lunedì 27 dicembre 2010

Qualità dell'aria e qualità della vita

Rimanendo nell'ambito dei falsi problemi (vedi articolo precedente) alcune ricorrenti deviazioni dell'attenzione si possono notare in quasi tutte le proposte di soluzione all'inquinamento cittadino da gas e polveri sottili.
Ecco tre delle più inflazionate, secondo le quali per migliorare la qualità dell'aria in città si dovrebbe...:

Utilizzare di più i mezzi pubblici.
Se uno sceglie di utilizzare un veicolo privato è perché può risultare più comodo, spesso più rapido, più capillare, permette di trasportare oggetti di notevoli dimensioni, bambini molto piccoli ed animali senza fatica o difficoltà e soprattutto permette di farlo senza essere soggetti a biglietti, orari strampalati e non coincidenti e fermate lontane dalla propria residenza o dall'obiettivo del viaggio, attese a volte interminabili magari esposti alla pioggia e allo smog. Il mezzo privato mette al riparo da borseggi, contagi per vie aeree, indebite richieste di danaro, prepotenze sulla persona ad opera di bulli da metrò e odori molesti. Inoltre, c'è da dire che un mezzo pubblico, per il suo peso e per le sue dimensioni, crea un impatto sull'ambiente urbano molto molto più deciso del più grosso SUV esistente: questo nuovo bisogno imposto del mercato pur essendo particolarmente inviso agli ecologisti (di facciata) ed agli... invidiosi di ogni sorta, di certo non necessita di adeguamenti della rete viaria come è indispensabile per un bus di 13 metri e 20 tonnellate. Se ci pensate bene, le nostre città risultano stravolte e condizionate nell'urbanistica proprio dagli inevitabili adattamenti necessari al traffico pesante. Se nelle città si utilizzassero solo veicoli a due ruote, non esisterebbero problemi di viabilità né di parcheggio: utopia? No, se si eliminasse il PRESUPPOSTO della necessità di utilizzare un veicolo a più di due ruote, pubblico o privato che sia: continuate nella lettura!

Rinnovare (forzatamente) il parco circolante.
Incentivi ed istillazione di sensi di colpa nell'utente sono utili soprattutto alle Case produttrici di veicoli, molto meno all'utente stesso che si ritrova a spendere soldi (che spesso non ha) senza una vera necessità.
Sostituire un vecchio veicolo con uno nuovo significa principalmente gravare l'ambiente di tutto l'inquinamento inevitabilmente prodotto per fabbricare i materiali base, trasportarli fino alle fabbriche, costruire e trasportare il nuovo veicolo fino alla concessionaria.
Per produrre un'auto è necessaria un'enorme quantità di energia (prodotta come?) e circa 150.000litri d'acqua.
Smaltire o riciclare un veicolo vecchio non è gratis per l'ambiente: serve energia (prodotta come?) ed è inevitabile contaminare l'ambiente con diossine, idrocarburi combusti ed incombusti, acidi e materiali delle batterie, plastiche, gomme ecc. non tutti e non interamente riciclabili.
Se ci tenete all'ambiente, curate la vostra vecchia auto e rimandate il più possibile l'acquisto della prossima (possibilmente usata): i ricambi che vi potranno servire sono già stati prodotti e giacciono inutilmente nei magazzini o nelle demolizioni col rischio di essere prima o poi smaltiti (nell'ambiente) in quanto non più richiesti.
E se il nuovo veicolo inquina l'aria un pò meno (sul quanto, non fatevi illusioni) di quello vecchio, per compensare l'inquinamento prodotto con la sua fabbricazione dovrete utilizzarlo almeno per i prossimi 50anni... .

E visto che sto sguazzando nel politicamente scorretto (cioè nella verità) lancio anche una proposta politicamente scorrettissima ma realmente ecologica: una tassazione extra, diciamo una super IVA del 40%, sui veicoli acquistati nuovi - quale indennizzo per il loro impatto sull'ambiente - e l'esenzione perpetua della tassa di possesso per i veicoli acquistati usati.(*)
*) Ricordiamoci che pochi decenni fa, l'IVA sfiorò realmente questa aliquota raggiungendo il 38% per i beni considerati "di lusso" come le pietre preziose, le auto oltre 2000cc a benzina (!) e le moto oltre 350cc (!!!)

Utilizzare veicoli elettrici.
Bene, anzi benissimo. Solo che prima dovete rassicurarmi sul metodo utilizzato per produrre (e trasportare) l'energia elettrica necessaria e trovare la soluzione per altri piccoli inconvenienti... date un'occhiata a questo vecchio articolo di heymotard.it : http://www.heymotard.it/electric.htm e ad un link a cui rimanda http://www.heymotard.it/vs.htm !!

Incentivare l'utilizzo delle due ruote.
In effetti, mentre alcune amministrazioni locali continuano stupidamente a fare la guerra alle moto, altre hanno finalmente capito che un traffico formato da veicoli a due ruote non può fisiologicamente generare ingorghi né altri disagi di alcun genere; anche perché strade concepite per auto e, a stento, per veicoli pesanti non hanno problemi a drenare un traffico così composto.
Se ci si vuole limitare a lavorare sul traffico senza prenderne in considerazione i presupposti, non si può fare a meno di constatare lo snellimento che consegue preferendo la moto a veicoli a più di due ruote.
E mi riferisco alle moto, ovvero alle due ruote motorizzate e NON alle bici, in quanto se queste ultime possono andar bene per il tempo libero a patto di utilizzarle esclusivamente in aree ad esse dedicate, sfido chiunque a dimostrare che possano essere usate VANTAGGIOSAMENTE e SENZA RISCHI per l'incolumità e per la salute nell'ambito di una normale giornata lavorativa.


L'unica soluzione possibile

Se si analizzassero i problemi a partire dai loro presupposti, non si commetterebbe l'errore di concentrarsi sugli effetti trascurando le cause.

Le domande serie da porsi sono:

1) Da cosa è composto l'inquinamento atmosferico?

2) Quali sono i PRESUPPOSTI del traffico? Ovvero: perché è NECESSARIO spostarsi continuamente anche se non si è d'indole nomade...?

Risposte:

1) L'inquinamento atmosferico è composto da innumerevoli sostanze gassose (escluso la CO che è innocua*) e particolati provenienti da diverse fonti. Per quanto riguarda l'ambito di cui stiamo parlando, l'autotrazione ovvero i trasporti urbani, sappiamo che il "contributo" apportato dai mezzi mossi da motori a combustione è pari a circa il 16% del totale.
Il resto proviene dalla produzione industriale, dai riscaldamenti (particolarmente concentrati nelle realtà urbane), dai malefici inceneritori e dalle irrorazioni aeree intenzionali e non (cioè: scie chimiche e traffico aereo). Perciò bisogna essere coscienti del fatto che anche se riuscissimo ad abbattere del 50% le emissioni dovute al trasporto motorizzato, il suo effetto sull'atmosfera si limiterebbe ad un -8%: un primo passo positivo per l'ambiente, ma non certo la soluzione definitiva.
*) nonostante quello che si vuole far credere ultimamente, la quantità di anidride carbonica immessa in atmosfera dalle attività umane è trascurabile se la paragoniamo a quella emessa dal solo mare durante la sua respirazione (quindi senza neanche considerare animali e piante terrestri). Perciò anche ammettendo che abbia realmente un impatto sull'atmosfera, riducendo a zero quella prodotta dall'Uomo l'atmosfera stessa molto probabilmente non se ne accorgerebbe neanche... .
Quello della CO, in definitiva, è un altro dei tanti FALSI PROBLEMI in cui inutilmente ci dibattiamo.

