domenica 7 agosto 2016

La civiltà delle rotonde


Tra le tante invenzioni che nel ricordo caratterizzeranno questa epoca, c'è quella delle rotatorie di smaltimento del traffico.
Come tutte le trovate epocali, ormai si realizzano senza metterne più in discussione la validità ed escludendo a priori alternative possibili.
Esistono anche delle statistiche - estrapolate da chissà dove e con quale criterio non si sa - sulla presunta minore incidentalità rispetto ad altri tipi di incrocio a raso, compresi quelli regolati da semafori.
Tra l'altro, la diretta osservazione quotidiana mi permette di rilevare che gli incidenti in questi caroselli  - se pur lievi - sono piuttosto frequenti, con conseguente blocco del traffico: in quelli che affronto io, quasi ogni giorno vedo per terra nuovi frammenti di vetro o plastica.
Ecco, risiedendo in una città che ha creduto di risolvere tutti i suoi problemi in
fatto di viabilità ricorrendo alle rotatorie, mi permetto di metterne in dubbio i vantaggi o almeno di evidenziarne le conseguenze negative in base ad alcuni parametri.

Mini-rotatoria
Diametro - Il primo appunto non può che essere questo, in quanto sarà capitato a tutti di vedere un autotreno, o anche solo un autocarro da traslochi, in difficoltà nell'affrontare una rotonda dal diametro troppo piccolo.
In alcuni casi, l'autista riesce a superare la rotonda solo mettendo le ruote al di fuori della sede stradale e questo significa inevitabilmente che in sede di progettazione non si è tenuto conto del passaggio di veicoli di tali dimensioni.
Non si capisce quindi in base a quale logica, una tale realizzazione dovrebbe contribuire a fluidificare il traffico se comporta una difficoltà da gimkana e l'impegno di almeno due corsie se la rotonda ne è provvista.
Dovrebbe essere stabilito un diametro minimo in osservanza con una precisa prescrizione del Codice Stradale sulla inscrivibilità in una curva minima stabilita per i mezzi pesanti:

Art. 217. - Inscrivibilità in curva dei veicoli - Fascia d'ingombro (art. 61 C.s.).

1. Ogni veicolo a motore, o complesso di veicoli, compreso il relativo carico, deve potersi inscrivere in una corona circolare (fascia d'ingombro) di raggio esterno 12,50 m e raggio interno 5,30 m. Per i complessi di veicoli deve, inoltre, essere verificata la condizione di inscrizione del complesso entro la zona racchiusa dalla curva di minor raggio descritta dal veicolo trattore, nonché la possibilità di transito su curve altimetriche della superficie stradale.
Questo significa che non andrebbe costruita nessuna rotonda di diametro interno rotabile inferiore a m.10,60 ed esterno a m.25.
Invece se ne vedono tante di più piccole e queste andrebbero rimosse, immediatamente, ricorrendo a soluzioni alternative.

Posizionamento - Si vedono rotatorie allestite in punti in cui costituiscono solo un intralcio mentre spesso non vengono realizzate in punti ove risulterebbero molto utili, anche se è presto per dirlo, in vista di una probabile saturazione di rotonde in strada!

Vicinanza - Un metodo certo per facilitare l'insorgenza di ingorghi a catena è costruire due rotonde molto vicine collegate da un'unica corsia per senso di marcia. Per "ingorgo a catena" intendo il blocco di una rotatoria a causa del mancato ricevimento di quella adiacente.

Utilizzo - Questo è un problema molto soggettivo perché dipende da un fattore umano legato in qualche modo alle capacità di guida ed al livello di educazione stradale (in tutti i sensi) che si possiede. Arrivando alle rotonde dietro a qualcuno, soprattutto quando queste sono di piccolo diametro, è facile assistere ad esitazioni e ritardi nell'inserimento nel flusso rotatorio, da parte del veicolo che abbiamo davanti. In una situazione di traffico intenso, questo comporta l'immediata formazione di una fila che può arrivare a bloccare anche la circolazione nella rotonda precedente, ove sufficientemente vicina!
Poco si è fatto per educare gli utenti in questo senso e spesso si vedono tre categorie di estremisti fronteggiarsi nelle rotonde: i prepotenti che non stanno neanche a considerare i diritti di precedenza, leggermente più moderati gli insofferenti che si buttano dentro non appena intuiscono la formazione di uno spiraglio di possibilità ed infine, dall'altro lato della barricata, gli esitanti che per passare aspettano l'azzeramento totale del traffico, una spinta oppure che le auto in rotazione si fermino per far passare lui.
Con i vituperati semafori queste cose non possono accadere: le personalità si azzerano, col verde si passa tutti nello stesso momento, col rosso no.

