mercoledì 25 aprile 2012

25 aprile: l'occupazione deve finire



Comunicato Stampa

Anche quest'anno in occasione del 25 Aprile, il Movimento Politico di Liberazione, Per il Bene Comune ha promosso una iniziativa politica per ricordare agli italiani che il nostro paese è militarmente, politicamente ed economicamente occupato dall'esercito e dai grandi finanzieri USA.
Dalle ore 15 di mercoledì 25 Aprile, su www.perilbenecomune.net

VIDEOCONTRIBUTI PER UN' ITALIA LIBERA E INDIPENDENTE


Hanno già aderito :

Gianluca Monaco, Associazione Terra Nostra
Rocco Carbone, Movimento di pensiero Sete di Giustizia
Enrico Bianchi, Albamediterranea
Mariella Cao, Comitato sardo "Gettiamo le basi"
Gianni Lannes, giornalista
Maurizio Pallante, Movimento per la Decrescita Felice
Giulietto Chiesa, Alternativa
Barbara Cloro, Informare per Resistere
Santo Melia, Che te lo dico a fare
Tom Bosco, Nexus
Emiko Hirano, New Japan Women Association
Jurgen Grassman, German group against USA bases


Le adesioni ed i videocontributi sono pervenuti dopo la circolazione sul web del
seguente appello:
A quasi 70 anni dall’occupazione dell'Italia, noi CHIEDIAMO
che l’esercito USA lasci il nostro paese.
Il nostro popolo, costituzionalmente dichiarato sovrano, ha anche il diritto di conoscere i trattati “secretati” sottoscritti 65 anni fa tra il governo italiano di allora, altrettanto segretamente rinnovati dai governi avvicendatisi alla guida dell’Italia e gli occupanti americani.
Lasciando l’Italia, è necessario che i militari USA si portino via le centinaia di bombe atomiche, i sottomarini a propulsione nucleare e le portaerei, nonché i loro armamenti, ad iniziare da quelli proibiti e più pericolosi (dal fosforo all’uranio impoverito, dall’ultrasonico all’elettromagnetico, più altre diavolerie, solo in parte utilizzate in Afghanistan e a Gaza).

CHIEDIAMO
che, a spese del governo americano, le loro basi militari, i loro depositi ed i loro poligoni di tiro, nonché le aree circostanti, siano bonificate dalla radioattività e dalle tonnellate di inquinanti sparsi sul terreno e nelle falde acquifere.

CHIEDIAMO
che l’Italia esca dalla Nato, che era stata varata come organizzazione militare di difesa da ipotetiche aggressioni dell'alleanza militare di difesa nata con il Patto di Varsavia (ciò non ha più senso poiché l’URSS non c’è più e la maggior parte dei paesi che lo costituirono fanno ormai parte ell’Unione Europea). La NATO è invece divenuta lo strumento militare per guerre di aggressione, in Europa, in Nord Africa ed in ampie aree dell’Asia, agli ordini delle strategie belliche decise o ratificate dal governo americano.

CHIEDIAMO
che i soldi degli italiani, ora bruciati per mantenere le basi americane, acquistare armi statunitensi e inviare il nostro esercito nei teatri di guerra voluti dagli americani, ammontanti ad oltre 30 miliardi di Euro l’anno, pari a 60 mila miliardi (60.000.000.000.000) di lire, vengano più utilmente impegnati per salvare imprese e posti di lavoro e investendo sull’istruzione, che è la principale certezza per un futuro migliore della nostra Patria.

