sabato 30 dicembre 2017

Finalmente una tassa sulle bici

- Post aggiornato il 10 Gennaio 2018 - 


 A partire dal colpo di Stato "soft" che, grazie ad un attentato finanziario mirato, indusse Berlusconi a dimettere il suo governo legittimo, i successivi malgoverni illegittimi in tutti questi anni non erano ancora riusciti a varare un solo provvedimento utile e positivo per la Nazione.
Ci sono riusciti adesso, a camere sciolte e forse per caso, sempre nell'ottica di creare il maggior danno possibile al Paese in vista della disfatta prevista per il 4
marzo prossimo venturo.
Certo, per il Paese insiste il pericolo che l'elettorato irriducibilmente sinistro e quello più sprovveduto sostengano il Piano B del potere rappresentato dal Movimento Immobile, ma almeno possiamo contare su di una prima picconata di rilevanza... cossighiana  sull'attuale sistema.
Una l'hanno indovinata, probabilmente frutto di una certosina ricerca di settori ancora fiscalmente sfruttabili al fine di una completa distruzione economica del Paese che è chiaramente il loro scopo.
Pare infatti venga istituita una tassa di 25€ sui "ciclisti della domenica", quelli che infestano le nostre strade strafottendosene del Codice e creando rischio e pericolo per loro stessi e per i legittimi utenti della strada.
Condivido per la prima volta un provvedimento malgovernativo anche se mi sembra troppo poco limitarsi ad estorcere una piccola tassa invece di regolamentare severamente l'uso delle bici nel normale traffico veicolare: se sono veicoli come tutti gli altri, allora non si capisce infatti perché siano gli unici che abbiano licenza di violare impunemente il Codice, circolare sprovvisti di dispositivi di segnalazione e retrovisori e non prevedano l'obbligo di casco omologato, una licenza abilitativa alla guida e soprattutto un'assicurazione RC.
Stante il rischio ed il disagio per tutti che comporta l'uso della bici nel traffico stradale, una tassa di soli 25€ in tutta coscienza mi sembra troppo esigua e secondo me andrebbe decuplicata per adeguarla almeno alle spese che affronta un motociclista medio che, a differenza del suo omologo ciclista, non arreca disagio e rischio per la circolazione e soprattutto non rischia di riportare il Paese ad un regime circolatorio simile a quello postumo alla seconda guerra mondiale.
Ma potrebbe consistere proprio in questo il fine ultimo di questo  balzello:
assunto il principio in base al quale la sinistra ama tanto i poveri che ogni volta che va al potere ne aumenta il numero [cit.: Indro Montanelli] e constatato che il numero di italiani in difficoltà economiche supera ormai gli 11 milioni, è ovvio che la bici sarà l'unico mezzo di trasporto a cui potrà accedere tale fetta della popolazione, considerando pure che gli italiani sono obbligati a pagare i trasporti pubblici, a differenza degli immigrati che ne sono di fatto esonerati.