venerdì 5 dicembre 2014

Coordinamento 9 dicembre: la Campania tra le regioni "assenti"

 
Abituata a svettare nelle classifiche negative, la Campania non ha fatto eccezione per quanto riguarda la prontezza nel cogliere il momento giusto per organizzare una protesta che potrebbe gettare le basi per un'emancipazione di qualsiasi "terra dei fuochi" fosse presente in Italia.
Dalla pagina a cui fare riferimento per l'organizzazione dei gruppi, risulta che in tre regioni tra cui la nostra non è stato ancora individuata un'area geografica in cui portare avanti le manifestazioni. La mia paura è che non si trovi un numero sufficiente di aderenti all'iniziativa per giustificarne l'avvio.
Ciò, in una regione che rappresenta circa un decimo della popolazione italiana, è imperdonabile e sintomo del basso livello cumune d'informazione e consapevolezza.
 
Il presidio più vicino per l'area cilentana, rimane in Basilicata sulla Basentana all'altezza di Scanzano Jonico.
 
Uscendo dalla Campania verso nord-ovest, invece, si possono trovare tre presidi organizzati in provincia di Latina che riporto completi dei recapiti di riferimento:
 
LATINA - Via Piave angolo via Persicara (semaforo del cimitero)
per info: Trasolini Alessandro 3332031903 - Enrico Diodati (Enrik) 3426256392

Terracina - Lungomare Matteotti - spiaggetta di levante pressi giardinetti - monumento ai Caduti

per info: Paolo Palmacci 3282936171 - Minutilli Massimiliano 3772595249 - Alessandra 3282531941 - Luigi 3420040464

Sabaudia - Statale 148 al km 81,750 -

per info: Lidia 3391752648 - Salvo 3341496491

 
Diversi altri si trovano nell'area metropolitana della capitale. 
 
Data l'importanza fatidica dell'evento, varrebbe la pena di partecipare organizzandosi adeguatamente anche a costo di allontanarsi un po' da casa.
 

mercoledì 3 dicembre 2014

martedì 25 novembre 2014

Aggettivi e disinformazione

Uno dei motivi che declassificano non di poco il nostro Paese sul piano della libertà e della correttezza dell'informazione è che molto difficilmente le notizie date non veicolano automaticamente un commento del tutto arbitrario. Quasi mai vengono diffuse notizie "pure" e quasi mai ci si limita ad una cronaca oggettiva dei fatti ma li si "colora" contestualmente con un'osservazione (im)pertinente.
Molto spesso è sufficiente appiccicare un aggettivo ad hoc all'oggetto o al soggetto della notizia per definirne a priori una classificazione positiva o negativa o addirittura per stravolgerne il senso.
 
 
Lo spunto mi nasce dalla lettura di un lancio tiscali sulla denuncia di un noto (a quanto pare, ma per fortuna non ne ho mai sentito parlare) calciatore - o più precisamente portiere di palle di calciatori - accusato di guidare "ubriaco".
Cosa c'è che non va in una noitizia così fornita? Molto semplice: la notizia vera è probabilmente che ad un controllo qualsiasi è risultato al di sopra dei limiti alcolemici FISSATI PER LEGGE.
Da questo, ad affermare che è stato fermato "ubriaco" ce ne corre.
E poi si sa che se certe cose accadono a personaggi famosi, e se ne dà ampio rilievo, non è per caso ma per colpirli intenzionalmente e ricondurli all'ordine.
 
I limiti di legge sono infatti solo dei paramentri fissati arbitrariamente da scalda-poltrone di professione (che si ritengono) al di sopra delle leggi che promulgano e che non solo nessun tutore dell'ordine si azzarderebbe a testare ma che non hanno neanche il problema di guidare perché dispongono di abbondanti mezzi ed autisti pagati da noi, anche da quelli a cui viene ritirata (spesso indebitamente) la patente.
 
Lo stesso personaggio politico responsabile dell'introduzione degli attuali severi limiti di velocità (l'allora famigerato Ministro Ferri, mi pare) esclamò ad un'intervista che quando aveva fretta spronava i suoi autisti ad infischiarsene dei limiti. E così fan tutti i politici.
 
Ho già fatto presente da queste pagine - o forse da quelle del sito ma fa lo stesso - che il superamento del limite alcolemico in uso in Italia non ha una rilevanza assoluta sulle capacità di guida (e quindi sulla sicurezza stradale) ma solo relativa alle capacità di guida del soggetto ed all'influenza che l'alcool può avere sulla sua capacità di auto (in tutti i sensi...) controllo. In altri Paesi i limiti sono diversi e questo non autorizza a concludere che la fisiologia dei loro guidatori sia diversa dalla nostra ma solo che i loro legislatori la pensano diversamente.
Del resto, fino al giorno prima che abbassassero le costanti chimico-cliniche per definire le condizioni di iperglicemia o ipercolesterolemia, c'erano in giro molti "malati" in meno... .

Se il legislatore al di sopra delle leggi fosse realmente interessato a ridurre i fattori di rischio e l'incidentalità, si preoccuperebbe PRIMA DI TUTTO d'indagare sulle cause che conducono il 98% dei guidatori rilevati SOBRI a causare incidenti. Ed io indagherei anche sul 2% degli "ubriachi per legge" che hanno causato un incidente: è proprio vero, caso per caso, che la responsabilità è da ascrivere all'alcool o sono intervenuti altri fattori indipendenti dalla loro condizione alcolemica?
Si fa presto a dire: "Ha fatto incidente perché era ubriaco." Più oggettivamente si deve indagare su cosa è successo realmente.
In determinate situazioni - ma non prendete alla lettera ciò che dico - una leggera condizione alcolica può perfino rivelarsi utile per evitare un incidente! Come è possibile? Semplice: Allungare i tempi di un "panic stop" può evitare un tamponamento a catena o un'uscita di strada a causa del fondo ghiacciato. E questo è solo un esempio.
Quindi, varrebbe la pena di essere più oggettivi sui fatti ed analizzarli con meno presupponenza, se si vuole far valere la verità.

