venerdì 15 luglio 2016

La moto ai tempi della geoingegneria

- Il mitico Testa Rossa, dei primi anni '70 -

Quando cominciai ad usare la moto nella prima metà degli anni '70, è vero che la mia insegnante di lettere al liceo mi chiamasse "Primavera" perché tolto il giubbotto da moto, rimanevo in classe con la maglietta a maniche corte anche in pieno inverno ma è anche vero che il meteo fosse più stabile e prevedibile e che si poteva contare su di un buon indice di affidabilità sulle previsioni del Colonnello Bernacca andate in onda la sera prima.
Quindi, chi si spostava in moto, poteva abbigliarsi in maniera consona al reale tempo atmosferico scegliendo magari un giubbotto (un pò più) impermiabile in caso di minaccia di pioggia, portandosi un'antipioggia vera a propria (allora
andavano le scomodissime tute intere) in caso di piovosità annunciata e qualche capo di "rinforzo" se si contava di tornare a casa tardi la sera.
Non ricordo esattamente da quando "esistono" i bauletti moto ma credo di aver avuto il primo solo negli anni '90: prima di allora mi sono arrangiato con gli zaini e l'antipioggia si legava al portapacchi, quando c'era, oppure si cercava di farla entrare negli striminziti sottosella, quand'era possibile.

Insomma, bisognava pensare bene a cosa mettersi ma alla fine non si andava incontro a grosse sorprese, almeno se ci si atteneva ad un programma di massima riguardo agli orari ed alle quote a cui si prevedeva di viaggiare.

Negli anni, con l'avvento delle modificazioni climatiche indotte - in uso in Italia all'incirca dal 2002, anno in cui fu firmato lo sciagurato accordo BB (Berlusconi-Bush) sulla Sperimentazione Climatica - è diventato sempre più difficile indovinare l'abbigliamento giusto ed è facile partire da casa con determinate condizioni per ritrovarsi dopo poco o semplicemente cambiando zona di pochi chilometri, in condizioni completamente diverse ed impreviste anche dal migliore dei servizi meteo.
Di questi tempi, disporre di un bauletto è quasi d'obbligo per riporci, anche quando l'intuito non lo direbbe, almeno un paio di pantaloni antipioggia se ci si accontenta o si ha fiducia nella tenuta della propria giacca.

- Maschere antigas... -
Oggi è il 15 luglio, mi trovo in una zona collinare dell'interno del centro Italia e, pur non essendo diventato freddoloso con l'età, stamattina non ho avuto dubbi nell'indossare il giubbotto di pelle che avevo messo via prima dell'estate.
Infatti, alla faccia del millantato Riscaldamento Globale, chi passa abbastanza tempo all'aria aperta ed è dotato di un minimo di spirito d'osservazione si è ormai accorto da anni che nei giorni in cui non sono apprezzabili operazioni d'irrorazione aerea, le giornate sono nettamente più fredde delle medie del periodo. Ne deriva che almeno una parte delle estati che viviamo ultimamente, sono da considerarsi "artificiali" in quanto significativamente influenzate dall'effetto serra creato dalle irrorazioni, tanto è vero che quando all'improvviso smettono, ci si ritrova in un'imprevedibile giornata di "primavera"!
I previsori del tempo, prima o poi dovranno inserire, nei loro arditi modelli matematici, delle variabili legate a queste attività antropiche e state sicuri che se qualcuno di loro, al giorno d'oggi, indovina esattamente l'evoluzione del meteo nei giorni di irrorazione, l'ha fatto o quanto meno ha introdotto qualche fattore di correzione basato sulla propria esperienza. Generalmente, si tratta di variazioni che vedono un aumento delle temperature ed una diminuizione delle precipitazioni, sensazione di afa e cielo "velato", come dicono ultimamente: un caldo abbraccio che però può venire meno da un momento all'altro, in base a quelle che oggi sono ormai diventate le Decisioni del Tempo.