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L'Ufficio stampa di Per il Bene Comune

E-mail:
info@perilbenecomune.net
Tel./Fax. 0532 733656

martedì 17 aprile 2012

Abruzzo come Val di Susa: le istituzioni proteggono gli interessi privati contro i diritti del cittadino e la salute pubblica


Farindola (PE), 15/04/2012. Ecco un nuovo episodio di prevaricazione sul cittadino indifeso dalle istituzioni ed alla mercé di potenti gruppi economici privati che lo Stato nelle sue emanazioni si sente in dovere di proteggere, contro gli interessi e la salute degli stessi cittadini.
Che le radiazioni elettromagnetiche siano nocive per lo stato d’animo, per  la produttività  e per la salute non è certo una novità e si tratta di una cosa più che comprovata ma  a quanto pare questa realtà è ancora ignorata nella aule dei tribunali: rimane solo da stabilire se a causa di ignoranza o di corruzione.
Riportiamo, con poche modifiche espositive ma non di sostanza, il racconto ordinato delle vessazioni alle quali sono stati sottoposti gli abitanti del centro abruzzese. Il racconto infatti descrive un’incredibile sequenza di situazioni, opere ed omissioni tutte manifestamente favorevoli alla causa dei cittadini. Eppure, le istituzioni hanno visto solo le ragioni della Vodafone.
Allora, in casi come questo e quello della TAV in Val di Susa, chi rappresenta realmente lo Stato?

Attenzione, potrebbe accadere anche nel nostro territorio...
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Abusi evidenti. <<Tutto è iniziato il 27 dicembre 2011 quando in un piccolo centro abitato nel mezzo delle montagne abruzzesi  in provincia di Pescara, con nostra enorme sorpresa ci siamo visti spuntare, sopra il tetto di un edificio destinato alla protezione civile, un ripetitore per telefonia mobile.
L’allarme è stato immediato ed abbiamo interpellato tempestivamente il Sindaco, reo di non aver dato nessuna comunicazione a riguardo, al fine di richiedere il blocco dei lavori dato che gli abusi erano evidenti.
La sommossa popolare fu enorme e la ditta, suo malgrado, dovette interrompere i lavori. Chiamammo i carabinieri i quali accertarono le nostre perplessità e non poterono non prendere atto dell’ambiguità procedurale e delle “anomalie” del cantiere.>>
Ammissione degli errori e vane promesse. <<La sera stessa, sempre sotto l’occhio vigile delle forze dell’ordine, il Sindaco e la giunta si recarono in luogo per un consiglio straordinario. Le critiche della popolazione furono precise, puntuali e assolutamente democratiche. L’amministrazione, ed in particolar modo il Sindaco (fra l’altro anche medico), si sono mostrati sin da subito totalmente in difetto di nozioni sulle tematiche legate alle radiazioni elettromagnetiche. Hanno ammesso il loro ERRORE e ci hanno invitato ad aver fiducia in loro. Ci venne promesso che avrebbero cercato di delocalizzare l’impianto e ci rimandarono ad un futuro consiglio.
 