Altro esempio?
Tempo fa, nel Comune di Castellabate fu arrestato un mio coetaneo subito accusato da due o tre lanci (pseudo)giornalistici di "coltivare droga in giardino". In questo caso, di sbagliato non c'è solo un aggettivo ma proprio tutto il lancio in quanto è evidente che nessuna droga può essere "coltivata" in giardino, se mai può essere estratta da una pianta con opportuni procedimenti  e se è per questo la canapa a cui si è fatto indebitamente riferimento è solo una tra le innumerevoli piante da cui si possono ricavare sostanze psicotrope. L'unica cosa che la distingue dalle altre è che in passato fu bandita su pressione di almeno un paio di potenti gruppi industriali (la Standard Oil della famiglia Rockefeller ed il colosso chimico dell'omonima famiglia Du Pont). Chissà come mai nessuno ha mai bandito la coltivazione del papavero da oppio da cui le Case farmaceutiche ricavano (anche) la morfina ed altre organizzazioni non meno criminali ricavano l'eroina? Al contrario, il Paese primo produttore al mondo di tale coltura, l'Afghanistan, ha addirittura aumentato la produzione dopo la sua sottomissione militare agli USA.
Quindi, varrebbe la pena di distinguere a priori tra l'oggettività e la soggettività di un presupposto.

Altre amenità giornalistiche di cui diffidare:

Femminicidio - di gran lunga il neologismo più idiota ed infondato tra quelli in uso. Prima di tutto perché l'uccisione di una femmina - se realmente si vuole la parità tra i sessi - ha lo stesso identico valore di quella di un maschio facente parte della stessa specie a cui teniamo tanto e che da sempre è definita "umanità" senza (giustamente) distinzione di sesso. Potremmo anche chiamarla "donnità" con buona pace dei femministi e senza che la definizione cambi nella sua sostanza (e poi magari starei qui a parlare della stupidità del "maschicidio"...). Secondariamente ma poi non tanto, dal punto di vista di un'informazione corretta, non c'è assolutamente bisogno di indurre la gente a pensare che gli omicidi di donne siano in aumento visto che almeno nel nostro Paese sono statisticamente in diminuizione da diversi anni (Fonte: Ministero degli Interni).

Efferato delitto - (efferato =  crudele, feroce, inumano) Difficile trovarsi a redarre la cronaca di un omicidio elegante o signorile oppure condotto con tutti i crismi riservati ad un'esecuzione capitale per cui almeno nel lancio varrebbe la pena di limitarsi a ciò che realmente è successo salvo poi fornire ulteriori particolari: sarà il lettore a dare un eventuale giudizio qualitativo dell'accaduto in base ai particolari resi dagli approfondimenti di cronaca. Tenendo conto che "efferati delitti" sono anche e soprattutto tutti quelli commessi nel corso di operazioni militari di attacco (in quanto non supportati da stati d'animo che giustifichino una particolare rabbia - del tutto umana - contro le vittime. In base a questo punto di vista, si può affermare che solo chi attacca immotivatamente può commettere delitti "efferati", non certo chi si difende. Dovrebbero tenerlo presente i giornalisti italiani quando esaltano, da sudditi fedeli, le gesta dei militari americani e dei loro complici all'attacco).

Termovalorizzatore - Questo termine è usato quasi sempre ipocritamente o ignorantemente a sproposito al posto del più corretto "inceneritore" (di rifiuti) inducendo la gente a pensare che bruciare i rifiuti comporti una loro valorizzazione. La realtà è che bruciare rifiuti comporta la produzione di benzopireni, diossine ed altri prodotti altamente tossici e cancerogeni ridotti in particolato finissimo ed invisibile in grado di insinuarsi fino agli alveoli polmonari (di gran lunga inferiore al famoso PM10 che in pratica è fumo visibile e che in genere non penetra oltre le narici).

Velature del cielo - Definizione coniata dopo l'avvento della pratica delle irrorazioni aeree per cercare di "normalizzare" agli occhi degli ascoltatori una condizione artificiale del cielo.

Pirata della strada - locuzione utilizzata indifferentemente per definire sia veri criminali al volante che poveri malcapitati a cui si è parato davanti, senza alcuna possibilità di evitarlo, un ciclista imprudente. In passato, fuggire dal teatro dell'incidente per poi costituirsi consentiva al presunto responsabile di non essere incarcerato prima dell'accertamento ufficiale dei fatti: adesso non saprei se ancora è così ma credo di no perché mi pare che allontanarsi dal luogo di un grave incidente costituisce quanto meno reato di mancato soccorso agli eventuali (altri) feriti. Boh?

Organizzazione criminale - chissà perché questa definizione non viene mai utilizzata per definire le banche nella loro essenza e modalità operative, non dissimili da quelle delle organizzazioni criminali comunemente intese come tali. 
 
Il 5 dicembre iniziano le ostilità:
- informati ed organizzati -

giovedì 6 novembre 2014

Incendi di fine stagione

 
Non ci sono dubbi: è lo scirocco ad istigare istinti incendiari ai pochi piromani ed ai tanti altri psicopatici coinvolti nell'affare degli incendi boschivi o di macchia.
 
