venerdì 22 giugno 2018

Alla guerra come alla guerra

Traduzione italiana di un adagio francese, il titolo vuole ricordare l'opportunità di equipaggiarsi alla bisogna e non secondo presupposti arbitrari. Un proverbio ancor più nordico sostiene che non esista cattivo tempo ma solo un cattivo modo di vestirsi.

Nell'agosto del 1990, a seguito di uno scontro frontale tra veicoli a due ruote, un mio amico di 24 anni perse la vita perché l'ambulanza che doveva soccorrerlo mentre aveva un polmone perforato, rimase bloccata per circa un'ora nella ressa che si formava ogni notte davanti ad una discoteca. Sappiamo bene a che livelli subumani può arrivare l'intelletto di una massa di frequentatori di discoteche, tale perfino da non avere nessuna reazione collaborativa nei confronti di un'ambulanza bloccata con lampeggianti e sirene spiegate ma ciò che fa più
rabbia è che per giungere sul luogo dell'incidente c'era una percorso alternativo più breve di 3 km e completamente privo di traffico. Non esistevano ancora i navigatori satellitari.

Forse c'entra poco questo triste evento con quanto è recentemente successo a Genova ai danni di un sessantenne morto - pare - per il ritardo con cui l'ambulanza è giunta a destinazione, provocato da auto parcheggiate male per strada, tra le quali - pare - un'auto intestata alla stessa vittima! A volte si è responsabili del proprio destino, molti sostengono lo si sia sempre.

La puntualizzazione di Heymotard su questa vicenda verte sulla scelta del parco veicoli operata dalle autorità sanitarie di Genova. E' noto quanto la base FIAT Ducato (ovvero Peugeot Boxer e Citroën Jump) sia la migliore possibile per l'allestimemento di un camper e quindi anche di ambulanze ma i criteri con cui vengono scelti i mezzi dovrebbero basarsi anche sul contesto di utilizzo. E' normale, ad esempio, pensare ad un veicolo a trazione integrale ove chiamato ad operare su strade spesso innevate e allora non si capisce perché non prendere in considerazione la particolare natura del territorio urbano genovese (e di altre città orograficamente simili) composto non solo da veloci sopraelevate ma anche e soprattutto di vicoli e caruggi facilmente transitabili da carri, appunto, ma non altrettanto da veicoli grossi quanto un Ducato Maxi.

FIAT Ducato passo medio (*)
 
Questa base si presta al meglio per qualsiasi allestimento in virtù di due parametri impostati di progetto: la trazione anteriore ed una cabina di guida risicatissima in senso longitudinale.
Queste due impostazioni progettuali permettono di ottenere il massimo volume possibile del vano carico in rapporto alle dimensioni esterne del veicolo ma siccome nessun scelta tecnica ha solo riscontri positivi, il risvolto negativo della meccanica a trazione anteriore è l'elevato raggio di sterzo che impone al veicolo.
I motivi sono sostanzialmente due: agendo la trazione anteriore sulle ruote sterzanti, la prudenza progettuale porta a limitare l'angolo di sterzata delle ruote per non stressare eccessivamente i giunti omocinetici. Solo pochi costruttori hanno il coraggio (e forse la competenza) di offrire trazioni anteriori dotate di raggio di sterzata particolarmente ridotto, tra questi mi vengono in mente Mercedes ed Opel ma sicuramente non FIAT.
A peggiorare la situazione operativa, la necessità di adottare degli interassi molto lunghi - a parità di ingombri totali del veicolo - con l'asse posteriore molto arretrato in modo da limitare un eccessivo spostamento del baricentro verso il retrotreno, maggiormente a veicolo carico, condizione che potrebbe inficiare le capacità di trazione del veicolo e rendere problematica la sua tenuta di strada.
 
Volkswagwen Crafter (*)

Ciò premesso, per un utilizzo in un contesto variegato come quello genovese e di città strutturalmente simili, dotate di centri storici che non erano nati per la circolazione di veicoli a motore, sarebbe più oculato scegliere veicoli operativi e di soccorso basati su meccaniche a trazione posteriore e di ingombri totali più limitati: del resto un'ambulanza deve offrire solo un primo soccorso e la possibilità di trasportare un paziente ed un paio di operatori oltre all'autista. 

*) Nota: nel confronto tra le due illustrazioni, si può notare come un furgone a trazione anteriore come il Ducato sia concepito con una proporzione tra interasse e lunghezza totale molto diversa da uno a trazione posteriore come il Crafter. Il Ducato è rappresentato nella versione a "passo medio" e presenta un'interasse di 3450mm per una lunghezza totale di 5413 (rapporto L/I = 1,569) mentre il ben più lungo Crafter presenti un passo contenuto in 3665mm a fronte di una lunghezza totale di 5905mm (rapporto L/I = 1,61). In questo momento non ho trovato le schede di un furgone direttamente confrontabile col Ducato medio per ingombri esterni ma è facile calcolare che un veicolo sempre di 540cm ma a trazione posteriore disponga di un passo di almeno 10cm più corto, cosa che unita ad una maggior sterzata delle ruote e, perché no, minori ingombri laterali (notare che il Crafter è 57mm più stretto del Ducato) abbia potuto permettere senza problemi il passaggio del veicolo nel caso che si è verificato a Genova. Tuttavia, sul mercato sono reperibili veicoli nettamente più agili rispetto a quelli presi in considerazione e ciò nonostante perfettamente adattabili ad un utilizzo di soccorso, sacrificando un po' di spazio interno a favore di una maggior probabilità di arrivare sul posto quando è difficile farlo.