2) L'assurdo sistema di cui facciamo parte ci obbliga a spostarci ed a spostare merci continuamente per esigenze che potrebbero essere risolte a monte:
- snellendo la burocrazia attraverso leggi più moderne ed un utilizzo più popolare e diffuso dell'informatica: in tal modo sarebbe minore la necessità di recarsi di persona presso gli uffici pubblici;
- decentrando e frazionando gli uffici pubblici: nell'era dell'informatica nella quale si è virtualmente presenti in tutti i luoghi, non ha senso creare colossi burocratici violentando palazzi settecenteschi in pieno centro magari in piena zona ZTL invece di creare sportelli multifunzionali di quartiere la cui gestione costerebbe meno e sarebbero più efficienti;
- incentivando i commercianti a trasferire la propria attività in zone meglio servite dalla rete viaria pubblica e privata, in particolare per quanto riguarda attività per le quali non è di fondamentale importanza averle sotto casa;
- ridurre al massimo il pendolarismo: uno dei più grandi sprechi di risorse umane ed economiche che incide pesantemente sulla qualità della vita di milioni di persone e sul volume del traffico che vanno a creare, potrebbe essere progressivamente ridimensionato razionalizzando in primo luogo i criteri per le assunzioni in modo che tengano conto, come parametro fondamentale, della distanza della residenza del soggetto dal luogo di lavoro: in tal modo anche il mercato immobiliare dei fitti, delle vendite e dell'edilizia popolare ne risentirebbe positivamente;
- limitare fino ad IMPEDIRE il commercio di bevande e derrate alimentari sulle lunghe distanze. Una volta era stupidamente proibito trasportare privatamente, senza scopo di lucro, olio e vino da una regione all'altra: sarebbe bene invece che oggi fosse vietato trasportare per fini commerciali alimenti in genere su distanze superiori ad una determinata quota: 300, 200 o perché no, solo 100Km a meno che localmente o a breve distanza non esista un'alternativa valida all'importazione. Mi riferisco in particolare alla strana abitudine che vede gli italiani al primo posto al mondo (quanto a stupidità) per quanto riguarda il consumo di acque imbottigliate provenienti da... il più lontano possibile! Bere in Sicilia acqua imbottigliata sulle Alpi e viceversa è una cosa IDIOTA, non ci sono altre definizioni plausibili soprattutto se oltre allo spreco energetico dovuto al trasporto si considera (anche) la proliferazione batterica che ha luogo nelle bottiglie e, quando sono di plastica, il rilascio di bisfenolo A e ftalati. Il turismo enogastronomico nato forse nel nostro Paese grazie alla sua varietà culturale ha come presupposto la conoscenza di un luogo soprattutto attraverso i sapori e pretendere di mangiare una buona mozzarella di bufala in Veneto, una buona pizza lontano da Napoli, una porchetta decente lontano dal suo triangolo d'elezione nell'Italia Centrale, il panforte lontano da Siena, ecc. secondo me è da sprovveduti: se in futuro venissero adottate soluzioni come da me proposte, sulle strade i fiumi a corso torrentizio di tristi pendolari loro malgrado e di sbuffanti autotreni trasportanti acqua da fonti remote e salmone svedese per l'IKEA verranno sostituiti da allegri rigagnoli di famiglie alla riscoperta dei sapori locali.

sabato 25 dicembre 2010

DIMOSTRAZIONE SPETTACOLARE ANTI HIV (?)

Singolare dimostrazione per sensibilizzare l'attenzione, sopratutto sui giovani, il continuo e non passato problema dell'HIV, è stato organizzato, con oltre 200 ragazzi, dentro un preservativo gigante per sensibilizzare l'opinione pubblica sul tema della lotta all'Aids: e' l'iniziativa promossa dalla onlus Cesvi e dall'Universita' Iulm di Milano, davanti alla cui sede questa mattina e' stato gonfiato un mega condom trasparente che ''ha ospitato'' al suo interno gli studenti.

L'iniziativa è partita in una sorta di comunicazione su Facebook e sul socialnetwork dell'associazione, Cesviamo.org, in cui e' possibile scommettere con i propri amici di raccogliere una certa somma da destinare ad un progetto umanitario. ''In questo caso, la scommessa simbolica era riuscire ad entrare almeno in 100 dentro il condom'' ha spiegato Chiara Magni, responsabile Cesvi della campagna. E' nato cosi' quello che viene definito un flash mob, ovvero un evento in cui un gruppo di persone si riuniscono all'improvviso in uno spazio pubblico grazie al passaparola.


''I dati ci dicono che il 45% dei nuovi infetti da HIV sono giovani tra i 15 e 24 anni. Quest'esperienza e' un modo con cui vogliamo spingere i ragazzi alla prevenzione, unica via per debellare l'HIV''
ha concluso la Magni.

Commento

La soprariportata potrebbe sembrare a prima vista un'iniziativa lodevole - e senz'altro lo spirito degli ignari partecipanti è stato puro ed onesto - ma come spesso accade, la deviazione dell'attenzione è il metodo preferito dal Sistema per evitare che la Pubblica Opinione individui le VERE CAUSE di un problema.

In questo caso, i presupposti che rendono vana quest'azione contro l'AIDS - ma utile nell'interesse delle Case produttrici di profilattici - sono almeno due:
  • Ammesso che il fantomatico HIV - il virus che nessuno è mai riuscito a vedere né a fotografare - esista veramente, esso sarebbe circa 700 volte più piccolo della normale porosità di un profilattico in lattice, per cui quest'ultimo risulterebbe assolutamente inutile ai fini di una protezione dal contagio;
  • Dopo l'allarme iniziale, nessun ricercatore è mai riuscito a dimostrare che l'HIV sia realmente responsabile della sindrome in questione tenendo conto che le sue tracce sono state rilevate indifferentemente sia in soggetti sani che affetti dalla sindrome e soprattutto sono state trovate solo in una parte dei soggetti portatori conclamati di AIDS!!
Invece, in base alle ricerche pubblicate già da tempo dalla Dott.ssa Hulda Clarck, l'unico dato epidemiologico certo che costituisce una costante tra gli affetti da AIDS è la presenza di benzene nei loro fluidi organici, e la dottoressa ha anche fornito al mondo scientifico un'articolata spiegazione più che plausibile sui meccanismi d'insorgenza della sindrome che infatti risulta pienamente e facilmente curabile eliminando il benzene dall'organismo.
Alla luce di tali ricerche, la presenza dell'HIV risulta essere molto più una conseguenza che la reale causa dell'immunodeficienza acquisita.

Quindi, per aggiungere una doverosa precisazione alla soprariportata raccomandazione della Magni: prevenzione SI ma per evitare l'AIDS, non tanto il suo effetto collaterale HIV, e non certo attraverso il preservativo ma eliminando le contaminazioni da benzene e da altri pericolosi solventi assimilabli per via aerea, per contatto o per ingestione.

Attenzione: come si può evincere dall'articolo sopra e sotto suggerito sul benzene, esso non è presente solo nella venefica benzina "verde" ma anche in molte altre fonti più o meno insospettabili come diverse basi solventi, prodotti per l'igiene personale, fumo di sigaretta, alcune bibite gasate, alimenti cotti alla brace, caffè decaffeinato, ecc. e perfino negli stessi preservativi in lattice che, lungi dal preservare dall'AIDS, addirittura ne favoriscono l'insorgenza!!!

Per concludere, va detto che il profilattico, pur essendo più dannoso che inutile ai fini preventivi dell'AIDS, è comunque capace di proteggere sia dalle comuni malattie veneree che dalle epatiti, sempre che non avvenga per altre vie uno scambio di fluidi organici (ad es. la saliva) tra un soggetto portatore ed uno sano.
Da tener sempre presente però, che i profilattici possono facilmente essere a loro volta veicoli d'infezione visto che la loro produzione ed il loro confezionamento NON avviene comunemente in ambienti sterili ma in normali catene industriali dove tra l'altro vengono maneggiati a mani nude dagli operai. In genere.

Lascio al lettore la valutazione dell'opportunità o meno di utilizzare tali presidi , con i rischi che ne conseguono, affidandosi - com'è d'uopo - all'opinione di un medico qualificato e soprattutto INFORMATO: se non lo è sull'argomento in questione, provate a fargli leggere questo articolo ed i suoi links.

Articolo correlato:
- http://heymotard.blogspot.com/2009/11/benzina-verde...

martedì 7 dicembre 2010

Alcool e sicurezza alla guida

"Guidare in autostrada richiede attenzione e tempi di reazione ridotti. Anche un modesta quantità di alcool, apparentemente innocua e senza effetti visibili, genera una dimunizione della prontezza di riflessi che limita la capacità di reazione. Da recenti studi è infatti emerso che il 30% degli incidenti gravi è causato da soggetti sotto l'effetto dell'alcool."
Così si legge nella sezione "luoghi comuni sbagliati" del sito autostrade.it sugli effetti dell'alcool per chi guida.
Analizziamo la smentita del luogo comune secondo il quale una quantità "moderata" di alcool non modifica sostanzialmente l'attitudine alla guida di veicoli:

1) "Guidare in autostrada richiede attenzione e tempi di reazione ridotti."
Si, ma ridotti rispetto a quale altra condizione?
Se è vero che le velocità sono superiori ad altre condizioni di guida, è vero anche che gli spazi a disposizione sono maggiori e le dinamiche sono spesso meno pericolose per la guida che per quanto si verifica nei centri urbani ad alta densità di circolazione o su strade extraurbane a doppio senso di marcia, magari in condizioni critiche di viabilità.
Per cui, è più corretto dire che la guida... al di fuori del proprio garage richiede attenzione e tempi di reazione "ridotti". Sempre.