Infatti è molto difficile che i suddetti si diano da fare con venti provenienti da altre direzioni, un po' perché la costa cilentana giace sulla direttrice dello scirocco e quindi questo vento favorisce l'attacco sistematico della fascia costiera in senso SE>NO impedendo un'eccessiva propagazione verso l'interno che sarebbe favorita invece da venti di terzo quadrante, un altro po' perché lo scirocco si manifesta in zona come un vento secco particolarmente adatto agli oscuri scopi degli incendiari.
 
Oddio, "oscuri" fino ad un certo punto perché se la Magistratura indagasse seriamente su tali azioni in base al basilare principio "cui prodest" non ci metterebbe molto ad individuare se non gli attori almeno i mandanti. Ma tant'è.
 
 
Articoli correlati:
 
 
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Aggiornamento delle ore 10
 
Come previsto, lo scirocco continua ad alimentare la devastazione ed il tentativo del fuoco di estendersi (ulteriormente) oltre il crinale, sull'abitato di Case del Conte. A giudicare dalla colonna di fumo che si vede adesso, un nuovo e più importante focolaio dev'essersi sviluppato sul versante sud che si trova in vista della famigerata istallazione del Monte Stella, già sospettata in passato di aver contribuito attivamente all'accensione di focolai con metodiche simili a quelle che causano la maggior parte degli incendi a Canneto di Caronia. 
Ricordo in questa sede che già un semplice radar può essere fungere da arma scalare ove utilizzato a determinate frequenze e con sufficiente potenza. Le famose armi scalari (impropriamente definite "non letali") montate dall'esercito USA sui suoi blindati allo scopo di... surriscaldare a microonde nemici e più o meno pacifici dimostranti, non hanno nulla di strutturalmente diverso da un radar se non - appunto - la potenza e le frequenze utilizzate.
 
Da un paio d'ore un Canadair svolazza (a nostre spese) sul teatro dell'incendio e saltuariamente sgancia il suo pieno d'acqua, così il caldo che insiste sulla zona passa da secco a umido, per la gioia della fauna locale.


Anche in frangenti come questo torna utile manifestare il proprio dissenso attraverso iniziative come quella prevista a partire dal 5 dicembre, allo scopo di stroncare il sistema perverso di provocare artificialmente catastrofi per poi avvantaggiarsene offrendo, già pronta come per incanto, la soluzione.

Articolo di riferimento:
 
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Epilogo (si spera) delle 13:40
 
Alla faccia delle tante svolazzate e delle poche irrorazioni, l'incendio ha comunque devastato circa metà del versante NO della collina che corona ad est l'abitato di Case del Conte. Per fortuna, Madre Natura o chi per lei ha deciso di far piovere quindi si spera che il fuoco si estingua prima di provocare altri danni. Amen.


 
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Ore 15: Amen un corno
 
In questo frattempo la pioggerella è cessata prima di aver spento i focolai, il vento è ripreso e con esso l'incendio della macchia sovrastante l'abitato. Il fuoco si sta propagando vivacemente e rapidamente verso nord, ben al di sotto del crinale che ha agevolmente scavalcato grazie al vento.
Il fumo rimane basso per via delle condizioni meteo ed avvolge tutta la pianura sottostante creando un'atmosfera da tregenda che non può essere resa da una semplice foto.

Intanto il Canadair ha ripreso a svolazzare, sempre a nostre spese, senza sganciare nulla ed a debita distanza dall'incendio. Mi pare che i forestali percepiscano un'indennità ad ettaro bruciato (non preservato!) ma naturalmente potrei sbagliarmi.
 
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Evoluzione finale
 
L'incendio partito prima dell'alba si è poi estinto a sera inoltrata, dopo aver devastato diversi versanti delle piccole colline tra Rosaine ed il bivio di Giungatelle. Si è sviluppato con tutto il supporto del vento teso da sud, particolarmente caldo e secco. Il fumo acre è rimasto basso sulle circostanze dell'incendio, fiamme hanno minacciato da vicino abitazioni a mezza costa, altre hanno provocato corto circuiti nelle linee elettriche. Il giorno successivo, pur dopo la pioggia, si potevano apprezzare ancora dei focolai attivi in mezzo alla terra bruciata. Uno spettacolo veramente osceno, altro che pornografia.
 
Il 5 dicembre iniziano le ostilità:
- informati ed organizzati -

mercoledì 29 ottobre 2014

Lamentarsi e dire "GOVERNO LADRO" non serve più!

Il 5 DICEMBRE
INIZIANO LE OSTILITA'
Contro questo governo illegittimo, per il rispetto e per il ripristino della nostra Costituzione
 
  • SIAMO UN POPOLO a difesa di tutti quegli italiani che vivono vite normali: padri e madri di famiglia, giovani in cerca di un futuro sereno, deboli e dimenticati.
  • SIAMO UN POPOLO che riconosce che nessun partito politico, nessuna sigla sindacale o di altre organizzzazioni ha effettivamente avuto a cuore gli interessi della nostra Nazione.
COORDINAMENTO
   NOVE DICEMBRE
 
CONTATTACI PER CONOSCERE GLI ATTIVISTI DELLA TUA ZONA E LE AZIONI CHE SARANNO INTRAPRESE NELL'IMMEDIATO FUTURO
 
GRUPPO OPERATIVO NAZIONALE:
- FRANCESCO cell. 392.0066630
- LIDIA cell. 339.1752648
- SALVO cell. 334.1496491
 