Nel frattempo, chiaramente sfiduciati da un’amministrazione che aveva cercato di compiere un abuso (morale e tecnico) di soppiatto, i cittadini tutti si attivarono al fine di contrastare questa imposizione.
L’impianto, costituito di 3 elementi UMTS/GSM (Vodafone) era infatti già montato e per poter essere avviato e necessitava solo dell’alimentazione. Nonostante l’intervento tempestivo della cittadinanza, la ditta e il Comune(che avevano operato in gran segreto) erano riusciti a montare tutto il necessario (traliccio, ripetitori, amplificatori).
Per dare una maggiore idea di come e dove sia installato l’SRB (stazione radio base), basti pensare che la stessa è situata al di sopra di un edificio adibito a primo presidio ed a Protezione Civile e che il ripetitore dista in linea d’aria al massimo 10mt dalle abitazioni circostanti. Inoltre, alla stessa altezza del ripetitore e sempre a circa 10mt dallo stesso, vi sono finestre di alcuni cittadini. Il quartiere in cui è stato installato come ennesimo insulto alla vita, è uno dei più densamente popolati da bambini.  E sappiamo che le radiazioni elettromagnetiche sono particolarmente nocive su di un sistema nervoso in formazione.>>
In base al Piano Regolatore, la scelta del sito sarebbe fortemente discutibile.
Nel regolamento sulle antenne del Comune, la zona rientra tra quelle aventi una destinazione urbanistica incompatibile con tali impianti.
Inoltre, secondo il regolamento in questione, il nostro territorio è già saturo di installazioni del genere.
Illegittimità amministrative. <<Tornando alla diatriba e al movimento spontaneo di persone che si sono mobilitate alla lotta contro l’SRB in quanto non confidenti nell’amministrazione dimostratosi oltre che disattenta anche totalmente disinformata sull’argomento, è importante segnalare come, dopo aver preso visione della documentazione inerente l’installazione (accesso agli atti L. 241/90), sia parso subito chiaro che le cause di illegittimità amministrativa risultassero numerose.
A tal proposito il movimento di cittadini ha avviato un ricorso amministrativo.
Contestualmente si è promossa una massiva raccolta di firme che si è dimostrata un grosso successo in termini di partecipazione.
Il giorno 7 gennaio è stato organizzato un corteo con destinazione la sala consiliare dove, con la presenza di esperti nel campo, si è discusso circa l’inopportuna scelta di voler installare un ripetitore così vicino alle case.
In tutto il periodo successivo si è scoperto che l’amministrazione aveva deliberato di giunta l’approvazione del progetto, lasciando pertanto ignari i consiglieri di minoranza. La scelta di non discutere pubblicamente in consiglio un’opzione così complessa è apparsa sin da subito sospetta.
Inoltre nei silenti mesi successivi alla manifestazione (in cui il Sindaco non intervenne), non si sono avute comunicazioni in merito al paventato consiglio promesso per  il 27 dicembre.
Poi un bel giorno (la seconda decade di marzo), il Sindaco ha convocato i cittadini (con uno scandaloso preavviso di sole 5 ore) per una riunione informale (e non un consiglio comunale) con la giunta.
In quella sede ci si è detto che si sarebbe provveduto a delocalizzare l’antenna in un luogo opportuno e distante dalle case, ma solo ad una precisa condizione: l’antenna sarebbe dovuta rimanere attiva a tempo indeterminato nel sito oggetto di rivolta fino a che non sarebbe stato approvato il nuovo progetto. Ma i terreni interessati dalla delocalizzazione, destinati ad usi civici, erano ancora del Demanio e pertanto i tempi di “attivazione temporanea” non potevano che risultare estremamente dilatati.
La contestazione pubblica è stata vigorosa, dai toni accesi e il Sindaco ha deciso bene di lasciarci sul posto senza dare spiegazioni e dicendo che non meritavamo niente.
Con nostro sgomento, il giorno dopo, la ditta si è ripresentata per dare il via all’attivazione ma si è trovata di fronte una decisa rappresentanza di cittadini che, facendosi valere pacificamente e con preparazione amministrativa, le ha impedito di proseguire. Il giorno successivo, il raid della ditta (anzi in questo caso erano più di una) si è fatto più deciso e, anche grazie al sostegno dell’amministrazione, ha cercato di entrare a tutti i costi per attivare l’impianto. Grazie alla nostra preparazione legale (annoveriamo avvocati, amministrativi, burocrati e onorevoli fra le nostre fila) siamo riusciti ancora una volta ad impedire l’abuso. In questa circostanza, così come nel giorno precedente, abbiamo preteso l’intervento delle forze dell’ordine al fine di verificare la documentazione in mano alle ditte. Le forze dell’ordine per ben due volte hanno trovato insufficiente tale documentazione presentata dagli addetti ai lavori e solo grazie a Dio e alla nostra preparazione legale (accompagnata dall’imparzialità delle forze dell’ordine) siamo riusciti ad impedire un’installazione che presentava chiari ed evidenti elementi di illegittimità.>>
Voltafaccia delle istituzioni. Incredibile dispiegamento di forza pubblica a sostegno dell’illegalità. <<Purtroppo quella è stata l’ultima volta in cui si è riusciti ad impedire questa maledetta attivazione. Infatti il giorno 3 del mese di aprile, le ditte, accompagnate dalla Digos, dal vigile, dai Carabinieri e dalla Polizia, nonostante la situazione amministrativa non fosse mutata rispetto alla scorsa volta, hanno ottenuto l’allaccio definitivo.
Il cartello dei lavori ad esempio è stato sempre tenuto nascosto ed attaccato all’ultimo istante. Inoltre tale cartello (obbligatorio ai sensi della 380/01) è tutt’ora in difetto di informazioni necessarie.
La situazione attuale vede un ripetitore allacciato e perfettamente funzionante (disattendendo anche le promesse del Sindaco circa un collegamento di una sola palina). Secondo quanto dettoci dall’amministrazione comunale il ricavo che il comune percepisce da questo impianto è di 2500 euro all’anno. [Ma pare che in realtà contratti del genere siano ben più remunerativi, N.d.R.]
Noi ci chiediamo se questa somma sia il prezzo attribuito alle persone e soprattutto alle numerose famiglie che si ritrovano una stazione radio base a 10 metri dalla finestra  e soprattutto alla stessa altezza.
Ci si dice di aver fiducia nelle autorità e nella legge… ma quale legge è mai possibile se viene a mancare, da parte delle persone, la fiducia nelle istituzioni? Si è attentato e si sta attentando alla vita e non sono valse le nostre riserve morali né tantomeno le nostre eccezioni legali al procedimento amministrativo.
Il Sindaco, come detto anche medico, ha avuto disinteresse della salute delle persone e ha portato avanti una serie di scuse (in quanto alla fine ha forzato per l’attivazione) che di fatto al momento penalizzano seriamente la nostra tranquillità e la nostra vita.>>
Evoluzione e prospettive. Tra circa un mese, la questione verrà discussa in tribunale ma pare che l'opinione pubblica - ovvero quella che... acquisisce le proprie opinioni sui media - sia già stata intortata dalle assicurazioni del sindaco, pubblicate da un giornale regionale, che affermano di aver risolto il problema nonostante per i cittadini LA SITUAZIONE NON SIA COME VIENE PROSPETTATA perché Il Comune non ha nessun documento definito e CHIARO.
<>