2) "Anche un modesta quantità di alcool, apparentemente innocua e senza effetti visibili, genera una diminuzione della prontezza di riflessi che limita la capacità di reazione."
Bah, strano perché uno studio degli anni '60 dimostrava esattamente il contrario, con tanto di test effettuati sull'autodromo di Monza... .
Comunque non esiste alcuna "modesta quantità d'alcool" ma solo una quantità d'alcool relativa al proprio peso corporeo, alla disponibilità endogena dell'enzima alcooldeidrogenasi ed alle condizioni dell'apparato digerente: se ad esempio si beve a digiuno, l'alcool "rimbalza in testa" immediatamente anche in modiche quantità mentre se si beve dopo aver ingerito sostanze oleose o grasse, il suo assorbimento da parte dell'organismo (che, ricordiamo, è un ambiente "esterno" all'apparato digerente) risulta essere notevolmente abbattuto.
Tuttavia, il punto non è quello dei riflessi, come tanti "esperti" vogliono farci credere, o almeno non è SOLO quello dei riflessi!
Non serve a nulla - e può essere additittura pericoloso - avere dei riflessi fulminei se in una situazione di pericolo NON SI SA CHE FARE!!
La realtà è che nella maggioranza dei casi si scampa ad un incidente effettuando una manovra veloce ma ponderata ed eseguita con perizia: i soli riflessi possono al massimo permettere di raggiungere prima il pedale del freno (ammesso che frenare sia nel frangente la cosa giusta da fare...) ma non certo farci fare la cosa giusta se non abbiamo la capacità di farla!
In mancanza della necessaria perizia di guida, dei riflessi rapidi possono causare più danni che vantaggi: ad esempio, il cosiddetto "panic stop" è quel genere di frenata che allunga gli spazi (prima che inventassero l'ABS) e innesca situazioni di pericolo per gli altri utenti della strada.
Personalmente, in circa 40anni di guida di cui almeno una decina trascorsi anche sulle piste, ho riscontrato che si guida molto peggio - e ci si mette più facilmente in situazioni di pericolo - sotto l'effetto della caffeina che di una MODICA quantità d'alcool. Questo lo scoprii proprio in pista in occasione di impegni agonistici sostenuti in moto; e la guida sportiva della moto richiede ancor più che per l'auto di freddezza e determinazione prima ancora che di riflessi pronti.
Con questo non voglio dire NULLA che possa spingere chicchessia a sbronzarsi prima di guidare ma solo quello che ho detto, nell'esatta misura in cui l'ho detto, ed è la verità.
3) "Da recenti studi è infatti emerso che il 30% degli incidenti gravi è causato da soggetti sotto l'effetto dell'alcool.
Sarà vero (anche se bisogna prima stabilire cosa significa "sotto l'effetto dell'alcool": ubriachi o fuori dai limiti di legge? Sono due cose diverse.) ma il dato dimostra anche che il 70% degli incidenti gravi è causato da persone riconosciute sobrie.
Meditate gente, meditate...

mercoledì 24 novembre 2010

Rivoluzione pacifica

Una potente azione rivoluzionaria si sta concretizzando in Francia ed è prevista per il 7 Dicembre prossimo.
Non comporterà rischi per i partecipanti né per i beni materiali ma ciò nonostante potrebbe dare un tale scossone al Sistema che lo costringerebbe a rivedere la considerazione in cui tiene i propri sudditi... pardon, cittadini.
Chi vorrà sostenere l'iniziativa - anche nel nostro Paese, perché no?!? - non avrà altro da fare che recarsi presso la propria banca e ritirare TUTTI i propri depositi: se un numero sufficientemente alto di persone lo farà, il Sistema crollerà come un castello di carte basato com'è su di una moneta priva di controvalore e su capitali costituiti da numeri digitati sui terminali.
Lo strapotere bancario ne uscirebbe fortemente ridimensionato.

L'unico ostacolo alla riuscita dell'operazione potrebbe derivare dal fatto che le banche NON hanno tutta la liquidità che risulta dagli estratti conto.
In qualche caso non ce l'hanno neanche sotto forma di capitale sociale o immobiliare.

Un'azione aggiuntiva da attuare il giorno stesso, potrebbe essere quella di aprire dei conti correnti postali col denaro prelevato in banca: sarebbe l'unico modo di restituire allo Stato (cioè a noi) il potere della moneta, almeno per quanto riguarda la liquidità (lo Stato emette SOLO monete metalliche, per un totale del 2% circa della liquidità circolante).
In tutti i casi, Stato&cittadini ne ricaverebbero un grande vantaggio, se non altro per l'aumentata voce in capitolo sulle decisioni che ci riguardano, ed il flusso di capitale nelle casse dello Stato potrebbe anche far rivedere al ribasso la sua politica fiscale... .
Ricordiamoci sempre che anche la Banca d'Italia (proprio quella che emette la moneta cartacea e la presta allo Stato) è privata, al 95% delle sue quote sociali.

Eric Cantona parla della rivoluzione

venerdì 5 novembre 2010

PANORAMA disinformativo


"Panorama nel mirino Libertà di stampa ed ipocrisia"

Questo è alla lettera il lancio pubblicato in testa di copertina del numero 44/2010 del noto periodico milanese mentre il resto della pagina è dedicato al fatto di cronaca nera più gettonato e morboso del momento. All'interno del giornale, l'articolo su di esso fornisce lo spunto ai soliti esperti per sviluppare una serie di commenti "originali" e fare il punto anche su altri oscuri delitti assurti più o meno di recente alle attenzioni della cronaca, per un totale di una ventina di pagine.

Lo scopo dei giornali è quello di essere venduti e/o quello di fare pubblicità o propaganda per conto di qualcuno, e su questo c'è poco da fare, ma parlare d'ipocrisia per un giornale, nella maggior parte dei casi, significa esattamente parlare di esso stesso.


Giuliano Ferrara scrive del diverso trattamento riservato dal sistema ai giornalisti inquadrati dall'opinione pubblica nella (finta) destra e nella (ancor più finta) sinistra, e anche questo è un fatto acquisito: fin dal dopoguerra tutto ciò che è etichettato "di sinistra" è sdoganato automaticamente e senza critiche come qualcosa che ovviamente si attua in difesa dei "lavoratori" e delle classi più deboli (ma anche più numerose...) mentre quello che è "di destra" è chiaramente in difesa delle classi più agiate e conservatrici.
Strano, perché che io ricordi fin dagli anni '60, quando ancora erano facilmente distinguibili destra e sinistra, le proposte più coraggiose, progressiste, innovatrici e popolari provenivano più dalla prima fazione che dalla seconda, molto attenta quest'ultima a non mettere in dubbio le semplici certezze sulle quali facevano affidamento le masse meno acculturate. Ma la destra italiana ha sempre dovuto fare i conti col peccato originale di aver raccolto almeno una parte dell'eredità culturale di un regime manifesto come quello fascista. E quindi qualsiasi proposta proveniente da quell'ala del Parlamento era subito etichettata come "fascista" senza neanche stare a vagliarne criticamente i reali presupposti sociali.
Il fascismo, esattamente come tutte le monarchie prima e dopo di esso minate ed abbattute direttamente dalla massoneria o per suo conto dalla superpotenza d'oltre oceano, era troppo schierato contro le banche per poterne condividere lo spirito autarchico e patriottico quindi guai a professare idee "di destra" in Italia, un Paese unito forzatamente e con l'inganno da meno di due secoli, ancor privo di una vera identità che non sia quella dipinta dalle retoriche e dai luoghi comuni che ci riguardano.
E a questo punto della nostra storia, credo sia ormai troppo tardi per crearcela, una vera identità: in base alla logica corrente sarebbe catalogata come troppo "di destra" ed inaccettabilmente antiamericana, politicamente scorrettissima e troppo nell'interesse delle masse che nell'interesse del Sistema NON DEVONO avere nessuna voce in capitolo.
Per decenni, la sola ostentazione di una bandiera italiana è stata considerata come un atto "di destra" (mentre veniva considerato normale scendere in piazza con delle bandiere sovietiche!) e se adesso qualcuno ne ha rispolverato l'uso è solo perché la sottocultura imperante scimmiotta inconsapevolmente quella americana, con la differenza che l'americano della strada tiene VERAMENTE al suo Paese ed alle sue peculiari tradizioni anche se mediamente ne ha un'immagine molto falsata dall'indottrinamento che subisce fin da bambino.
Per noi invece, è ormai normale festeggiare Halloween.