 

venerdì 24 ottobre 2014

Quando fa freddo e non ci sono croci in cielo

Vi è mai capitato di addormentarvi su di un veicolo in movimento? Un treno, un bus, un’auto, un aereo, un traghetto… a me è capitato che mi venisse sonno perfino in moto, e non solo da passeggero! Nonostante infatti, a meno che non si sia in cuccetta, il treno non offre il massimo di ergonomia per prendere sonno e neanche i migliori bus, neppure le auto e men che mai le moto, la monotonia del suono (e degli stimoli sensoriali in generale) poco importa la sua intensità, sortisce un effetto ipnotico che favorisce l’oblio della veglia. Non a caso, la focalizzazione dello sguardo su di un oggetto fisso e l’ascolto di suoni ripetitivi sono usati da sempre per favorire la meditazione.
Perfino in una cuccetta a confine con la sala macchine di una nave si riesce a dormire, ed in sala macchine in genere è necessario proteggere le orecchie con delle cuffie dall’intensità del suono. Inoltre, linee di trasmissione e motori, per quanto bilanciati producono sempre delle vibrazioni non di poco conto ma costanti… .
E avete fatto caso che addormentandosi in simili contesti, ci si risveglia di soprassalto non appena lo stimolo sonoro scende d’intensità repentinamente? Se guidate, è inutile che cerchiate di fermarvi quanto più dolcemente possibile presso l’area di sosta: non appena spegnerete il motore, il passeggero che sta dormendo profondamente accanto a voi si sveglierà. Le variazioni di stato infatti sono causa di risveglio, e non solo da un sonno fisiologico… .
Negli ultimi giorni, almeno qui nel Cilento, la temperatura è scesa repentinamente a valori invernali, risvegliandoci dal torpore indotto dalla mitezza dell’ultimo periodo e facendoci frettolosamente recuperare indumenti più protettivi dai ripostigli estivi. I vari notiziari meteorologici adducono le solite responsabilità a particolari masse d’aria fredda provenienti dai Balcani o dalla Siberia veicolati da venti di primo quadrante, aree di bassa pressione posizionate qui e là ma si guardano bene dall’osservare che la presente condizione meteo dovrebbe essere perfettamente normale, trovandoci ad ottobre inoltrato e considerando che il clima sulla Terra si sta gradualmente raffreddando… .
Come, voi sapevate il contrario? Beh, se reperite a riguardo dei dati non manipolati vi accorgete che da quasi vent’anni a questa parte la tendenza ad un riscaldamento globale si è invertita e parecchi ghiacciai, compresa la stessa Antartide, stanno aumentando di volume tanto da provocare un abbassamento del livello del mare. Per quanto riguarda lo scioglimento dei ghiacci dell’Artide, al polo nord, il discorso è un po’ diverso prima di tutto perché si tratta di ghiacci galleggianti e quindi influenzati anche dalla temperatura delle acque in cui si trovano, il cui scioglimento non può influenzare il livello del mare (ci avevate mai pensato?) e poi perché pare che una parte della responsabilità del loro scioglimento sia dovuta alla ricaduta di neve più o meno “nera” ovvero contenente particolati inquinanti sospesi in atmosfera sull’Artico. Questo comporta due effetti riscaldanti: l’effetto serra generato dai particolati in sospensione e la minore albedo o rifrazione della luce dovuta alla neve non perfettamente bianca. E non rifrangere perfettamente la luce significa automaticamente assorbire una determinata quota di radiazione termica.
Del resto non è strano che i media di regime manifestino una certa inerzia nelle loro convinzioni. In genere questo è dovuto al fatto che una notizia che induce ascolti si tiene finché si “vende bene” senza preoccuparsi di eventuali smentite. Quando si rovina la vita di qualcuno accusandolo senza indugio di essere Unabomber in persona oppure una Bestia di Satana e si realizzano una serie di trasmissioni incentrate su questo, dover ammettere poi che il soggetto era estraneo ai fatti è un duro colpo per l’audience e ci si limita, quando proprio risulta indispensabile farlo per dovere di cronaca, ad una smentita relegata una volta sola in penultima pagina… .
I principali media, quindi, non si sono ancora accorti che la tendenza climatica si è invertita da parecchi anni perché ancora si vende bene la favola del riscaldamento globale ed anche perché, come tutte le catastrofi vere o fasulle, costituisce sempre oggetto di speculazione e guadagno per qualcuno. Prima o poi si accorgeranno anche che le attività antropiche industriali sono pressoché ininfluenti sulla temperatura globale e men che mai può avere qualche influenza degna di nota la quantità di CO2 prodotta, visto che con tutte le nostre attività non riusciamo a produrne neanche un punto percentuale di quella che produce naturalmente il mare e che è di principale nutrimento per tutta la vita vegetale. Capiranno, prima o poi, che le temperature medie della Terra sono determinate quasi esclusivamente dall’attività solare che che l’Uomo, per il momento, può al massimo influenzarla a livello locale ed in maniera transitoria. Ci metteranno decenni, probabilmente, come ci hanno messo tanto per capire che Al Queida è stata (creata e poi) sciolta dalla CIA nel 2002 ma i TG di mezzo mondo (occidentale) hanno continuato a parlarne come se fosse ancora esistente e capace di azioni mirabolanti. Se lo stesso ente di cui sopra non si fosse inventato l’ISIS, ancora ci tedierebbero col tormentone Al Queida.
Non parliamo poi di Bin Laden che dopo essere stato ucciso nel 2001 ha continuato a riempire le cronache terroristiche per oltre un decennio fino a dover essere… nuovamente ucciso, questa volta con tutti i crismi dell’ufficialità, dopo averlo ripescato notevolmente ringiovanito, nonostante la sua grave insufficienza renale lo avesse ridotto a mal partito già poco prima di essere ammazzato per la prima volta nel 2001.
Con tutto questo che voglio dire?
Che il cielo che vedete proprio ora sopra le vostre teste è NORMALE e vi sembra strano solo perché all’improvviso hanno “spento il motore” ovvero è successo qualcosa che vi fa risvegliare dal torpore: il cielo non è più cosparso di scie chimiche evidenti, hanno sospeso le irrorazioni, non si vedono tracce di aerei (nonostante il NORMALE traffico aereo sia sempre lo stesso) proprio quando, in condizioni di basse temperature, la formazione di scie sarebbe più probabile.
Capito adesso? È questa la normalità: un cielo privo di scie chimiche, nel caso non ve ne foste ancora accorti.
E se fa più freddo del "solito" è proprio perché è venuto meno l'effetto serra generato dalle irrorazioni. Per una (tardiva) presa di coscienza, il problema è proprio questo: la consuetudine serrata delle irrorazioni che rendono i nostri cieli bianchi e lattiginosi anziché azzurri come dovrebbero essere, fa in modo che i primi sembrino normali. Ed è normale per tutti quelli che sono nati nell’era delle scie chimiche e che solo poche volte in vita loro hanno visto il cielo azzurro quasi, anzi proprio come se si trattasse di un evento eccezionale.
Ma io ricordo bene che negli anni ’60 i cieli erano veramente azzurri, e non al massimo celesti come nelle rarissime belle giornate di oggi, nonostante ci si trovasse in pieno boom industriale e nessun tipo di filtro abbattesse per legge né i fumi industriali né quelli prodotti da tutti i motori Diesel.
Svegliatevi ed osservate il cielo, l’occasione vi è data da questo sprazzo inconsueto di normalità.