E sappiamo quanto influiscano le "verità" pubblicate dai media sulle decisioni delle corti: sono quasi delle sentenze anticipate alle quali i giudici stranamente si allineano.
Alle loro richieste di pubblicare una smentita o quanto meno una rettifica DOCUMENTATA alla notizia, il giornale li ha mandati ovviamente al... paese degli illusi.
Questa è quella che qualcuno si ostina ancora a definire "informazione".

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A quando un ritorno alla legalità nell'interesse dei cittadini?
Doc Anthropos
integralmente tratto da Impatto Antropico

lunedì 9 aprile 2012

Tartassato sud


Abituato, per la vita che continuo a condurre, a confrontare spesso il reale costo della vita tra il sud ed il centro Italia, a volte anche rispetto al nord, un articolo del genere non mi meraviglia affatto ma anzi conferma quanto esposi in un mio precedente pubblicato quasi tre anni fa.
Da precisare che l'articolo che segue pone l'accento solo sul prelievo fiscale ma in quello che avevo scritto io sull'argomento, si analizzano anche altri fattori. Anzi SOLO altri fattori, perché il diverso trattamento fiscale non lo avevo neanche considerato... . 

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Nel frattempo, nel tartassato sud si "scopre" che oltre a pagare per servizi inesistenti " i cittadini del Sud continuano a pagare più tasse di quelli del Nord e del Centro " ( in proporzione al PIL ) . Lo sostiene  lo SVIMEZ ... ma non si era detto sempre il contrario ?! 