Più avanti nel giornale, non manca un articolo sul film campione d'incassi del momento ambientato nella nostra Castellabate a suon di luoghi comuni contrappostii a luoghi ancor più comuni su quello che sarebbe il sud secondo l'opinione corrente dei settentrionali e su quello che è il sud veramente.
L'originale "Giù Al Nord" è forse abbastanza vicino alla realtà (dovrebbe dircelo un francese) mentre "Benvenuti Al Sud" descrive un'ambientazione manifestamente surreale ricorrendo a dei falsi miti da barzelletta, che nessun settentrionale sano di mente prenderebbe sul serio.
L'articolo sul film fa un sacco di nomi e cognomi veri ma nel complesso descrive una realtà locale più che pittoresca e quindi poco aderente a sé stessa.
Il film stesso usa Castellabate come un archetipo di luogo vagamente posizionato "a sud di Napoli" - esattamente come prima di esso fece il "Cavalli Si Nasce" di Staino, che ancor più vago non fa neanche menzione del suo nome - omettendo di sottolineare la sua insistenza nel cuore della provincia di Salerno.
Ma Salerno è poco presente nell'immaginario collettivo settentrionale ed anche nei luoghi comuni che lo alimentano, quindi nell'economia della storia e del film stesso è meglio piuttosto citare Napoli.
Il destino della nostra provincia è quello di essere trascinata e confusa spesso, senza le doverose distinzioni, nel male e nel folklore con la dilagante realtà napoletana o campana tutta: un esempio eclatante a tal riguardo è quello delle "Mozzarelle Campane alla diossina", realtà nota in zona da ben prima della conclamazione mediatica dello scandalo ma che non ha mai interessato la produzione proveniente dal salernitano, ovvero dalla Piana del Sele. Peccato che i media nazionali non abbiano mai sottolineato questa distinzione se non incidentalmente in uno degli ultimi servizi TV su questo argomento.
Ugualmente, un'altra ineluttabile licenza cinematografica è stata quella di far parlare la gente del posto con accento napoletano invece che cilentano, dimenticando che in queste terre aspre non arrivarono mai né gli spagnoli né i francesi che tanta impronta invece lasciarono nel dialetto, anzi nella lingua napoletana.
Ma va bene così: nell'interesse del posto che basa la sua economia sul turismo, un sindaco dapprima scettico ha poi compreso la portata dell'evento e adesso, sposando una linea d'azione trasversale alle politiche locali, nel Comune c'è un fermento di idee e di azioni... speriamo meno sconsiderate di quelle messe in pratica finora.


Il periodico scivola poi a pieno titolo nel baratro della disinformazione di regime affrontando acriticamente lo scottante argomento delle Scie Chimiche bollandole già in apertura con un dileggio tristemente noto nel web che porta la firma di professionisti della disinformazione: "Scie Comiche".
Niente da commentare sull'articolo, come altri che lo hanno preceduto e lo seguiranno, mirato a fugare ogni dubbio sull'argomento sulla base di un filo apparentemente logico basato in realtà su colpevoli omissioni e manifeste menzogne che appaiono tali a chiunque abbia qualche cognizione basilare sulla fisica dell'atmosfera e sia dotato di un normale spirito d'osservazione.
E via dunque con le solite pseudoargomentazioni parascientifiche che in realtà friggono aria (inquinata dalle scie chimiche) e non giungono ad alcuna conclusione plausibile.
Non manca nell'articolo l'apporto - con foto - dell'onnipresente Generale Costante De Simone, sempre in prima linea quando è d'obbligo insabbiare l'argomento.
Ma lui è un buon militare e, come sosteneva il mitico Colonnello Buttiglione, "Un militare non si arrende mai, neanche di fronte all'evidenza."

link correlato: Dossier informativo sulle Scie Chimiche

venerdì 15 ottobre 2010

Il governo italiano ammette l'esistenza del signoraggio bancario

Dopo che il quirinale aveva ammesso l'esistenza delle scie chimiche, ecco che il governo, tramite un suo sottosegretario, ammette l'esistenza del signoraggio.
Nella risposta scritta ad una interpellanza parlamentare, seppur frammista a complicati termini comprensibili solo a chi è addentro al gergo specialistico delle questioni monetarie, l'esponente governativo cita in maniera chiara ed univoca il
"reddito da signoraggio delle banche centrali".

La fonte di tale notizia è più che attendibile, dal momento che si tratta del sito ufficiale della camera dei deputati, e quindi potete sbatterla in faccia a qualsiasi scettico o negazionista del signoraggio:

http://banchedati.camera.it/atto_4-00932


mercoledì 13 ottobre 2010

CAMPAGNA VACCINAZIONI 2010/2011


In tutte le scuole stanno giungendo delle circolari che suggeriscono caldamente l'assunzione del vaccino per l'influenza stagionale 2010/2011, sagacemente individuata come se si trattasse di un anno scolastico... .
La circolare è completata da un allegato in cui si elencano tutte le presunte gravi patologie che tale influenza potrebbe comportare.

La cosa giusta da fare prima di prendere decisioni del genere è sempre quella di rivolgersi al proprio medico curante che, ove si tratti di un professionista competente e coscenzionso, vi suggerirà di NON fare il vaccino e prevenire invece l'influenza (e qualsiasi altra malattia) semplicemente mantenendo efficiente il vostro sistema immunitario attraverso un adeguato stile di vita.
In caso contrario cambiate medico perché lui sa bene che, come quasi sempre accade, i vaccini sono sicuramente molto più pericolosi della patologia che vorrebbero prevenire.
Tutti i medici più informati NON si vaccinano né vaccinano i loro familiari.

Un dossier sui pericoli che comporta questo vaccino è disponibile a questo indirizzo:
http://scienzamarcia.altervista.org/influenza.html

Nel frattempo, nei confronti di qualsiasi influenza e di molte altre patologie, rimangono sempre veramente efficaci e prive di rischi le buone abitudini prescritte da tanti (bravi) medici di famiglia:

  • accertarsi che la propria dieta apporti quantità significative di Vitamina C contenuta soprattutto in frutta e verdura fresche di stagione - da mangiare senza alcuna limitazione - come kiwi, fragole e agrumi in genere, rucola e lattuga; peperoni, cavoli, pomidori ed altre verdure purché consumate crude. Tale vitamina è contenuta anche nel latte da consumare senza eccedere preferibilmente fresco, non pastorizzato (esistono alcuni distributori di latte non pastorizzato sul territorio nazionale) e ovviamente crudo, visto che la vitamina C viene distrutta dalla cottura a temperature superiori ai 60-70°C. Da evitare qualsiasi fonte di cloro (presente in grosse quantità in alcune acque potabili ed in quelle delle piscine) in quanto tale sostanza disattiva, per così dire, questa vitamina. Tuttavia, essendo il nostro corpo incapace di sintetizzarla da sé ed incapace di immagazzinarne una quantità superiore a circa 1500mg, per ottenere una buona "copertura" contro qualsiasi patologia è praticamente indispensabile ricorrere spesso a dei buoni integratori - di sola Vitamina C - possibilmente privi di additivi e dolcificanti artificiali. Se la dieta è buona e variata, sono pressoché inutili gli integratori multivitaminici che apportano solo quantità limitatissime di vitamina C: ricordiamo che la R.D.A. ufficialmente raccomandata, pari a 60 striminziti milligrammi giornalieri, come tutti i (bravi) medici sanno è sufficiente tutt'al più per prevenire lo scorbuto ma non certo per mentenere efficiente il proprio sistema immunitario che bisogna invece di apporti giornalieri di Vitamina C da misurare in grammi e non in milligrammi (1g = 1000mg). Dal dossier sopra suggerito: " ...i dottori Gorton e Jarvis hanno dimostrato che la vitamina C è molto più efficace dei vaccini nel prevenire l’influenza e nel mitigarne i sintomi (tre dosi da un grammo al giorno per un adulto a livello preventivo, un grammo ogni ora per sei ore per mitigare i sintomi dell'influenza)."
  • esporre per quanto possibile la vostra pelle al sole: questo permetterà al vostro corpo di produrre naturalmente la Vitamina D necessaria a prevenire qualsiasi influenza. Alle persone di carnagione molto chiara basta un'esposizione di mezz'ora al giorno sulla maggior parte possibile del corpo mentre a quelle di carnagione molto scura come per i neri africani necessitano circa 3h al giorno per sintetizzare gli stessi livelli di vitamina. L'alimentazione può contribuire ad assicurare il fabbisogno di Vitamina D inserendo nella dieta pesci grassi, uova fresche e burro, il tutto senza esagerare. Sempre dal dossier: "Il Dott. John Cannell invece, uno psichiatra dello Atascadero State Hospital, California [...] è riuscito a preservare i suoi pazienti da da un violento attacco d’influenza che aveva colpito tutti gli altri reparti nell'aprile 2005. Nessuno dei suoi 32 pazienti ha contratto quella forma influenzale, nonostante avessero contatti anche con gli altri reclusi. Cannell ha somministrato ai suoi pazienti nei mesi invernali un supplemento di 5.000 unità di vitamina D."
Il dossier fa notare infine che per quanto riguarda la nostra regione "...la Campania è una regione che conta circa 6 milioni di abitanti e che le dosi totali di vaccino [previste] in quella tabella sono quasi un milione e settecentomila. Se fossero somministrate tutte arriveremmo ad una percentuale di persone vaccinate del 28%. E questo per una banalissima influenza, malattia che può portare gravi complicazioni solo in alcune ristrette categorie a rischio, sembra quanto meno un enorme spreco di soldi."

