venerdì 5 agosto 2016

La castigamatti - Yamaha RD 350


La Yamaha RD 350 è una di quelle moto che possono vantare ottimi piazzamenti o record assoluti in classifiche stilate in base ai più disparati parametri comparativi.
Per cominciare, pochi lo sanno ma è stata una delle moto prodotte più a lungo nella storia per quanto la sigla RD contraddistingua un prodotto che nel corso degli anni si sia evoluto non poco, conservando tuttavia l'impostazione generale e soprattutto la sua collocazione di categoria nel mercato.
La prima versione risale infatti al 1973, periodo di massimo fulgore per le due tempi giapponesi, settore in cui la Yamaha decise di confrontarsi con la concorrenza "oltre 350cc" solo tardivamente con la RD 500, una Race Replica crepuscolare prodotta per sole quattro stagioni dal 1984 al 1987.


Yamaha RD 350 - 1974
La 350 invece s'inserì in un settore quasi privo di concorrenza salvo la Kawasaki S2 che tuttavia risultava pesante, impacciata com'era dal suo motore che ricalcava lo schema tricilindrico e anche l'estetica generale delle sorelle maggiori.
La sua cilindrata effettiva era di 357cc ma per il mercato italiano fu ridotta a 347 sia per evitare la pesantissima IVA del 35-38% che accomunava le moto ai "generi di lusso", sia per evitare un altro limite introdotto in quegli anni in Italia che era quell minimo di 21 anni per guidare moto di cilindrata superiore.

Honda NS 400 - 1984
Ma, concorrenza o meno, all'atto pratico cioè su strada ed in pista, l'RD si dimostrò essere una moto pressoché imbattibile nel suo range di prestazioni.
Le versioni successive non fecero altro che confermare la sua supremazia, appena messa in dubbio dalla supersportiva tricilindrica Honda NS 400 venduta nello stesso periodo della RD 500, nel periodo che vide le ultime due tempi stradali.

22 anni di Yamaha RD 350 - Estremamente affidabile già nelle prime versioni, migliorata negli anni sotto diversi aspetti tecnici con la definitiva rinuncia al cambio a 5 marce in favore di quello a 6 (offerto comunque in alternativa già sulla prima versione), con l'adozione progressiva dei cerchi in lega, del doppio disco anteriore, del disco anche posteriore, del raffreddamento a liquido e dell'innovativa valvola parzializzatrice allo scarico identificata dalla sigla YPVS, l'RD vide anche aumentare a dismisura negli anni la sua potenza: dai 39cv della prima serie ai ben 63 dell'ultima costruita fino al 1994 ed offerta anche con carenatura integrale.

Le versioni degli anni '80-'90 erano di particolare pregio in quanto utilizzavano lo stesso telaio delle TZ 250 da Gran Premio, una peculiarità non da poco e praticamente unica nel suo genere pur non dichiarandosi mai essere una Race Replica come le citate Honda NS, Yamaha RD 500 e inoltre le Suzuki RG Gamma 500 e 250 il cui motore, modificato in Italia, andò poi ad equipaggiare la splendida Aprilia RS.

C'è da dire che nel mondo è stata forse più diffusa e conosciuta la versione da 250 il cui motore, depotenziato, fu usato anche per la straordinaria supermotard ante litteram TDR, veramente unica nel suo genere, importata in Italia per soli tre anni per un totale di soli 300 esemplari di cui uno, dopo una RD 350 YPVS , ho avuto il piacere di possedere.