"Le entrate tributarie schizzano in venti anni, dal 1991 al 2010, del 150 per cento al Sud e dell’81 per cento al Centro-Nord: è la fotografia dello stato dei Comuni meridionali che emerge dal primo Rapporto annuale Svimez sulla finanza dei Comuni, sulla base di dati del ministero dell’Economia e del ministero dell’Interno. In termini pro capite – spiega lo studio – negli ultimi venti anni le entrate tributarie sono raddoppiate nei comuni del Centro-Nord, passando da 222 euro nel 1991 a 402 euro nel 2010, mentre al Sud sono triplicate: i 119 euro del 1991 sono lievitati fino a 298 euro nel 2010."
I cittadini del Sud, prosegue il rapporto, continuano a pagare più tasse di quelli del Nord e del Centro:
nel 2010 ogni cittadino del Sud ha versato 298 euro procapite, contro i 385 del Centro e i 410 del Nord. In termini di peso sul Pil le cifre cambiano: il peso delle entrate tributarie sul Pil al Sud è dell’1,74%, al Centro dell’1,34%, al Nord dell’1,36%. Il Sud quindi si trova a pagare +0,38% di Pil di tasse rispetto al Nord.


Fonte :Il denaro.it
Ripreso da INFORMARMY.com

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domenica 8 aprile 2012

Cilento a rischio trivellazioni petrolifere

 Trivellazioni. Il Cilento si ribella alla Shell

Gli abitanti del Cilento si oppongono al progetto della Shell di trivellare un'area a ridosso dell'omonimo Parco Nazionale. Una zona, tra l'altro, interamente a rischio idrogeologico. Come andrà a finire?

Oggi parliamo di petrolio e del Cilento. E parliamo anche di cittadini che si ribellano. Si ribellano alla decisione della Royal Dutch Shell, regina dell'oro nero, la quale vuole cercare il greggio proprio in Campania.
Dopo aver inoltrato la richiesta e dopo aver ricevuto risposta positiva dal Ministero dello Sviluppo Economico, l'azienda ha cominciato l'esplorazione – per la verifica di eventuali giacimenti - della zona tra i monti della Maddalena, al limite tra la Campania e la Basilicata, lungo il confine con il Parco Nazionale del Cilento e Vallo del Diano. L’area che vorrebbero trivellare, è di ben 211 km quadrati.
I vertici aziendali rassicurano, affermando che, per adesso, il progetto di esplorazione (denominato “Monte Cavallo”) sarà solo “teorico”, analizzando dati di archivio e rielaborandoli per cercare di ottenere delle informazioni preziose sulla presenza o meno del greggio.
Come ci fa notare un articolo comparso sul periodico on line Green Style, però: “l’istanza di ricerca di permesso in terra ferma si chiama ‘Monte Cavallo’ ed è stata presentata al Ministero nel 2005. Quello che né Voser (amministratore delegato della Shell, ndr.) né l’Agi dicono, però, è che l’istanza ‘Monte Cavallo’ è letteralmente confinante con il Parco nazionale del Cilento e Valle di Diano. Basta sovrapporre la mappa del parco con quella del permesso di ricerca depositata all’Ufficio Nazionale Idrocarburi e Miniere, per vedere che la zona dove Shell vorrebbe fare i pozzi esplorativi e poi, in caso trovi il petrolio o il gas, i pozzi di estrazione veri e propri è incredibilmente vicina. Voser afferma di non sapere se il Ministero abbia già dato l’ok al progetto petrolifero a due passi dal parco nazionale”.
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In tutto questo ci dimenticavamo dei protagonisti principali di questa storia: i cittadini, le persone che stanno lottando per non avere questi lavori nel loro ‘cortile di casa’. Spalleggiati dal Presidente del Parco Nazionale del Cilento e Vallo del Diano, Amilcare Troiano, e dal Comitato No al Petrolio, i sindaci dei comuni interessati continuano ad opporsi. I loro principali argomenti si basano sui rischi ambientali delle zone interessate (frane, falde acquifere, diversi torrenti) e sugli incidenti che si sono già verificati in passato, come quello più recente del 10 marzo 2012 avvenuto all’oleodotto Eni Viggiano-Taranto, che ha provocato la contaminazione di 10.000 metri quadri di terreno.
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La Shell, si chiederanno in molti a questo punto, li avrà ascoltati? Neanche per sogno, come ci racconta Debora Billi dalle pagine di Blogosfere. Poche settimane fa, infatti, i sindaci ‘No-Shell’: "Decidono di andare a farsi sentire alla Commissione Ambiente della Regione Campania, per decidere il da farsi. E cosa fa la Shell? Li convoca graziosamente al suo cospetto. Lo stesso giorno. Da un'altra parte. Si sa, la Shell è impegnatissima e ha trovato due minuti solo quel giorno lì, cosicché i sindaci se vogliono essere ascoltati dovranno presentarsi puntuali col cappello in mano e soprattutto rinunciando all'audizione in Regione nonché al pronunciamento preventivo dei propri consigli comunali, che ritengono fondamentale".
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Da sottolineare, però, come il Cilento non sia nuovo a questi progetti di trivellazione, visto che la Texaco, società petrolifera americana, quindici anni fa presentò un progetto simile a quello della Shell, che prevedeva la costruzione del pozzo nel Vallone Bersaglio, nel comune di Sala Consilina, con profondità 4.000 metri. Davanti alle remore dei numerosi esperti del settore - che manifestavano evidenti dubbi sulla fattibilità dell'opera per uno dei motivi già elencati, ossia quello di possibili piene (essendo una valle torrentizia) - la Texaco caldeggiò una proposta di sistemazione idraulica che avrebbe deviato il corso dell’eventuale esondazione nel caso di eventi piovosi straordinari. Fu cacciata a pedate da sindaci, cittadini e comitati civici.
Secondo alcuni, l'urlo che risuonò all'epoca fu lo stesso di quello dei valsusini: “Non toccate la nostra valle”.