sabato 2 ottobre 2010

LA FUNZIONE DELLA TELEVISIONE


A ruota, riporto un altro scritto della lucidissima Solange Manfredi sul tema delle (vere) funzioni sociali di tutte quelle istituzioni che accompagnano il cittadino da prima della nascita a dopo la morte.
Il precedente era sviluppato sulla funzione della scuola, vera fucina d'ignoranza nella società, questo sulla funzione sociale ovvero sui veri scopi della televisione.
Singolarmente, proprio ieri sera è stato mandato in onda su Sky "Bowling a Columbine" di Michael Moore che fa diversi accenni simili agli esempi proposti dall'autrice del seguente articolo.

LA FUNZIONE DELLA TELEVISIONE
Di Solange Manfredi

Al Qaeda, sventati piani attacchi in Francia, Germania e Gb

Niger: Francia attende richieste di al-Qaeda su ostaggi

‎Afghanistan/ Inglese rapita, i talebani vogliono 'Lady Al Qaida'

Islamabad: ucciso il capo di al Qaida in Afghanistan e Pakistan

Donne kamikaze, Europa a rischio ''Al Qaeda punta a terrorizzarci''

Mali, due civili uccisi in raid Mauritania contro al Qaeda

Yemen, esercito libera la provincia di Shabwan da milizie di al-Qaeda

‎Niger: Kouchner, al Qaeda probabile responsabile rapimento francesi

Allarme negli Usa: Al Qaida cerca terroristi già residenti

‎IRAQ: AL-QAEDA RIVENDICA DUPLICE ATTENTATO DI DOMENICA A BAGHDAD

Questi sono solo alcuni dei titoli comparsi in questa settimana sui principali quotidiani nazionali.

Il problema è che Al-Qaeda non esiste più almeno dal 2002.

Proprio così.

A dirlo non sono io, ma, come già evidenziato da un precedente articolo di Maurizio Blondet il capo dei servizi segreti francesi davanti al senato: “Il 29 gennaio 2010 la Commissione Affari Esteri convoca Allain Chouet, già capo della DGSE (Direction Générale de la Sécurité Extérieure, il controspionaggio francese) per dare una sua valutazione sul «Medio Oriente nell’ora del nucleare». Ecco come esordisce monsieur Chouet:

«Come molti miei colleghi professionisti nel mondo, ritengo, sulla base di informazioni serie e verificate, che Al Qaeda è morta sul piano operativo nelle tane di Tora Bora nel 2002….Sui circa 400 membri attivi dell’organizzazione che esisteva nel 2001, meno di una cinquantina di seconde scelte (a parte Osama bin Laden e Ayman al-Zawahiri che non hanno alcuna attiduine sul piano operativo) sono riusciti a scampare e a scomparire in zone remote, vivendo in condizioni precarie, e disponendo di mezzi di comunicazione rustici o incerti».

«Non è con tale dispositivo che si può animare una rete coordinata di violenza politica su scala planetaria. Del reso appare chiaramente che nessuno dei terroristi autori degli attentati post-11 settembre (Londra, Madrid, Sharm el-Sheikm, Bali, Casablanca, Bombay, eccetera) ha avuto contatti con l’organizzazione. …..Tuttavia, si deve constatare che tutti, a forza d’invocarla ad ogni occasione e spesso fuori proposito, appena un atto di violenza è commesso da un musulmano, o quando un musulmano si trova al posto sbagliato nel momento sbagliato, o anche quando non ci sono musulmani affatto (come negli attentati all’antrace in USA), a forza d’invocarla di continuo, certi media o presunti “esperti” di qua e di là dell’Atlantico, hanno finito non già di resuscitarla, ma di trasformarla come quell’Amedeo del commediografo Eugene Ionesco, quel morto il cui cadavere continua a crescere e a occultare la realtà, e di cui non si sa come sbarazzarsi».


Dunque Al qaeda non esiste più sin dal 2002. Eppure i nostri media, i nostri governi, se non ogni giorno, sicuramente ogni settimana ci ripropongono questo nemico inesistente. Perché?

La risposta è semplice: perché siamo gli obiettivi di una guerra psicologica e, in questo caso, la tecnica utilizzata si chiama “MECCANISMO DELLA RIPETIZIONE” (si ripetere un fatto non vero così spesso da farlo diventare reale).

La Guerra psicologica consiste nell'uso pianificato di operazioni psicologiche allo scopo principale di influenzare opinioni, emozioni, atteggiamenti e comportamento delle masse.

Condizione necessaria perché le operazioni di guerra psicologica possano aver successo è quella di creare nella “popolazione obiettivo” frustrazione insicurezza e paura. Queste condizioni, infatti, riducono l'uomo ad uno stato di sottomissione in cui le sue capacità di ragionamento sono annebbiate e in cui il suo responso emotivo a vari stimoli e situazioni diventa non solo prevedibile ma “sagomabile”.

Per creare frustrazione, insicurezza e paura si devono creare all’interno del paese le seguenti condizioni:
Inflazione tassazione non equa concussione e corruzione scarsezza di uomini nelle forze dell’ordine appoggiare forme di sanzione o altro scarsezza di necessità primarie come di abitazioni e altro fomentare l'intolleranza razziale e religiosa disunità politica e mancanza di fiducia nei capi mancanza di risorse che possono sostenere l'economia azioni di terrorismo e di violazione dei diritti umani
Create queste condizioni l’operatore di guerra psicologica può iniziare il suo lavoro.

I mezzi primari di manipolazione mentale sono la scuola, televisione e l’industria dell’intrattenimento (altri sono la droga, l’alcool, gli psicofarmaci e l’alimentazione).

Della scuola abbiamo già parlato in un precedente articolo sottolineando come questa operi per:

- Insegnare lo stretto necessario perché la popolazione possa essere produttiva nei termini e nei modi voluti dal potere;

- imporre sistemi d’istruzione che sono volti a uniformare e conformare la popolazione evitando accuratamente di insegnare le materie che sviluppino la capacità di ragionamento (dialettica, retorica, logica, ecc.), ovvero quelle materie che sviluppano il pensiero critico, autonomo;

- instillare nei giovani quei preconcetti, pregiudizi e stereotipi su cui poi conformeranno tutte le loro esperienze.

La funzione esercitata dalla scuola, che ha il vantaggio di poter agire sui bambini e giovani, maggiormente ricettivi all’instillazione di pregiudizi e stereotipi, è importantissima dal momento che l’operatore di guerra psicologica, per poter operare con successo, deve poter contare su una popolazione che risponde a determinate sollecitazioni, ovvero per poter manipolare deve conoscere il modello di comportamento della popolazione, i modi di comunicazione, le motivazioni poste alla base del loro agire.

Preparato il terreno dalla scuola, arriva la manipolazione attraverso i media. Strumento fondamentale di guerra psicologica dal momento che la nostra mente, tendenzialmente pigra, è attratta da tutto ciò che non richiede lo sforzo di pensare. Oltre a ciò è mediamente consapevole di di 200 bits di informazioni su 400 miliardi che il cervello elabora in un secondo. Ovvero siamo consapevoli di mezzo miliardesimo di ciò che avviene nel nostro cervello. Tutto il resto ci condiziona senza che ce ne accorgiamo.
Le principali tecniche di manipolazione attraverso i media sono: - creare un messaggio credibile - usare il linguaggio giusto - creare un ampio numero di fonti di informazione - creare “opinion leader” - attivare il meccanismo della ripetizione - operare debunking. Vediamole nel dettaglio

CREARE UN MESSAGGIO CREDIBILE.

