martedì 26 marzo 2013

Ancora su Wikipedia

Quasi esattamente un anno fa, esternavo il mio disappunto sulle notazioni riportate nella pagina di Wiki relativa al Comune di Castellabate riferendomi in particolare all'elenco, a mio giudizio gravato da imperdonabili omissioni, dei personaggi di cui tenere nota che hanno vissuto o vivono ancora nel territorio comunale.
Va detto che la monografia nel complesso appare ricca d'informazioni e curata al di sopra della media, relativamente a pagine simili ma forse perché a redarla è stato - o sono stati - redattori giovani che non potendo attingere alla propria memoria ed alla propria cultura hanno avuto bisogno di documentarsi. E quando si è costretti a documentarsi, è facile incorrere nell'errore di ritenere troppo presto di essersi documentati... .

La goccia è stata questo episodio di omissione che riguardava ambienti e personaggi a me familiari ma il vaso pieno di Pandora è costituito da una moltitudine di perspicaci inesattezze ed altre colpevoli omissioni che rilevo spesso nelle pagine della sedicente enciclopedia on line.
All'atto pratico, è bene ritenere Wikipedia quello che realmente è e non altro: un'accozzaglia motorizzata (nel senso della ricerca) di nozioni tutte da verificare che, in quanto indicizzate dai motori in una maniera quanto meno sospetta, può costituire al massimo un primo passo che può preludere ad una ricerca più seria ed approfondita.
E' ovvio che gran parte delle info reperibili su Wiki sono esatte ma ricordiamoci che la disinformazione ha un estremo bisogno di ammantarsi di verità per veicolare falsità e che risulta particolarmente efficace suggerendo verità parziali ovvero avvalendosi di omissioni significative, di quelle che, una volta prese in considerazione, basterebbero da sole a stravolgere il senso di tutto l'impianto.

Ho sentito il bisogno di parlare di nuovo di ciò, in quanto ho appena reperito in rete il pensiero di un noto ed acutissimo opinionista-youtuber, Daniele Di Luciano, che su Wikipedia la pensa (ora) come me:
 

 
articolo di riferimento:

domenica 24 marzo 2013

Guardare e (non) vedere le scie chimiche


Ci vuole proprio una giornata come quella di oggi, vissuta dall'alba al tramonto fuori casa a contatto con la natura, per "apprezzare" l'entità del lavoro svolto dai tankers degli avvelenatori volanti.
- h 5:30 spiaggia di Policastro: il sole emerge progressivamente dalle montagne lucane inondando di vivida luce l'omonimo golfo e, guardando verso Ovest, d il massiccio del Monte Bulgheria in un cielo terso da venti asciutti provenienti dai quadranti settentrionali;
- h 17:30 spiaggia di Montecorice (in linea d'aria, a circa 50km più a O/NO): il sole fatica a denunciare la sua posizione in mezzo ad una coltre indefinibile formata in parte certamente (?) da una sopraggiunta ed annunciata nuvolosità ma ancor di più dal risultato di un'irrorazione a tappeto che ha avuto luogo nella sua massima visibilità soprattutto nella prima parte della giornata.
 
In queste 12 ore ci siamo spostati all'aperto anche a piedi su itinerari turistici e sentieri naturalistici tra le spiagge di partenza e di arrivo passando nell'ordine per Morigerati, Caselle in Pittari, Scario, Ceraso e tornando sulla costa in prossimità della foce dell'Alento.
La bella giornata che si era preannunciata fin dall'aurora è degenerata nell'arco della sola mattinata sotto una cappa omogenea e biancastra come non si vedeva da tempo, forse anche perché a causa dell'intensa "stagione delle piogge" appena conclusa (altro punto interrogativo), ammesso e non concesso che le irrorazioni abbiano avuto luogo ugualmente, non v'è stata la possibilità di poterle notare.
 
Sembra ormai che il sogno consista nell'apprezzare le belle e rare giornate di cieli tersi o naturalmente nuvolosi ed il triste risveglio sia quello di ritrovarsi, impotenti, sotto una coltre chimica che delimita anche fisicamente i confini della prigione in cui ci troviamo.
Le distrazioni e gli impegni derivanti dalla vita quotidiana, le piogge, la vita al coperto in ambienti artificiali e le priorità che si sovrappongono alla presa di coscienza di un fenomeno negativo dalla portata colossale come quello delle irrorazioni aeree clandestine, non deve farci dimenticare quanto sia importante combatterlo mettendolo in testa alle priorità perché per azzerare le scie chimiche almeno sul nostro Paese ("nostro" si fa per dire) il primo passo da compiere è riappropriarci della sovranità sul nostro territorio e sui nostri cieli ("nostri" sul serio, non solo per dire).
Basterebbe questo per innescare una reazione a catena che ci porterebbe in salvo fuori dalla truffa dell'Euro e dall'Europa sovietica, dal Trattato di Lisbona, dall'accordo Italia-USA sulla sperimentazione climatica e dal Codex Alimentarius e ci permetterebbe di rispedire al mittente l'Eurogendfor magari contando su di una patriottica collaborazione dell'Arma dei Carabinieri prima delle sue dismissioni forzate.
 
Notizia delle ultime ore, i grillini hanno annunciato di volersi adoperare contro la famigerata TAV valsusina, stracostosa e strainutile anzi dannosa, evitando che le trivelle sfondino montagne sature di amianto ed uranio.
Bene, benissimo ma bazzecole come queste - che non vanno realizzate e basta perché non c'è nessun motivo razionale e nessun tornaconto reale per il Paese a realizzarle: tutto chiaro e lampante, niente da discutere - verrebbero annichilite in partenza da una riappropriata sovranità sulle scelte utili al Paese perché come tutti sanno, la TAV Torino-Lione tornerebbe utile solo per facilitare il transito di merci americane sbarcate a Lisbona e dirette nei Paesi ex-URSS.
Quindi attenti alle priorità e smettiamola di concentrarci sugli effetti (le "scelte" politiche) facendo finta di non vedere le cause ovvero il potere che gestisce la politica.
Questo valga anche per la dichiarata intenzione pre-elettorale di Grillo di formare (dopo le elezioni) un'ennesima quanto potenzialmente inutile Commissione d'Inchiesta sulle Scie Chimiche sulle quali sappiamo da anni di tutto e di più tranne quando i padroni dei nostri cieli decideranno di farle cessare.