Semaforo rosso: vai; semaforo giallo: tieni; semaforo verde: no. Confucio.
[Squallor, Tocca l'Albicocca - 1985]

Rotatoria e svincoli
Svincoli - Molte rotatorie vengono costruite per mettere in sicurezza l'afflusso di strade dal limitato apporto di traffico in arterie principali, altre si trovano invece a smistare il traffico proveniente da 4 o più direzioni. In questa seconda tipologia, succede spesso che esista una direttiva di flusso particolarmente trafficata, magari perché facente parte di una tratta di maggiore importanza. In questi casi, un grosso sgravio di lavoro per la rotatoria può essere apportato prevedendo uno svincolo che ne by-passi l'utilizzo per il flusso di traffico più intenso, in modo da evitare che ne monopolizzi l'uso. 

Pericolose corsie preferenziali
Veicoli a trazione animale - Mi riferisco in particolar modo alle biciclette che secondo me non dovrebbero neanche avere accesso alle rotatorie, anzi all'intera rete stradale veicolare, stante la loro pericolosità insita soprattutto nelle insufficienti capacità di accelerazione ma anche nella diffusa maleducazione e spregio nei confronti delle principali norme di circolazione da parte dei loro utenti. Alcuni di loro si sentono esentati dal rispettare il Codice e coloro che sono chiamati a farlo rispettare, pare vedano solo le infrazioni compiute da chi guida veicoli a motore, sorvolando sulle evoluzioni a stile libero da parte dei ciclisti. Non passa giorno infatti che il comportamento scellerato e disprezzante la vita di qualche ciclista non rovini la vita a qualche serio utente della strada, coinvolgendolo suo malgrado in un incidente.
Oltretutto, per respirare a pieni polmoni gas di scarico non è necessario utilizzare la bici nel traffico, basta correre sui marciapiedi.

Rotonda pedonale aerea, Cina
Pedoni - Le rotatorie sono pensate generalmente in disprezzo della viabilità pedestre obbligando i pedoni a interminabili giri per aggirare le rotonde per finire ad attraversare subito prima dell'ingresso e quel che è peggio in uscita dalla stessa in modo che basta che passi una persona che non ha grosse capacità deambulatorie per bloccare immediatamente il traffico di tutta la rotonda! Assurdo e causa di molti tamponamenti in quanto è facile che il veicolo sopraggiungente non si avveda che quello davanti sta per frenare e le distanze di sicurezza nelle rotonde NON POSSONO essere rispettate per mancanza di spazio.
I pedoni più sprezzanti e (giustamente) impazienti non ci pensano due volte a prendere il percorso più breve fino a tagliare del tutto la rotonda, cosa che facilmente mette a rischio la loro incolumità e la fluidità del traffico.

In definitiva, suggerisco una maggiore attenzione nella valutazione dell'effettiva convenienza di costruzione di una rotatoria a seconda della sua effettiva necessità nello smistamento in sicurezza del traffico e non solo in base alle mode del momento che immaginano le nostre città del futuro indissolubilmente legate alle rotatorie.

Più funzionale e futurista sarebbe concepire le nostre (nuove) città in modo da evitare l'incrocio a raso del traffico pedonale, quello a trazione animale che ha delle esigenze tutte sue e quello motorizzato: non è del tutto un'utopia, neanche nelle città di vecchia concezione perché gran parte del traffico motorizzato esiste solo perché gli uffici pubblici non sono sufficientemente frazionati e decentrati, non esistono incentivi per assumere preferibilmente personale che abiti vicino al luogo di lavoro, i plessi scolastici sono troppo grandi, vengono rilasciate troppe licenze di commercio in aree dove la circolazione è critica e mancano i parcheggi, non vengono incentivati i piccoli negozi-bazaar di quartiere, non viene incentivato (abbastanza) il traffico motociclistico rispetto a quello automobilistico.