L’operatore di guerra psicologica che, come abbiamo detto, conosce gli schemi su cui si muove la popolazione, deve creare messaggi credibili. Attenzione il messaggio deve essere credibile, non vero. Anzi, spesso, la verità toglie credibilità al messaggio. Le menzogne sono più attraenti della verità perché fanno leva sulle nostre speranze, sui nostri pregiudizi, ecc... La verità, invece, ha la sconcertante abitudine di metterci davanti all’imprevisto, a ciò a cui non eravamo preparati e che, tendenzialmente quindi, rifiutiamo. L’operatore di guerra psicologica, che sa perfettamente che la maggior parte del pubblico non è alla ricerca della verità, ma di ciò che le permette di non uscire dagli schemi psichici indotti, su queste basi manipola la realtà. Facciamo un esempio.

La sera del 10 aprile 1991 140 persone morirono bruciate sul Moby Prince davanti al porto di Livorno. Se domandi a qualcuno cosa causò la tragedia ancora oggi ti senti rispondere: c’era una fitta nebbia, l’equipaggio, davanti alla televisione a vedere la semifinale di Coppa delle coppe juventus Barcellona, e non si è accorto della petroliera Agip Abruzzi entrando con questa in collisione. Tutto ciò è falso. Dagli atti e documenti processuali è emerso che:

- quella sera la visibilità era perfetta, nessuna nebbia né prima, né durante né subito dopo la collisione (come dimostrano foto, e video amatoriali, uno dei quali trasmesso anche dal TG1);

- nessuno dell’equipaggio stava guardando la partita (nella cabina di comando non vi erano televisori);

- l’impatto non è stato improvviso. Tutti i passeggeri erano nel salone De Lux (stanza provvista di porte tagliafuoco) con bagagli e giubbotti di salvataggio. Questo significa che erano stati richiamati dalle cabine presso cui si trovavano, alcuni stavano mettendo a letto i bambini visto che tutto è successo dopo le dieci di sera, invitati a rifare i bagagli, indossare i giubbotti e radunarsi nel salone, là dove sono stati trovati. Nessuno dei corpi presentava traumi.

Difficile conciliare tutto ciò con un impatto improvviso causato dalla negligenza dal personale che guardava la partita, ma nella memoria collettiva è rimasto quella notizia: la tragedia è avvenuta perché l’equipaggio guardava la partita di calcio. Perché? Perché il messaggio selezionato dall’operatore era assolutamente credibile, mezza Italia si ferma davanti ad una semifinale di Coppa delle Coppe.

USARE IL LINGUAGGIO GIUSTO.

Come abbiamo accennato l'uomo vede il mondo in termini di precedenti esperienze, pregiudizi e stereotipi. Oltre a ciò, avendo una mente tendenzialmente pigra è attratto da tutto ciò che gli permette di ridurre problemi complessi in formule semplicistiche (tecnica che serve anche a costruire ed alimentare a dismisura il nostro ego facendoci credere di essere intelligentissimi e di aver capito tutto). L'operatore di guerra psicologica risponde a questa esigenza usando le parole.

Gli stereotipi sono parole o frasi così intimamente associate ad idee o credenze comunemente accettate da essere di per se stesse convincenti senza bisogno della ragione o dell’apporto dell’informazione. Esse fanno appello a quelle emozioni quali l’amore per la patria, il desiderio di libertà, ecc.. Ovvero si accettano senza sottoporle ad un ragionamento operando su di esse un transfert. Proprio per questo gli stereotipi sono lasciati volutamente vaghi, affinché l’uditore possa interpretarli in maniera personale.

Anche in questo caso facciamo un esempio. I nostri telegiornali, parlandoci del conflitto in Iraq usano il termine "guerra di liberazione", in realtà si tratta di una guerra di aggressione preventiva, illegale e criminale secondo il diritto internazionale. Le truppe dei paesi invasori al telegiornale diventano “truppe alleate”, mentre i combattenti iracheni vengono definiti "fedelissimi di Saddam", per condizionare i telespettatori e far pensare che siano uomini che combattono per difendere un criminale, non il loro paese.

CREARE AMPIO NUMERO DI FONTI DI INFORMAZIONE

L'uditorio non deve avere la sensazione di essere controllato. L’operatore di guerra psicologica crea, quindi, un ampio numero di fonti d’informazione, i cui messaggi devono essere leggermente diversi, ma condizionare tutti allo stesso modo, così da dare la sensazione all’obiettivo di stare scegliendo di propria volontà tra diverse opzioni e programmi (basti pensare ai telegiornali, non solo danno le stesse notizie, ma, spesso, hanno anche la stessa scaletta).

CREARE "OPINION LEADERS"

L’operatore di guerra psicologica sa perfettamente che gli “opinion leaders”, hanno il potere di influire sull’opinione pubblica quanto le personalità politiche ed allora li crea. Sono quelle persone che compaiono in tutte le trasmissioni televisive e la cui fama viene costruita dai media. Vengono presentati come esperti del settore, opinionisti, ma difficile per il telespettatore dire se l’opinionista sia diventato esperto del settore perché è comparso in televisione o sia comparso in televisione perché realmente era un esperto del settore.

ATTIVARE IL MECCANISMO DELLA RIPETIZIONE.

Creata la realtà voluta l’operatore di guerra psicologica deve attivare il meccanismo della ripetizione, ovvero deve ripetere un fatto non vero così spesso da farlo diventare reale, come nel succitato caso di Al Quaeda.

OPERARE DUBUNKING.

Il debunking è una forma di manipolazione che consiste nello smontare e confutare teorie ed informazioni che vanno contro l’informazione (leggi manipolazione) ufficiale, ovvero la c.d. controinformazione.

L’opera del debunker è di fondamentale importanza per la guerra psicologica, egli opera con messaggi semplici, prevalentemente diretti a livello emotivo con ganci diretti all’inconscio, ovvero a quei pregiudizi e stereotipi inculcati sin dai tempi della scuola e rinforzati quotidianamente dai media.

Normalmente il messaggio teso a screditare la fonte di controinformazione del debunking si apre con un attacco sul piano personale, ovvero etichettando la persona con insinuazioni varie. Le principali etichette sono: bugiardo, paranoico, complottista, affetto da delirio di persecuzione, mitomane in cerca di pubblicità, Euroscettico, conservatore, nazionalista, xenofobo, razzista, fascista, sionista, antisemita, fondamentalista, comunista, ecc..

Tali parole (etichette) hanno la capacità, inserendosi in automatismi creati sin dalla scuola, di “impermeabilizzare” la nostra mente , ovvero neutralizzare a priori ogni possibile apporto ad un pensiero diverso.

Queste sono le principali tecniche di manipolazione mentale.

Ora che si conoscono le tecniche ci si può difendere. Come? Ad esempio:

- quando i media trasmettono notizie come quelle su Al-Quaeda ci si deve domandare cosa vogliono ottenere terrorizzando la popolazione. Vogliono far passare leggi che elidano ancora di più i diritti fondamentali dei cittadini? Si tratta di un “falso bersaglio”, ovvero desiderano attirare l’attenzione della massa su un fronte per operare indisturbati su un altro?

- Quando una persona in un dibattito non confuta i fatti ma si affida a frasi generiche e banali con ganci chiaramente emotivi si deve cambiare canale ed approfondire personalmente la questione. Stessa cosa si deve fare tutte le volte che qualcuno, invece di contestare nel merito un’affermazione, attacca sul piano personale etichettando l’interlocutore allo scopo di delegittimarlo;

- si deve analizzare sempre il contenuto di ciò che viene detto, ovvero verificare se si tratta solo di forma (parole inutili e stereotipi) o vi è anche sostanza, ecc…

Gli esempi potrebbero essere infiniti ma tutto si riduce, in fondo, ad una sola cosa: ci dobbiamo riappropriare della capacità di pensare.

sabato 25 settembre 2010

Istruzione Quanto Basta

Ci ho messo un po' per trovare un titolo alternativo a quello scelto per l'articolo pubblicato recentemente da Solange Manfredi sul blog di Paolo Franceschetti e che mi pregio di riportare dopo questa premessa.
E' un tema che molte volte in passato mi ero riproposto di sviluppare, dopo tutte le volte che mi ero ripetutamente trovato a rimbalzare contro il muro mentale di gomma alzato per difesa delle loro "idee" dai soldatini del Sistema formatisi negli ambiti da esso stabiliti.

Idee tra virgolette in quanto le idee vere e proprie sono frutto della propria mente e non di una ricerca fatta in quei pacchetti di pensiero omologato, preconfezionato ed inculcato fin dall'infanzia che il Sistema stesso definisce "cultura", "personalità" o, peggio ancora, "tendenza politica".
Per evitare di pensare infatti basta sposare un'ideologia o una religione che hanno le risposte a tutto e quando non le hanno si rifanno al valore della fede... .