 
Integralmente tratto da Il Cambiamento

lunedì 2 aprile 2012

Ritorno all'anormalità

L'inverno appena trascorso si è distinto in maniera più marcata del solito rispetto alle stagioni ad esso vicine ovvero si è visto finalmente un inverno... inverno e non una brutta copia dell'autunno o della primavera come accadeva ormai di consueto negli ultimi anni.
Com'è giusto che sia, freddo, grandine e neve non sono mancati ed ancora un paio di settimane fa, sul Monte Cervati non si riusciva a salire in auto oltre i 1400mt di quota a causa della neve accumulata sulle strade durante l'inverno.

Ed ho avuto modo osservare la coincidenza tra una stagione invernale così decisa e l'insolita latitanza di fenomeni apprezzabili o continuati derivanti da irrorazioni aeree.
La conclusione immediata sarebbe quella di accreditare proprio all'assenza o quanto meno alla forte riduzione di irrorazioni aeree, la manifestazione di un inverno normale cioè completo delle manifestazioni atmosferiche che lo rendono diverso dalle altre stagioni.
Non credo sia un'ipotesi da scartare, in quanto se le coperture artificiali (per i media di regime: "innocue velature" che purtroppo innocue non sono di certo) comportano un effetto serra, è logico aspettarsi una mitigazione dei fenomeni tipicamente invernali e così è stato negli ultimi anni in cui era difficile godersi una giornata d'inverno senza scie chimiche.

Oggi pare che la calma sia finita, ed avendo passato la giornata all'aperto più del solito ho notato come si siano dati da fare in grande stile a metà giornata una di quelle coperture artificiali del cielo alle quali purtroppo ci avevano già abituato.

Segue una sequenza di foto scattate tutte in giornata in cui è possibile apprezzare le operazioni in corso e la drammatica conseguenza della copertura artificiale.
L'effetto finale consisterà nella ricaduta di almeno una parte del particolato che andrà ad inquinare terreni e falde della nostra disgraziata zona.
E' possibile cliccare sulle foto per vederle più grandi.

Da sottolineare - se mai ce ne fosse bisogno, ad uso delle persone dalla indefessa fede "sciacondensara" - che le condizioni meteo della giornata erano del tutto proibitive alla formazione di scie di condensa, oggi peraltro non viste.
La giornata infatti è stata caratterizzata anche in quota da venti (relativamente) secchi e caldi provenienti dai settori meridionali con lo zero termico posto al di sopra dei 3000mt.
Ricordiamo invece i parametri indispensabili per la formazione delle scie di condensa che prevedono la simultaneità di temperature inferiori ai 40°C sotto zero ed umidità relativa superiore all'80%; il tutto tassativamente a quote non inferiori agli 8000mt mentre le scie di oggi erano rilasciate visibilmente al di sotto dei cumuli (è noto che la quota massima di formazione dei cumuli è di 2300mt).

In questi casi, l'utilizzo di lenti polarizzate permette di rilevare facilmente anche i fenomeni rifrattivi, dovuti alle sostanze utilizzate, che il biancore diffuso impedisce di apprezzare ad occhio nudo.
Ed oggi infatti, così attrezzati si potevano così notare diversi arcobaleni artificiali.

Un brutto ritorno alla realtà ma parallelamente un monito a non abbassare la guardia e continuare a combattere TUTTE le manifestazioni dell'incipiente Nuovo Ordine Mondiale.

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Aggiornamento del 3/04

Le piogge annunciate per la notte non si sono verificate:
SE i meteorologi avevano azzeccato la previsione, vuol dire che le irrorazioni di ieri hanno sortito (tra gli altri ipotizzabili) un effetto disseccante sull'atmosfera a causa del probabile utilizzo di sali di bario.

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Aggiornamento del 5/04

Mi è sembrato inutile inserire un post dedicato allo stesso evento, visto che dalla "anormalità" appena trattata a quella successiva, relativa al giorno 4/04, non c'è stata in pratica soluzione di continuità.
Ieri infatti, allontanandomi dalla mia abituale residenza per circa 100km in linea d'aria verso la Lucania nella zona del Monte Sirino (PZ) e rimanendo a quota >1500 per diverse ore prima di fare ritorno  in sede, ho potuto apprezzare (si fa per dire) un'orrenda cappa biancastra attraverso la quale la luce del sole, così opacizzata, quasi non proiettava ombre per terra e che è perdurata tutta la giornata in tutta la zona percorsa in senso circolare dal Cilento alla meta del viaggio per poi rientrare attraverso il Vallo del Diano, insomma una copertura totale probabilmente condivisa dal resto... dell'ex Regno delle due Sicilie.

Ma inconcepibile è soprattutto che ben pochi notino stranezze del genere: una foschia così densa e duratura (fino al tramonto!) in condizioni di temperature quasi estive (fino a 31°C letti su di un termometro portatile) ed uno scarsissimo (per i luoghi) valore di umidità relativa percepibile.
Solo al di sopra di tale fenomeno era possibile notare  occasionalmente qualche piccolo cumulo "di bel tempo" che denunciava delle condizioni meteo naturali ben diverse da quelle apprezzabili.
Una cosa mi pare indiscutibile: una foschia così strana non può essere formata da vapore acqueo.

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Aggiornamento del 6/04

La giornata di ieri è trascorsa con la consueta mitigazione dei fenomeni atmosferici contemporanea ed immediatamente successiva a periodi di intense irrorazioni aeree, così le previste ed annunciate piogge si sono trasformate in una nuvolosità permanente che i meteorologi di regime definirebbero "innocua" e d il temporale previsto nel primo pomeriggio in una pioggia non troppo convinta... .