Spunti di riflessione:
- le temperature medie si sono abbassate;
- il traffico COMMERCIALE aereo è sempre lo stesso;
- proprio ora che fa più freddo NON si vedono scie PERSISTENTI in cielo;
- le scie di CONDENSA si formano ESCLUSIVAMENTE ad alta quota (oltre 8000m) con temperature molto basse (inferiori ai -40°C), con alti tassi di umidità relativa (oltre 70%) e persistono generalmente per meno di un minuto, dopodiché scompaiono lasciando il cielo limpido come prima.
A voi le conclusioni...
Articolo corrrelato:

martedì 12 agosto 2014

Auto nuove o usate?


Il parametro fondamentale di cui si deve tener conto quando ci si trova dinanzi ad simile dilemma è la disponibilià finanziaria ovvero l'entità dello stanziamento di denaro che siamo disposti a spendere per l'acquisto di un'autovettura.
Può sembrare una cosa scontata ma non è così per almeno due motivi.
Il primo è che quando si possiede una disponibilità economica di gran lunga superiore alla cifra necessaria per comprare un veicolo nuovo che soddisfi le nostre esigenze, si ragiona "da ricchi" ed all'usato non ci si pensa neanche. Quando è invece necessario misurarsi attentamente è il nuovo a non essere neanche preso in considerazione. Lapalissiano? Non lo è per chi, come me, nella vita si è trovato ripetutamente a passare dalla condizione di benestante a quella di squattrinato indebitato verso privati e/o verso l'erario.

Nel corso della mia vita, ho sempre dato una priorità assoluta al parco veicoli e ciò non solo per una passione per il motorismo che mi ha accompagnato fino a poco più di un decennio fa ma anche e soprattuto per le mie esigenze di spostamento e trasporto merci, sia private e familiari che lavorative.
Mi sono accorto che quando valutavo l'acquisto di un veicolo necessario, pensavo automaticamente ed esclusivamente al nuovo se non avevo problemi economici ed all'usato se avevo un budget limitato. Ciò senza neanche rammaricarmi di non potere acquistare il nuovo. Sono una persona abituata a bilanciare i propri desideri sulle cose a cui ho effettivamente la possibilità di accedere, alla faccia della Legge dell'Attrazione che affascina gran parte delle persone più disadattate e deluse dalla vita che io conosca.

Ora non è più così ed al nuovo non ci penso neanche quando potrei permetterlo.
Il secondo motivo riguarda i soli "ricchi", visto che i "poveri" non hanno alternative da scegliere, come al solito. Ma per dei ricchi che siano oculati nelle loro scelte bisogna considerare che esiste un'indiscutibile convenienza economica nell'usato anche in termini d'investimento: ad un anno dall'acquisto, infatti, un veicolo nuovo si sarà svalutato almeno il doppio, sia in termini percentuali che ancor più in quelli assoluti, di un corrispondente veicolo acquistato usato.
Tenendo conto anche di questo allora la domanda allora è: esistono vantaggi significativi ad acquistare un veicolo nuovo anziché usato (in ottimo stato)?
La risposta presuppone ovviamente il confronto con un veicolo usato che assicuri la stessa affidabilità del veicolo nuovo. A riguardo esiste un rilievo statistico che rivela che nell'arco delle prime migliaia di km percorsi, un veicolo acquistato nuovo richiede mediamente più interventi d'officina di un veicolo acquistato usato (appena revisionato).
La curva illustrata visualizza la probabilità con cui un veicolo può richiedere degli interventi d'officina in funzione dei chilometri percorsi ed è riferita ad un veicolo acquistato nuovo.