In tal modo, il nostro secondo organo preferito - per dirla alla Woody Allen - può evitare di confrontarsi dolorosamente con una spiacevole realtà permanendo comodamente in una sorta di eterno sogno compensatore
freudiano sintetico come la scelta fatta dal protagonista di Vanilla Sky.

Solange mi ha risparmiato la fatica intellettuale di redigere un articolo che non avrei saputo comporre meglio (e neanche così come ha fatto lei) ma che descrive tutte le cose che ho pensato e che ho urlato quando qualcuno pretendeva di ridurre le mie idee originali in un contesto di simpatie politiche oppure si avvaleva di dogmi per contrastare le mie dimostrazioni logiche.
Dico spesso che la politica è il secondo dei miei disinteressi subito dopo i giochi a palla come calcio ed affini; questi infatti mi sembra siano le uniche attività umane in grado di a superarla per demenzialità ed inconcludenza.
Forse tutto ha inizio nella scuola, vera forgia di soldatini del Sistema decerebrati e funzionali ai suoi scopi.


LA FUNZIONE DELLA SCUOLA
Di Solange Manfredi

Con l’inizio dell’anno scolastico l’istruzione in Italia è stata argomento di numerosi articoli.

Si è parlato del problema dei precari, della riforma, ma poco della reale funzione della scuola.

Iniziamo subito con il dire che si deve uscire dall’illusione che la scuola operi per il bene e la crescita della persona. Niente di più falso. L’istruzione ha sempre mirato a seguire gli interessi della classe dominante imponendo un sistema educativo che rendesse agevole mantenere l’ordine sociale. Che cosa significhi questo è sotto gli occhi di tutti. La scuola, come l’Università, svolge tre compiti fondamentali:

1. Insegna lo stretto necessario perché la popolazione possa essere produttiva nei termini e nei modi voluti dal potere;

2. Impone sistemi d’istruzione che sono volti a uniformare e conformare la popolazione evitando accuratamente di insegnare le materie che sviluppino la capacità di ragionamento (dialettica, retorica, logica, ecc..), ovvero quelle materie che sviluppano il pensiero critico, autonomo;

3. instilla nei giovani quei preconcetti, pregiudizi e stereotipi su cui poi conformeranno tutte le loro esperienze.

La funzione della scuola italiana è, dunque, quella di atrofizzare le menti, non certo quella di istruire e formare, e sono i dati a confermarlo. Il 25% degli italiani che finiscono la terza media non sa leggere e scrivere. Il 66% della popolazione italiana ha una formazione insufficiente per partecipare allo sviluppo della società, ovvero 36 milioni d’italiani che sono da considerarsi analfabeti totali, semi-analfabeti o analfabeti di ritorno.

Non diverso è il discorso per quanto concerne l’Università. Anche questa è costruita in modo tale da formare una classe dirigente assolutamente incapace di sviluppare un pensiero critico e mettere in discussione l'ordine sociopolitico.

Dopo che la scuola, per anni, ha operato come sopra descritto per la classe dominante è facile influenzare opinioni, emozioni, atteggiamenti e comportamento della popolazione perché la nostra mente atrofizzata è attratta da tutto ciò che non richiede lo sforzo di pensare e il “non-pensiero” ci impone di aggrapparci a regole di condotta già prescritte.

Ecco quindi che, per proteggerci dalla realtà, dallo stimolo a pensare che proviene da ogni evento della nostra vita, quotidianamente ci vengono servite frasi generiche, semplici, banali, slogan che fanno presa su quei pregiudizi e stereotipi che ci hanno inculcato sin dall’infanzia. Codici standardizzati di espressione che ripetiamo meccanicamente i giorni seguenti nelle nostre conversazioni, frasi generiche che diventano verità assolute, che non hanno bisogno di alcuna argomentazione, di nessun approfondimento.

E così andiamo avanti, in questa totale assenza di pensiero, per schemi precostituiti che non siamo in grado di aggirare perché, su questi, abbiamo fondato il nostro mondo, la nostra persona, e su cui abbiamo bisogno di conformare tutte le nostre esperienze.

Questo crea in noi un meccanismo mentale perverso che ci impone di inserire immediatamente in quegli schemi qualsiasi cosa nuova (che sia un’informazione, uno scritto, una persona). E non ha alcuna importanza se dobbiamo modificare e stravolgere la realtà per inserire il “nuovo” in uno schema, l’importante è riuscire a inserirlo, perché questo ci permette di non fare lo sforzo di pensare, di non veder crollare il nostro mondo. Attuiamo questo meccanismo mentale quotidianamente, senza neanche accorgercene.

Facciamo un esempio. Sono fascista o comunista? Cattolica o atea? Nazionalista o europeista? Per alcuni lettori pare che la cosa più importante, per leggere e capire i miei articoli, sia riuscire a “inquadrarmi”. Qualche settimana fa ho ricevuto l’ennesima mail, dell’ennesimo anonimo che mi chiedeva per l’ennesima volta se, poiché i miei articoli erano comparsi su effedieffe, da lui definito, sito "cult" dell'ultradestra-cattolica-antagonistafilogovernativa EFFEDIEFFE”, vi fosse da parte mia una “cameratesca comunanza di "ideali" con i sopracitati”.

Normalmente non rispondo a tali mail, per il semplice motivo che, per esperienza, so che l’interlocutore (uno dei molti “eroi da tastiera” che anche in mail private preferiscono mantenere l’anonimato) non vuole veramente una risposta, ha già deciso. In questo caso, però, avendo già in animo di scrivere sull’argomento, ho risposto certa che “l’eroe da tastiera” avrebbe interpretato liberamente la mia risposta permettendomi di portarla ad esempio in quest’ articolo.

Non sono di destra, né di sinistra, né tanto meno di centro. Il mio interesse per la politica, data la mia età, sarebbe potuto nascere nel periodo di tangentopoli, ma in quegli anni la politica non aveva più alcun ideale da trasmettere. Oggi siamo in presenza di una politica della paura, si vota per partiti che promettono sicurezza, non ideali”.

L’anonimo, ovviamente, non ha deluso le mie aspettative e la sua risposta è stata:

"Non ho idea della sua età, ma non aver ancora scoperto (o forse non voler ammettere)la propria appartenenza politica (che centrano i partiti ??) è molto singolare,
comunque per sciogliere i suoi enigmi esistenziali (e quelli dei lettori):
dimmi chi frequenti e.....
Grazie per aver dissipato totalmente i miei dubbi"

Dunque, per l’anonimo lettore, io sono sicuramente di estrema destra, se non addirittura fascista, ma non l’ho ancora scoperto! Ovviamente non argomenta in alcun modo la sua opinione e si affida a un proverbio.

Ecco il vero compito della scuola, quello di atrofizzare le menti, quello di creare una popolazione che procede per schemi basati su pregiudizi e stereotipi ancorati a frasi semplici e banali (dimmi chi frequenti…), una popolazione priva della capacità di pensare, ma convinta di aver capito tutto.

fonte articolo riportato: paolofranceschetti.blogspot.com

lunedì 13 settembre 2010

UFO nel Cilento


Dopo un periodo di oblio pubblichiamo un nuovo post su di una segnalazione fresca di giornata, anzi freschissima: l'avvistamento, avvenuto attorno alle 5:30 di questa mattina, di un Oggetto Volante Non Identificabile rilevato sulla verticale del centro di Santa Maria di Castellabate (SA).
L'oggetto, secondo la descrizione raccolta in prima persona, sarebbe stato di forma discoidale emettente una luce di colore cangiante ed una scia.
Notato in volo stazionario, l'oggetto si è rapidamente dileguato verso est scomparendo alla vista dietro alla collina di Castellabate.
Potrebbe quindi essere stato notato da qualche altro mattiniero situato in una posizione più elevata rispetto al centro costiero.

Questa nuova segnalazione si aggiunge alle tante che da tanti anni vengono riportate da abitanti del Cilento.
E considerando che in pratica la totalità degli avvistamenti in zona è notturna, l'avvistamento di stamattina è stato abbastanza ritardatario... .
L'immagine pubblicata è di natura artistica, reperita in rete e quindi non pertinente all'evento.

mercoledì 23 giugno 2010

Elementi e salute - 9) Fluoro


Decisamente numerosi sono gli studi sugli effetti negativi del fluoro sulla salute dell'uomo.

Nonostante tutto, molti pediatri e dentisti consigliano ancora in modo automatico e sistematico la fluoroprofilassi (compressine o gocce) per i bambini di pochi mesi. L'integrazione di fluoro non è solo inutile, ma può essere addirittura dannosa.

Vediamo perché.

Le industrie del farmaco sono notoriamente molto abili nel manipolare, se non nell'influenzare, gli studi scientifici. Inoltre, non c'è migliore guadagno di quello che si ricava da farmaci prescritti in modo sistematico ad intere fasce della popolazione: vedi vaccinazioni e terapie ormonali per la menopausa, solo per citarne alcune.

Contrariamente a quello che si credeva un tempo, il fluoro è efficace solo se applicato localmente e non quando assunto internamente.

Assorbito per bocca, il fluoro entra nel dente attraverso il sangue e altera la struttura del dente stesso. Questo può causare fluorosi dentale. Invece, applicato localmente sul dente si lega allo smalto dei denti e li protegge dalle carie. Soprattutto nei bambini piccoli, i rischi dell'assunzione di fluoro superano di gran lunga i benefici.

Le industrie del farmaco e quelle produttrici di dentifrici hanno a lungo sottaciuto e sottovalutato gli effetti tossici dei prodotti a base di fluoro. La fluorosi dentaria è in aumento soprattutto tra la popolazione che fa uso sistematico di integratori a base di fluoro. Si presenta sotto forma di uno scolorimento intrinseco dello smalto dei denti: i denti appaiono screziati, macchiati, puntinati, decolorati e a volte anche bucherellati. Lo smalto saturato di fluoro è più vulnerabile all'attrito e all'erosione. I danni aumentano nel tempo.

Non esiste un dosaggio sicuro di fluoro. I danni da fluoro non si manifestano solo a livello dei denti, ma anche delle ossa e di altri tessuti umani. Il fluoro ha effetti negativi anche sul sistema nervoso centrale e determina alterazioni comportamentali e deficit cognitivi.

Studi scientifici dimostrerebbero che il fluoro può essere neurotossico anche per il feto a dosaggio considerati sicuri per la madre.

Dopo la nascita, il bambino può manifestare un ridotto quoziente intellettivo e alterazioni comportamentali.


FLUORO:

I fluoruri di sodio somministrati ai bambini con le “pastiglie al Fluoro”, per, dicono i pediatri, combattere la carie dei denti, non solo fanno in modo che il sistema immunitario si comporti come se fosse il sistema immunitario di una vecchia persona, ma cagiona anche dei danni autoimmuni in tutto il corpo ed accelera il processo di invecchiamento del corpo.

La bassa concentrazione in cui i fluoruri di sodio esercitano il loro effetto deleterio mostra chiaramente che in realtà non esiste una concentrazione di fluoruro di sodio che non sia dannosa.

Lo stesso problema si riscontra nell’acqua potabile “fluorata” per, dicono i “tromboni del potere sanitario”, combattere la carie dei denti.


Il FLUORURO:

Il fluoruro è stato l'elemento chimico chiave per la costruzione della bomba atomica. Si, stiamo parlando di un derivato del fluoro contenuto nel dentifricio che usiamo tutte le mattine o nelle gomme da masticare vendute a coloro che non hanno neanche il tempo di lavarsi i denti.

Dopo circa 50 anni (periodo in cui è stata scoperta la bomba atomica) che gli americani hanno cominciato ad aggiungere fluoruro alle loro sorgenti idriche per ridurre le carie dentali, sono stati resi pubblici dei documenti che mettono seriamente in discussione la sicurezza del fluoro e la buonafede del governo americano.

Diversi scienziati legati al progetto della bomba A condussero degli studi sui fluoruri concludendo che il fluoro provoca seri danni al sistema nervoso centrale e al nostro organismo in generale.

Molti di questi rapporti furono classificati segreti per “ragioni di sicurezza nazionale” e molti altri sparirono dagli archivi statali. Il conflitto di interessi è chiaro: se si fosse reso pubblico che l'esposizione al fluoro è dannosa, il progetto della bomba A, i suoi fornitori e tutte quelle istituzioni ad esso legate, sarebbero state annientate da uno scandalo dalle immense proporzioni e dalle relative cause intentate per danni alla salute pubblica.

Così tutto fu messo a tacere, ma nonostante ciò gli studi sugli effetti del fluoro dovevano continuare, anzi servivano cavie umane. Esiste forse un modo migliore che metterlo nelle tubature dell'acqua con la scusa della salute dentale dei nostri figli? Ed ecco subito organizzati convegni, pubblicità e associazioni di medici e dentisti preposte a pubblicizzare e a rassicurare la gente sull'utilizzo del fluoro e dei suoi “effetti benefici”.

Il risultato fu dei migliori: la gente accettò l'utilizzo del fluoro come salvaguardia della propria salute dentale, furono smentite tutte le implicazioni del fluoro con diverse malattie che colpirono operai e persone che abitavano nei pressi delle fabbriche che producevano questo materiale di scarto altamente tossico e inoltre, a loro insaputa, diventarono tutti potenziali cavie da laboratorio su cui studiare gli effetti dell'ormai beneamato fluoro.

Molti sono gli studi e le argomentazioni che attestano la pericolosità del fluoro e grazie a Joel Griffiths e Chris Bryson un medico scrittore e un giornalista indipendente si sta facendo luce su questa sconcertante situazione.

Uno degli effetti più evidenti dei fluoruri sul nostro organismo è quello sul sistema nervoso centrale. Diversi studi mostrano come ripetute dosi di quantità infinitesimali di fluoro possono ridurre nel tempo ogni forza individuale di resistere alla dominazione, con l'avvelenamento e la narcosi di una certa area del cervello, rendendo così l'individuo sottomesso alla volontà di quelli che desiderano governarlo.

Sono molte le evidenze storiche che mostrano accordi tra il governo americano e il regime di Hitler per il finanziamento del progetto della fluorizzazione delle acque dei paesi conquistati per renderli docili al controllo e alla dittatura.

I fluoruri sono dei materiali di scarto di molte industrie chimiche e la loro sicura distruzione ha dei costi così elevati che hanno costretto i “poveri industriali ad industriarsi per trovare una soluzione alternativa e più economica!”……

E così, una sostanza tossica di scarto è stata trasformata in una fonte di immensi guadagni.


Tratto dal sito mednat.org :

I danni accertati dall’ingestione del fluoro sono:

Rischi al cervello (NRC National Research Council), 1 ppm, ossia una parte per milione di fluoro può produrre nei bambini deficienze di apprendimento e difficoltà di concentrazione.

Rischi per la ghiandola tiroidea, il fluoro agisce come smembratore endocrino, sempre secondo NRC 0.01 - 0.03 mg di fluoro per Kg al giorno possono ridurre le funzioni della tiroide in soggetti con basso tasso di iodio, questa riduzione può portare ad un calo dell’acutezza mentale, depressione e aumento di peso corporeo.

Rischio per le ossa, il fluoro riduce la resistenza delle ossa ed espone a fratture, per ora non ci sono dati sul quantitativo di fluoro oltre il quale aumentano i rischi per le ossa, l’unico dato disponibile parla di 1.5 ppm.

Rischio di cancro alle ossa, studi su animali ed umani, inclusi gli ultimi studi dell’università di Harvard hanno stabilito con certezza il collegamento tra fluoro e osteosarcoma (cancro delle ossa) in uomini al di sotto di 20 anni. A questo proposito è disponibile una dettagliata relazione redatta dal National Toxicology Program che ha seguito gli adolescenti monitorati, va detto che purtroppo più della meta di questi soggetti sono deceduti dopo alcuni anni dalla diagnosi dell’osteosarcoma.

Rischi per pazienti sofferenti ai reni, pazienti sofferenti di patologie che coinvolgono i reni hanno manifestato un’alta sensibilità alla tossicità del fluoro, questa sensibilità è dovuta all’incapacità di questi soggetti ad eliminare dal corpo il fluoro assunto. Come risultato si ha una elevata presenza di fluoro nelle ossa ed un aggravamento o insorgenza di un disturbo conosciuto col nome di osteodistrofia renale.

Il consiglio è di evitare il più possibile l’assunzione di fluoro, leggete le etichette dell’acqua in bottiglia se ancora ne fate uso, cercate dentifrici senza fluoro per i vostri bimbi, altre fonti di assunzione di fluoro sono:

chewingum
medicinali
fertilizzanti
bevande gassate (coca cola - pepsi etc…)
te in bottiglia o lattina
gatorade
bastoncini di pesce (meccanicamente disossati)
bastoncini di pollo (meccanicamente disossati)
alcuni vini
alcune birre
cibi cucinati in contenitori col fondo in teflon
alcuni sali da cucina fluorati
alcuni tipi di anestetici (Enflurane, Isoflurane & Sevoflurane)
sigarette


fonte: Capitan Harlock

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