mercoledì 30 maggio 2012

Nuovo inceneritore a Salerno? Speriamo di no!

Se venisse realizzato, potremmo aspettarci un relativo incremento della casistica di tumori nelle aree contigue all'impianto. Per parziale fortuna delle nostre zone, i venti dominanti nel 75% dei casi veicoleranno lontano dal Cilento i fumi tossici.
Rimarrà da fare i conti col rimamente 25%...
Mentre in Europa nessuno più pensa che bruciare la spazzatura sia una soluzione razionale, Salerno si distingue per stupidità o criminalità - fate voi - con la manifesta intenzione di costruire in tempi brevi un impianto di incenerimento della spazzatura, che la solita ipocrisia corrente si ostina a definire "termovalorizzatore".
In realtà, l'unico valore creato da un impianto di bruciatura dei rifiuti è di tipo economico per chi è beneficiato dall'appalto, in genere parente o connivente dei politici che riescono a far passare il progetto criminale.
Ma siccome nulla si crea e nulla si distrugge, neanche la spazzatura, il corrispettivo costo sociale dell'arricchimento monetario di pochi si paga in termini d'inquinamento ambientale dell'aria che respiriamo e con la ricaduta degli agenti tossici al suolo che finiscono per inquinare colture e falde acquifere.
Un vero disastro ambientale, oltre al quale ci sono i costi economici di mantenimento della struttura.
Non è neanche vero che un bruciatore di rifiuti sia conveniente dal punto di vista energetico, come ipocritamente vogliono far credere i suoi sostenitori.
Ammessa e non concessa l'onestà intellettuale di chi vuole realizzare impianti del genere, bisogna prendere atto allora della loro totale ignoranza sull'enorme impatto ambientale creato da un inceneritoree quindi della loro totale incompetenza in materia di trattamento dei rifiuti.
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Eppure, basterebbe che si documentassero approfondendo le loro conoscenze scientifiche e informandosi sulle soluzioni adottate e che stanno adottando Paesi più evoluti del nostro, che a quanto pare rimane ancorato a metodi che potevano andare bene quando i rifiuti erano composti esclusivamente da materiali legnosi ma non certo oggi quando i rifiuti sono costituiti all'80% circa da materiali d'imballaggio, quasi tutti plastici.
E sappiamo che dalla plastica si sviluppa diossina, una delle sostanze più tossiche in assoluto, già a partire da temperature di 70°C.
Piombo, andride solforosa e molte altre sostanze tossiche sono quello in cui viene trasformata la spazzatura con la combustione.
Da tener presente che se viene bruciata una tonnellata di spazzatura o di qualsiasi altra cosa, vengono prodotti fumi che assieme alle ceneri residue pesano più di una tonnellata in quanto qualsiasi combustione consiste in un legame del combustibile con l'ossigeno e quindi alla fine del processo, il prodotto della combustione pesa per forza di cose di più del solo combustibile.
Basterebbe questa consapevolezza per capire che bruciare i rifiuti non è una soluzione praticabile.
Tra l'altro, una grossa quantità di rifiuti può essere vantaggiosamente riciclata per cui bruciarli costituisce un ulteriore spreco energetico.
Le strade da percorrere per abbattere draqsticamente l'impatto ambientale ed i costi provocati dai nostri rifiuti passa obbligatoriamente e convenientemente da tre punti fondamentali:
- una riduzione della massa dei rifiuti all'inizio della catena, preferendo merci sfuse o imballate senza materie plastiche, e già questa scelta da sola sarebbe in grado di dimezzare il problema!
- una raccolta seriamente e severamente differenziata;
- un oculato riciclaggio.

Si può fare, conviene, non si capisce perché nel 2012 esiste ancora qualcuno che, sprecando denaro, pensa a trasformare la spazzatura in rifiuti altamente tossici e cancerogeni.
Anzi, forse si capisce troppo bene.

articolo di riferimento:
integralmente tratto da Impatto Antropico