Per ricavare la curva relativa ad un veicolo usato, basta non tenere in considerazione il primo tratto discendente della curva, ciò perché un buon usato è in genere appena revisionato da un altrettanto buon rivenditore onesto e competente mentre il nuovo avrà molto probabilmente bisogno di piccoli interventi di messa a punto nel corso dello "scioglimento" della meccanica costituito dal suo rodaggio, quando non presenterà addirittura qualche rottura dovuta a qualche componente difettoso sfuggito al controllo di qualità effettuato in fabbrica.
Bisogna considerare che un veicolo usato è molto più collaudato di uno nuovo!
La stessa cosa vale addirittura per gli pneumatici per i quali è noto che la rottura di una carcassa è molto più probabile per uno pneumatico nuovo che per uno ricostruito! Il motivo è semplice: una carcassa difettosa di fabbrica si rompe subito; se non lo fa, la sua vita operativa è di gran lunga superiore a quella del suo battistrada.

Stiamo parlando sempre di un rivenditore attento a non ritirare usato in pessime condizioni e che poi cerchi di rivenderlo! Chi si rivolge all'usato lo fa quasi sempre per soddisfare determinate esigenze e solo molto di rado in base a motivazioni frivole che possono anche essere accantonate e rimandate senza problemi, nel caso di un fermo macchina occorso al veicolo.
I commercianti più accorti e previdenti, inoltre, offrono al cliente una garanzia assicurativa che copre eventuali danni che si manifestino nell'arco del primo anno dall'acquisto del mezzo.

Ultimamente invece, mi è capitato che, a seguito di un acquisto condotto frettolosamente a centinaia di chilometri da casa ed in prossimità della chiusura giornaliera e settimanale dell'attività, mi sono ritrovato proprietario di un veicolo che mi ha dato una serie infinita (perché non è ancora finita) di problemi che il commerciante si è rifiutato di prendere in considerazione e di risolvere, respingendo perfino le mie mail e lettere raccomandate.
Incappare in disavventure del genere può far rimpiangere il fatto di non aver pensato di acquistare un veicolo nuovo (che comunque in questo momento non mi sarei potuto permettere, considerando che si tratta di una Range Rover scelta per determinate mie esigenze). Ma questo non significa che non esistano commercianti onesti e ottime auto usate pari al nuovo, come si dice in gergo da rivenditore serio.

Dei rivenditori che di sicuro non sono seri e se ne fregheranno dei gravi problemi che potrebbero darvi dei veicoli acquistati da loro, sono i titolari della:

Auto & Moto S.R.L. - Via Fontanese 37 - Castelnovo di Sotto (RE)

PERICOLO: EVITATELI!!

Approfondimento con tutti i particolari della vicenda:
(sito off line)


 - Aggiornamento del 16/06/2016 - 


Il sito a cui puntava il link è off line ma la documentazione è comunque tuttora esistente e la causa da me intentata si è chiusa a mio favore nel luglio dello scorso anno ma il giudice non ha ancora depositato la sentenza e quindi non ho ancora recuperato neanche un Euro!
Da notare che per avvalermi di un più rapido procedimento avevo intentato causa per un danno inferiore ai 5000€ - in modo da risolvere la questione davanti ad un Giudice di Pace - anche se a conti fatti ne ho persi circa 8000.
Lascerò on line questo articolo fino a che non otterrò delle scuse formali ed un rimborso forzatamente forfetario dalla Ditta sopra citata.

mercoledì 16 aprile 2014

Renzi compra 1300 auto blu con i nostri soldi

...però ne svende 100 delle vecchie ed i media di regime passano solo la seconda notizia, per altro sagacemente diramata solo dopo la chiusura dell'asta per gli acquisti.
In tal modo sembra che l'ultimo Presidente del Consiglio imposto agli italiani stia veramente cercando di arginare il deficit pubblico, pur se lavorando sugli spiccioli invece che sul capitale.
Infatti ha poco senso (se non di valenza propagandistica) recuperare qualche sparuto milione di Euro tagliando qua e là la spesa pubblica quando se ne elargiscono miliardi a fondo perduto alle banche private, e senza ottenere nulla in cambio (per lo Stato).

Ecco come ci prende in giro: la sua Giulietta sembra bianca ma in realtà è... blu, ovvero è un'auto di Stato.

E' così che si crea la realtà PERCEPITA: si parte da dati statistici inoppugnabili (ammettiamo che sia così) per poi estrapolarne solo la parte che sostiene la verità che si vuole far passare.
Non saranno certo 100 vecchie auto pubbliche svendute su e-bay a risanare le casse dello Stato quando contestulamente se ne comprano altre 1300 nuove!!
 
Il bamboccio fiorentino gioca, come i suoi ultimi predecessori, con le briciole di soldi e potere concessegli dai suoi padroni (non solo americani) e non cambia molto lo stile già adottato per il Comune di Firenze quanto a preferenze per appaltatori amici e nepotismo.
Per inciso, ad esclusivo uso di sua moglie sono state assegnate ben 4 auto blu. Ma forse non necessariamente di colore blu.

Articoli di approfondimento:

http://www.pressnewsweb.it/2014/03/allasta-cento-auto-blu-ma-lo-stato-e.html

http://www.informarexresistere.fr/2014/02/14/renzi-bugiardo-e-pericoloso-ha-troppi-padroni-potenti/

http://heymotard.blogspot.it/2012/12/auto-per-tutti.html

http://heymotard.blogspot.it/2013/05/attenti-alle-auto-blu-ma-anche-quelle.html

lunedì 3 marzo 2014

Patrioti su due ruote

Hanno guardato forse un po' troppi films americani per appassionarsi a simili orrori a due ruote ma sono ammirevoli per lo spirito che li anima e per i loro proponimenti: ne avessimo di "bikers" così in Italia invece degli smidollati plagiati dalla sottocultura americana che ci ritroviamo! Ma c'è da dire che da noi la propaganda USA ha trovato terreni, anzi orticelli molto più fertili: l'Italia è per sua stessa costituzione un Paese zerbino e discarica (non solo culturale) anglosassone, salvo una fugace presa di coscienza durata circa un ventennio... .

