle moto" per elezione - gran parte dei miei compagni motociclisti erano fermamente convinti che il fatto che su strada trovassero grosse difficoltà a mantenere il mio passo, fosse da ascrivere alle mie capacità di velocista.
In realtà, ero pienamente cosciente di essere un discreto guidatore ma soprattutto molto attento e competente nella scelta e nella messa a punto delle moto che utilizzavo, spesso
ritenute di minori attitudini velocistiche rispetto alle loro cavalcature. Certo nessuno si sognava di ritenere "inferiore" alle altre moto la mia RD350 YPVS [vedi foto e visita link] ma comunque penso non comprendessero appieno il suo potenziale.

Nel filmato si può assistere all'apoteosi dimostrativa di quello che ho sempre sostenuto: non esistono moto più veloci delle altre in assoluto ma solo relativamente ad un dato percorso.
Si può notare che l'ovale in cui si svolge il confronto, per quanto misuri oltre 4 chilometri di sviluppo, costringe ad una costante traiettoria curva perché gran parte del tracciato è costituito dalle due curve ed i rettilinei di collegamento non sono sufficienti a consentire traiettorie dritte.
Questo esclude automaticamente il vantaggio che può dare un motore particolarmente potente.
Anzi, considerando la scarsa variazione di velocità tra curve e relativi rettilinei, ritengo a occhio che una quarantina di cavalli su di un telaio ottimale siano sufficienti per competere puntando al primato.
E se il pilota che ha vinto il contesto avesse adottato un abbigliamento più aerodinamico, avrebbe potuto rinunciare anche ad un paio di cavalli.
Ricordo, a tal riguardo, la tremenda efficacia su strada della mia Guzzi V50 Cafè Racer che con i suoi 50cv scarsi, su percorsi ad essa congeniali, mi permetteva di tener dietro moto di potenza più che doppia.


La bizzarra moto del video appare, ai miei occhi, assai più adatta delle altre in corsa, al genere di sfida e non mi meraviglia affatto che abbia primeggiato.
Concepita unicamente per un utilizzo su ovale asfaltato, la moto dispone di un motore "sufficiente allo scopo" - un bicilindrico affiancato di vecchia concezione -, un manubrio vantaggiosamente asimmetrico, pneumatici di sezione ridotta e nessun altro inutile orpello come carenature o freni anteriori. Appare chiarissimo che sia le due superportive che le supermotard sono inadatte e svantaggiate in una competizione del genere, anche se al traguardo una delle due supersport è riuscita ad avvicinare molto la strana special e l'altra ha preceduto di poco una delle due motard. C'è tuttavia da rimarcare che solo grazie ad una perdita d'aderenza, la special è stata sopravanzata per poco da una concorrente.
Bisogna ricordare che disporre di pneumatici di ampia sezione non significa automaticamente disporre di maggiore aderenza!. Le sezioni ottimali dipendono non solo dal tipo di utilizzo ma anche e soprattutto dalla massa e dalla potenza dei veicoli. Evidentemente, stando ai risultati, le sezioni scelte per le ruote della special sono più adatte al genere di impiego. Da tener presente che una minore sezione delle ruote permette di inclinare meno la moto a parità di velocità in curva perché l'area di contatto col suolo rimane più vicina alla mezzeria della ruota.
Nonostante nel video si possa apprezzare una decisa staccata da parte di una delle supersport, non credo affatto possa apportare vantaggio sul giro sviluppare un tale velocità in rettilineo da essere poi costretti a frenare, in quanto questo significa impostare la curva con una traiettoria meno tonda e quindi più lenta! Personalmente, stante il tipo di confronto, avrei eliminato anch'io i freni anteriori e tutti gli accessori inutili, avrei montato un manubrio più consono al controllo della moto sul tracciato e delle ruote di minor sezione. Visto il distacco poco significativo, così modificata ovvero adattata alla bisogna, la supersport avrebbe avuto maggiori probabilità di battere la special.

Nel video che segue, si può apprezzare ancor meglio la dinamica di questi peculiari veicoli che finisce per determinarne l'assetto ottimale: