sabato 30 luglio 2016

Dritta per la sua strada - Laverda 750 SFC

Ci sarebbe molto da dire su questa moto: nella descrizione relativa alla Norton Commando ho accennato alla disposizione dei cilindri che l'accomuna alla scuola inglese ma le similitudini con le moto d'Albione finiscono qui.
La SFC derivava strutturalmente dalla preesistente SF, acronimo che sta per Super Frenante ma che negli anni '70 traducevamo con "Senza Freni" perché i suoi potenti tamburi esigevano mani altrettanto potenti per azionarli... mentre la "C" aggiunta sta per "Competizione".

Oltre all'allestimento nettamente sportivo senza compromessi, sottolineato dalla posizione di guida allungata e protetta da una semicarena, la sua destinazione d'uso è confermata dal fatto che, se pur condivideva molti componenti con la serie stradale, era dotata di un motore significativamente

venerdì 29 luglio 2016

British Way - Norton 850 Commando


Canto del cigno dell'industria motociclistica inglese, una volta di riferimento per la scena mondiale, la Commando prodotta dal 1968 al 1977 in diverse versioni, fu anche l'ultima Norton dotata di motore alternativo.
Per la loro impostazione ormai obsoleta, questi bicilindrici paralleli ad aste e bilancieri dotati ancora di cambio separato a 4 marce, non avevano margini di sviluppo e così, una volta trovati i finanziamenti, si preferì porsi su di un piano diverso e teoricamente più avanzato rispetto alla concorrenza tentando la carta del Wankel... ma questa è un'altra storia.

giovedì 28 luglio 2016

Una moto da corsa con la targa - Ducati 750 SS


Indubbiamente, gli anni '70 sancirono il definitivo surclassamento delle moto europee da parte della raffinatissima produzione nipponica ma, almeno fino a che i giapponesi non decisero anche loro di sviluppare per la serie delle sportive senza compromessi, nel campo delle Pure Sport l'utenza non poteva che rivolgersi ancora a produttori italiani come Ducati e Laverda.

La 750 SS nei fumetti
La Ducati 750 SS del 1973 fu realizzata quale replica stradale strettamente osservante di una moto da corsa fresca di successi sportivi ed ancora impegnata nelle competizioni. Tanto sportiva da non prevedere neanche il trasporto del passeggero e da conservare perfino una striscia verticale semitrasparente sul serbatoio che con un colpo d'occhio permetteva di valutare esattamente la quantità di carburante a disposizione.

mercoledì 27 luglio 2016

Il trionfo della razionalità - Moto Guzzi 850 Le Mans


Probabilmente, nessun progettista avrebbe mai concepito una meccanica del genere sapendo di doverla destinare ad una moto. Infatti il motore che andò ad equipaggiare la V7, capostipite di tutte le Guzzi a V trasversale, era stato progettato per una vetturetta mai entrata in produzione.
Per adattarlo ad un uso motociclistico risultò conveniente utilizzare un telaio scomponibile in quanto il gruppo motore risultava flangiato al cambio separato con albero di trasmissione, secondo uno schema tipicamente automobilistico tuttavia già utilizzato con successo dalle tedesche BMW e Zundapp.

martedì 26 luglio 2016

La regola che confermò l'eccezione - Suzuki GT 750

Non a caso siglata GT ovvero Gran Turismo, questa Suzuki 750 dimostrò la versatilità e l'affidabilità del motore a due tempi a tutti i suoi detrattori "esperti" da bar dei motociclisti.

Sidecar motore Suzuki GT750
Concepita tra molti ritardi (vedi Kawa 900) anch'essa per osteggiare la supremazia della Honda CB 750, fu la moto che stravolse maggiormente i canoni correnti utilizzando contro ogni consuetudine un motore a due tempi per muovere una moto dichiaratamente non sportiva. Tuttavia, possedendo un motore molto interessante per gli elaboratori in genere ma in particolare per i costruttori di sidecar da corsa, non fu esentata certo da utilizzi sportivi.

lunedì 25 luglio 2016

Le fuoriclasse - Suzuki GT 380 e 550

Presentate un anno dopo l'innovativa 750 a due tempi che inaugurava la serie delle GT, la 380 e la 550 condividevano con la maxi di Casa Suzuki solo l'architettura di massima del motore, rinunciando alla complicazione del raffreddamento a liquido affidandosi per contro all'efficacia di un semplice convogliatore d'aria applicato sulle teste, particolarmente capiente per il cilindro centrale.
Conservavano l'originale - quanto inutile - simmetria degli scarichi ottenuta sdoppiando quello centrale ma beneficiarono di un'innovazione funzionale costituita dal cambio a 6 marce, una novità assoluta per le moto di allora che fu adottata tra i primissimi altri solo dalla Moto Morini con i modelli "Tre e mezzo" a partire dall'anno successivo, il 1973.


domenica 24 luglio 2016

Lei, la Mach III - Kawasaki 500 H1

Continuando a parlare delle moto che hanno caratterizzato gli anni '70, l'epoca motociclistica per eccellenza, è inevitabile soffermarsi un momento sulla Kawasaki 500 Mach III, nonostante abbiamo appena parlato delle sua derivata da 750cc.
Come accennato nell'articolo ad essa dedicato, quest'ultima va citata per il suo status di leader della propria categoria, esattamente come per le altre due moto precedentemente analizzate.
In base a tale presupposto, apparirebbe fuori luogo inserire in questa carrellata una versione che non è quella più grossa e potente della serie ma la Mach III, nonostante la denominazione aeronautica progressiva, era denominata anche H1, in qualità di capostipite della sua specie.

sabato 23 luglio 2016

La bestia nera - Kawasaki 750 H2

Ritenuta da molti la moto meno sicura (o più pericolosa, fate voi) di tutti i tempi per la strapotenza del suo motore, la Kawasaki 750 Mach IV era in realtà dotata di un motore che erogava "solo" 71cv a 6800giri/' mentre, per fare un paragone, la Moto Guzzi 850 Le Mans che uscì qualche anno dopo, ne erogava 70 a 7000 e nessuno per quest'altra moto ha mai parlato di strapotenza nonostante fosse nettamente più veloce della giapponese, anzi...
Il problema della Kawa derivava dalla filosofia costruttiva che prevedeva un baricentro alto ed arretrato che favoriva l'impennata in maniera patologica, caratteristica apprezzata dai più esibizionisti ma non dai veri motociclisti che ne puntualizzavano anzi l'inadeguatezza.

venerdì 22 luglio 2016

Oltre il massimo - Kawasaki Z 900

In tutti i campi delle attività umane caratterizzati da creatività e innovazione, accade periodicamente che lo stato dell'arte subisca un'improvvisa accelerazione in base a qualche nuova scoperta, tecnologia oppure semplicemente al design industriale.
Nella prima metà degli anni '70 si verificò un fenomeno del genere con l'avvento di una moto che costrinse l'intero ambiente motociclistico a riparametrare tutti i riferimenti estetici e prestazionali.

Ultima arrivata tra le grandi Case motociclistiche, ma dotata di un back-ground industriale di primissimo livello in altri campi, la Kawasaki era fino ad allora conosciuta - famigerata sotto certi aspetti - principalmente per le sue tricilindriche due tempi, note per la loro pericolosità non tanto per la

giovedì 21 luglio 2016

Tutta cromata, 10HP - Honda CB 750 Four


Nel 1969 accaddero due fatti che caratterizzarono un'epoca, almeno in Italia: la Honda immise sul mercato la sua CB750 e Lucio Battisti presentò la nuova canzone "Il Tempo di Morire".
Da allora, perfino in ambiente motoristico, si protrae un equivoco sul significato dell'attributo "dieci acca pì" alla parola "Motocicletta" che apre il testo della canzone.
Questo, nonostante nessuno in Italia si riferisse mai alla potenza motore utilizzando la grandezza inglese "Horse Power", nonostante già all'epoca 10cv di potenza del motore erano pochi in assoluto ed alla portata di un qualsiasi 125 e nonostante nessuna moto leggera dell'epoca fosse definibile "tutta cromata"...!

mercoledì 20 luglio 2016

Ma uno a diciassette anni può già...

Massimo Troisi
La recentissima notizia di cronaca da Cava dei Tirreni, relativa alla violenza sessuale subita da un diciassettenne, è stata diffusa con titoli richiamanti un problema antico emerso da pochi anni alle cronache (ed alle coscienze) che sarebbe quello della pedofilia.
Ora, capisco che la cosa risulterebbe Politicamente Scorretta (e quindi vera ma ultimamente la verità fa male) però a me pare che nel caso di una vittima adolescente... terminale, non ci siano più gli estremi per parlare di pedofilia. Non sarebbe molto più corretto e veritiero parlare di omosessualità violenta?

lunedì 18 luglio 2016

Oops... le Forme dell'Arte sono finite!

Chi ha avuto modo di vivere attraverso più generazioni o d'indagare il recente passato, si è accorto senz'altro che in molti campi artistici o comunque caratterizzati da una ricerca creativa, si è verificato una progressiva rarefazione di proposte originali, innovative ma allo stesso tempo "belle", per quanto relativo possa essere questo aggettivo.