Nell'attuale Ucraina destabilizzata dalle forze NATO con l'appoggio di una sparuta minoranza interna(*), c'è più che mai bisogno di patrioti resistenti, come loro, che delegittimino governi-fantoccio filoamericani e guerrafondai come quelli che si stanno succedendo alla guida del nostro Paese.
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I Lupi della Notte (perché non "I Lupi della Steppa?!?) sono il più grande club motociclistico della Russia , con oltre 5.000 membri. Fieramente patriottici e credono, un po’ ingenuamente, che “...laddove sono i Lupi della Notte, dovrebbe essere considerata Russia” .
Hanno hanno recentemente organizzato una cavalcata di massa dal nord-est dell’Ucraina attraverso le regioni orientali in lingua russa fino alla Crimea con l'intenzione di distribuire rifornimenti alle forze delle milizie filo-russe.
Un membro della sezione locale del club ha dichiarato: “Non vogliamo che quello che è successo a Kiev possa accadere qui. Nazisti e banditi hanno preso il potere. E se dobbiamo combattere, noi combatteremo con tutto ciò su cui siamo in grado di mettere le mani.”
I Lupi si formarono durante la Perestroika negli anni ’80 in Russia come gruppo anti-sovietico che amava musica rock e motociclette. Ancora oggi, affermano di rifiutare tutte le leggi, scritte e non scritte, e tutti i movimenti politici o religiosi .
In realtà, i collegamenti di Putin col gruppo sono abbastanza considerevoli: il presidente russo ha un’amicizia duratura con il leader del gruppo, Alexander Zaldostanov, soprannominato ‘Il chirurgo ‘ .
Putin una volta ritardò di diverse ore il suo arrivo ad un incontro con il leader ucraino Viktor Yanukovich perché era in tour in moto in Crimea con ‘il chirurgo’ Zaldostanov.


 L’anno scorso, concesse a Zaldostanov l’Ordine d’Onore per il suo “lavoro attivo nell’educazione patriottica dei giovani”. In cambio, Zaldostanov ha elogiato il presidente per i suoi tentativi di “ripristinare la grandezza della Russia” .

Nel 2011 Putin ha guidato una colonna di Lupi della Notte nella città russa di Novorossiysk per un bike show, raduni e gite del gruppo sono diventati un’espressione di potere russo nell’Europa orientale.

Quando il gruppo pseudo femminista delle Pussy Riot dissacrò una cattedrale di Mosca, i Lupi si offrirono di proteggere le cattedrali ortodosse contro ogni ulteriore atto di teppismo.
Fonte: VoxNews

giovedì 6 febbraio 2014

La FCA non è quello che pensate ma è la nuova FIAT anglosassone


A completamento dell'articolo precedente, in cui stigmatizzavo un consistente investimento oltre oceano da parte del gruppo FIAT, ecco che non solo i capitali del gruppo lasciano il Paese ma il gruppo stesso, trasferendo baracca e burattini all'estero!
La notizia non è di quelle da prima pagina in Italia, in cui i media di regime preferiscono occuparsi di calcio, della vita privata dei politici, di corna&pettegolezzi vari pur di evitare di focalizzare l'attenzione degli ascoltatori su degli argomenti significativi, ma non è passata inosservata da parte di un media svizzero d'informazione finanziaria da cui è stata tratta.

Per quanto riguarda la fuga di capitali, citata in apertura dell'articolo, c'è da ricordare come la FIAT abbia da sempre beneficiato a piene mani di denaro pubblico ad essa elargito a fondo perduto con la scusa della preservazione dei posti di lavoro; ciò ogni qualvolta annunciava di essere in crisi. Tutto questo, attraverso la connivenza dei sindacati ed ovviamente di tutte le forze politiche, in particolar modo quelle di sinistra che istituzionalmente si sono sempre arrogate il diritto di difendere i lavoratori (ma solo i dipendenti, non certo gli imprenditori: tanto per essi il lavoro nasce sotto i cavoli). Per cui, è bene ricordarsi che buona parte di quei capitali provengono dalle nostre tasche.
 
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Fuga di capitali, fuga di cervelli e, adesso, fuga delle aziende. Il Belpaese sembra soffrire di un’inarrestabile emorragia che a lungo andare le costerà cara.
 
Mentre il Governo Letta sta cercando, ricalcando il passato in chiave più stringente, di riportare liquidità in Italia punendo gli evasori con la voluntary disclosure, la prima azienda italiana cosa fa? Scappa all’estero per beneficiare di un regime fiscale più vantaggioso.
 

La Fiat, la storica casa automobilistica torinese legata alla famiglia Agnelli, fa fagotto e se ne va: sede legale ad Amsterdam e, probabilmente, residenza fiscale in Gran Bretagna. Il motivo è molto semplice: l’Italia non è più attrattiva. Meglio Londra che dal 2010 ha attuato una riforma per attirare gli investimenti dall’estero e invitare le multinazionali alla “delocalizzazione”. E a quanto pare funziona.