La spiegazione è tutta in un celebre aforisma del grande architetto Otto Wagner:
"Niente che non sia funzionale potrà mai essere bello"

Se definiamo "mostruoso" un essere umano, non è perché siamo razzisti ma perché viene stabilito da parametri archetipici radicati nella nostra mente.
E siccome gli archetipi non sono né buoni né cattivi ma solo descrittivi, essi si rifanno ad una coscienza che sa perfettamente cosa è "bene" e cosa è "male" per la nostra specie.
Un essere "mostruoso" molto probabilmente avrà diversi problemi fisici e difficilmente potrà condurre una vita normale. Probabilmente anche la durata della sua triste vita sarà inferiore alla media.

venerdì 15 luglio 2016

La moto ai tempi della geoingegneria

- Il mitico Testa Rossa, dei primi anni '70 -

Quando cominciai ad usare la moto nella prima metà degli anni '70, è vero che la mia insegnante di lettere al liceo mi chiamasse "Primavera" perché tolto il giubbotto da moto, rimanevo in classe con la maglietta a maniche corte anche in pieno inverno ma è anche vero che il meteo fosse più stabile e prevedibile e che si poteva contare su di un buon indice di affidabilità sulle previsioni del Colonnello Bernacca andate in onda la sera prima.
Quindi, chi si spostava in moto, poteva abbigliarsi in maniera consona al reale tempo atmosferico scegliendo magari un giubbotto (un pò più) impermiabile in caso di minaccia di pioggia, portandosi un'antipioggia vera a propria (allora

giovedì 14 luglio 2016

Accentrare o decentrare?

Nell'ottica di completa dissoluzione dello Stato inteso come emanazione dei propri cittadini ed unico ente fornitore e garante dei servizi di primaria importanza, a partire dal colpo di Stato del '92 abbiamo assistito alla liquidazione coatta al peggior offerente delle principali industrie di Stato a cominciare dallo smantellamento guidato (da Romano Prodi) del colosso industriale IRI (avviato all'epoca a diventare il più grosso gruppo industriale del mondo, pericolo scongiurato dai nuovi governanti con le "mani pulite").

Dall'epurazione di quella classe politica, colpevole di

lunedì 11 luglio 2016

Dove vai se la cintura non ce l'hai?


E' di oggi la notizia che il risarcimento previsto per il decesso delle studentesse Erasmus, occorso nell'incidente di bus spagnolo del 20 marzo scorso, sarà decurtato in base al riscontro che le stesse non avevano indossato le cinture di sicurezza.
E' vero che i bus montano la sola fascia addominale ma la stessa è sufficiente per evitare di venir sbalzati dal sedile in caso d'incidente.
Dalle cose che scrivo in rete, può sembrare che io sia totalmente anarchico e contrario alle regole in generale ma non è così: sono contrario solo alle regole gravemente lesive concepite per controllare e sottomettere la popolazione e gli individui che la compongono, non a quelle dettate dal Buon Senso.
Da quando si è capito che in caso d'incidente si rischia molto meno rimanendo assicurati al sedile, una regola di buon senso impone l'utilizzo delle cinture e

domenica 10 luglio 2016

Carne in scatola semovente

Se è vero che la famiglia a cui faceva capo l'ex Gruppo FIAT è una delle poche italiane a far parte dell'èlitè che decide le sorti (almeno) del mondo occidentale, ecco che risulta chiara ed indicativa la filosofia costruttiva che caratterizzò le auto proposte già in epoca fascista che almeno giustificava una linea autarchico-popolare.

Col nobile scopo di motorizzare le classi meno abbienti, fu avviata la costruzione della prima 500, subito popolarmente denominata "Topolino" facendo un omaggio profetico a quella cultura che presto avrebbe soppiantato la nostra. Tecnicamente, era frutto di un rimaneggiamento tecnico della precedente 508 mirato al risparmio ed all'eliminazione del superfluo, come aveva insegnato Henry Ford col suo modello T.
Il risultato fu una vetturetta simpatica e robusta ma oggettivamente ridicola, con degli spazi abitativi tremendamente angusti anche se è vero che la maggioranza degli italiani di allora, non avendo

venerdì 1 luglio 2016

Quando l'autopilota s'affloscia


Vero è che al giorno d'oggi, tutte le notizie vanno acquisite con beneficio d'inventario prima di tenerne conto come se fossero vere ma dagli USA ne è arrivata una storica per quanto riguarda l'autotrazione: il primo incidente mortale (ufficialmente) causato da un sistema di guida automatico.
Certo che anche quando i veicoli a motore comparvero su questa Terra, assieme a quella dell'autotrazione si dovette inaugurare l'era degli incidenti stradali ma una cosa è prendere atto che un sistema di trasporto rischioso di suo ogni tanto esige qualche vittima, un'altra aumentare i rischi facendo affidamento a sistemi privi di coscienza che non hanno nulla da perdere in caso d'incidente.