Il modello britannico alletta perché il sistema di imposizione dei redditi esteri è più snello e meno oneroso, un po’ come quello svizzero. Inoltre il Regno Unito ha creato convenzioni internazionali vantaggiose con costi sui interessi e dividendi inferiori. Persino le tasse sui dividenti degli investitori sarebbero meno care di quelle italiane. Da un trasloco oltremanica i manager italiani non possono che guadagnarci, contando bonus più sostanziosi e incentivi migliori.
 
Così, dopo 115 anni al Lingotto, senza troppi fronzoli, il Ceo del Gruppo, Sergio Marchionne, ha annunciato la partenza di Fiat che, per chiudere completamente un’era, cambia anche logo e nome. Fiat Chrysler Automobiles, abbreviato Fca: questa la nuova identità di un’azienda che di italiano, ormai, avrà solo i natali.
 
Il presidente John Elkann, nipote di Giovanni Agnelli, non ha potuto mostrarsi che entusiasta, definendo la FCA “...l’inizio di un nuovo capitolo della nostra storia che permetterà di affrontare il futuro con rinnovata motivazione ed energia”.

Il board di Fiat, anzi di Fiat Chrysler Automobiles, ha assicurato che in Italia non cambierà nulla e che tutti i posti di lavoro verranno mantenuti. Per chetare gli animi di quelli che piangono nel vedere una pietra miliare del Paese andarsene, il sindaco di Torino, Piero Fassino ha voluto sottolineare che "Torino e l'Italia continuino a essere l'headquarter europeo del gruppo".

Una magra consolazione per un’Italia dove l’industria si sta praticamente dissolvendo. E se Fiat deve dare l’esempio…
 
 
integralmente tratto da ECplanet, ripreso da ticinofinanza.ch
 
articolo di riferimento:

venerdì 3 gennaio 2014

Come investire all'estero altri 1750 milioni di dollari italiani

Va bene che il gruppo FIAT è ormai da molti anni una holding internazionale e non più una mera Fabbrica Italiana Automobili Torino ma molti italiani, quelli che scelgono prodotti del marchio immaginando di far bene al Paese, sono ancora convinti che si tratti di un'industria "nazionale" anzi quasi statale, visto che d'industrie automobilistiche statali non ne abbiamo più.
La verità invece è quasi all'opposto: la FIAT degli inizi '900 è diventata in molto meno di un secolo pressoché monopolista della produzione automotiva nazionale fagocitando marchi come Autobianchi, Ferrari, Lancia, OM e perfino Alfa Romeo che era uno dei gioielli di Stato svenduti al peggior offerente; e questo succedeva ancor prima che la cricca capeggiata da Romano - poco romano ma molto inglese - Prodi desse l'avvio alla distruzione sistematica e poi alla svendita delle industrie nazionali.
 
I "meriti" del marchio (ex)torinese consisterebbero nell'aver "motorizzato l'Italia" soprattutto a livello popolare invadendo il mercato con vere trappole a basso costo come la 600 del '55 e la "Nuova 500" del '57 - che almeno risultavano di facile manutenzione e alla fine di lunga durata - e poi con "auto-di-carta" tra cui prima tra tutte la famigerata Uno, vera insostituibile fonte di lavoro per meccanici, carrozzieri, ricambisti, ortopedici e becchini nonché malviventi, vista la sua grande diffusione e conseguente facile dissimulazione.
 
Altro grande segno di rispetto verso la nazione natìa, è stato negli anni la delocalizzazione di impianti produttivi in Paesi come Brasile e Polonia, la progettazione e vendita d'impianti produttivi ai sovietici nostri formali nemici ai tempi della guerra fredda (ma gli affari non si fermano davanti a cortine) e mi voglio fermare al settore auto, visto che la FIAT, direttamente o attraverso a sue consociate, progetta e produce ben più che sole auto e non solo nel settore civile... . 
Nel frattempo si cedevano quote azionarie del gruppo in giro per il mondo tra cui alla Libia di Gheddafi, quando il grande Capo di Stato non era ancora (del tutto) inviso all'Occidente, ed in misura considerevole: quasi il 16%.
Chi si ricorda ormai che per una decina d'anni - mi pare dal '76 all'86 la FIAT è stata in parte libica prima di diventare (ancor più che libica) americana con una partecipazione di oltre il 18%?
 
Non vado oltre ma vorrei evitare di asserire (altre?) sciocchezze perché m'intendo molto poco di economia&finanza ma quello che ho scritto finora è sufficientemente vero per costruire un contesto in cui inserire un'industria ritenuta o comunque considerata da molti a torto come "nazionale" e di conseguenza degna di aiuti da parte dei cittadini quando le cose le vanno male. Peccato che quando le vanno bene essa non distribuisca i dividendi tra i contribuenti o almeno restituisca loro il maltolto.
L'ultima manovra, l'acquisizione del resto del pacchetto azionario Chrysler (dal 58,5 già detenuto al 100%), al di là di qualsiasi considerazione e prospettiva economica, permette di esportare negli USA un'ulteriore enorme cifra per poi, col pretesto della (falsa) ecologia, invadere l'America di insulse macchinette azionate ancora, nel XXI secolo, di concettualmente obsoleti - per quanto evoluti - motori alimentati a combustibili fossili.
 
Del resto, le prospettive di vendere ancora auto sul mercato interno sono ben poche: sia perché siamo già il primo Paese al mondo quanto ad auto immatricolate o circolanti per cittadino, sia perché gran parte dei risparmi con cui numerosi di essi avrebbero pensato di acquistarne ancora un'altra o sostituire la vecchia, sono saldamente ed irrevocabilmente in mano alle banche.