lunedì 28 dicembre 2009

Incidente stradale per il giudice Forleo


Nel corso dei telegiornali di regime (almeno per ora) non è stato neppure accennato all'"incidente automobilistico" in cui è rimasta coinvolta Clementina Forleo, mentre interi servizi ed approfondimenti sono stati dedicati alla simulazione che ha avuto per protagonista Silvio Berlusconi. Sono in corso accertamenti sulla dinamica del sinistro, ma non dimentichiamo che la Forleo è uno dei pochi magistrati, se non l'unico in Italia, ad aver veramente indagato su questioni scabrose, pure sfiorando il problema delle "scie chimiche". Alcuni anni fa, i genitori della Forleo morirono in uno strano incidente stradale. Un altro avvertimento?

ROMA (5 dicembre) - Clementina Forleo è rimasta ferita ieri sera in un incidente, finendo con la sua Opel contro il guardrail sull'autostrada per Milano, all'altezza del casello di Lodi. Il magistrato tornava a casa dopo la giornata in tribunale a Cremona, dove ora presta servizio. Al pronto soccorso dell'Ospedale Maggiore di Lodi sono state riscontrate al magistrato fratture allo zigomo ed alla mandibola, ma la Forleo ha rifiutato il ricovero.

Salvata dall'airbag. Sulle cause dell'incidente indaga la polizia stradale di Guardamiglio, in provincia di Lodi. Non si esclude che un automobilista abbia compiuto una manovra azzardata ed abbia tagliato la strada alla Opel. L'airbag ha salvato la vita al giudice Forleo, ma l'impatto è stato violento. Il presidente del tribunale di Cremona, Carlo Maria Grillo, è stato il primo ad essere informato dalla polizia stradale. Ieri la Forleo aveva celebrato alcuni processi come giudice monocratico. Alle tre del pomeriggio e per oltre un'ora e mezzo, era stata impegnata nell'udienza preliminare sui formaggi avariati e riciclati, infine era attesa in carcere per un'udienza di convalida di un arresto. Rientrata in tribunale e sbrigate le ultime incombenze, era ripartita per Milano.

Secondo il deputato dell'Italia dei valori, Pierfelice Zazzera, «La Forleo è stata spinta fuori strada da un'auto poi fuggita» . Zazzera ha chiesto un servizio di tutela per il magistrato. «Siamo preoccupati - ha detto Zazzera - per l'atteggiamento sordo di chi dovrebbe tutelare la magistratura e non lo fa, soprattutto in relazione all'episodio della scorsa notte, tanto più che, come si ricorderà, i genitori del magistrato brindisino sono rimasti uccisi in un incidente ancora pieno di misteri. Ci auguriamo che chi di competenza intervenga quanto prima, sia in relazione alla scorta sia per l'accertamento dei fatti della scorsa notte».

L'incidente non sarebbe legato ad un impatto con un'altra auto. A sostenerlo, fonti di Palazzo di giustizia secondo le quali, per ora, si dovrebbe escludere l'ipotesi di un impatto con un altro veicolo. La polizia stradale propenderebbe per una manovra brusca da parte del G.I.P. di Cremona, manovra che potrebbe essere stata innescata dall'improvviso cambio di corsia di un' altra vettura.


Leggi qui l'articolo tratto dal quotidiano Il Messaggero.

Sugli incidenti stradali sospetti:
http://paolofranceschetti.blogspot.com/2009/03/lomicidio-massonico-parte-4-la-legge.html

lunedì 14 dicembre 2009

Cilento in fuoristrada

HEYMOTARD al raduno 4x4 di Eredita (SA)
- domenica 13 dicembre 2009 -

Cicerale (475m slm): panorama dell'invaso artificiale del fiume Alento e del Monte Stella sullo sfondo.

Di valenza più turistica che sportiva ed organizzato dal Salerno Fuoristrada, il suo road-book ha portato una cinquantina di equipaggi provenienti da Salerno e dal circondario su e giù per le belle vallate comprese tra le campagne di Giungano e l'invaso della diga dell'Alento passando per Eredita di Ogliastro Cilento e Cicerale; una buona occasione per scoprire divertendosi in compagnia le bellezze nascoste del nostro Cilento evitando il più possibile di alimentare il traffico stradale della domenica.

La pagina dedicata da heymotard.it alla manifestazione, con foto:
-
http://www.heymotard.it/fotorad4x4131209.htm


Articolo correlato:
- Apologia del SUV: un'opinione controcorrente

lunedì 30 novembre 2009

Il Grande Fratello avanza!

Vaccini contro l'influenza suina e microchip:
il piano era già stato rivelato 20 anni fa
.


Notizia tratta dal sito http://ronpaul.blog.de
attraverso la traduzione del sito theflucase.com

ripresa da scienzamarcia


Il quotidiano britannico "The Sun" nella sua edizione del 1° agosto 1989 recava una profetica notizia. Sotto il titolo "Il Grande Fratello sta arrivando - Rivelato piano segreto per etichettare ogni uomo, donna e bambino" venivano rivelati i piani segreti del governo per impiantare microchip in ogni persona allo scopo di ottenere il controllo totale della popolazione, anche con il pretesto di una pandemia di influenza suina.

L'articolo potrebbe essere stato scritto oggi, dal momento che i governi si preparano a realizzare una campagna di vaccinazione di massa per l'influenza suina con dei vaccini non testati e tossici, mentre molte fonti riferiscono che ci saranno dei nanochip nelle siringhe che verranno utilizzate per le iniezioni di tali vaccini.


Ovviamente molti medici che parteciperanno volontariamente a tale operazione criminale saranno probabilmente convinti dai loro mandanti che i nanochip (versione ancora più miniaturizzata dei pericolosi microchip già attualmente in uso) servono per monitorare il diffondersi dell'epidemia onde combatterla meglio.

Come infatti già segnalato nel mio "profetico" articolo su microchip e vaccini l'azienda VeryChip ha realizzato un cosiddetto chip "anti-pandemia" che potrebbe essere utilizzato come foglia di fico per coprire la vergognosa operazione.

domenica 29 novembre 2009

Dott. Eugenio Serravalle: lettera informativa contro il vaccino per l'influenza suina

Mentre il programma di irrorazione aerea di sostanze tossiche procede a pieno regime [stamattina sul Golfo di Salerno la situazione è drammatica, NdR] un'altra testimonianza si aggiunge alla ormai corposa letteratura accumulata sulla farsa mediatica che supporta l'inesistente pandemia suina, utilissima per distogliere la gente dall'osservazione del cielo sopra le loro teste e dalle altre VERE drammatiche emergenze che ci riguardano.
Notizia ripresa da SOLE ATTIVO:

sabato 28 novembre 2009

Chi si ricorda della bufala aviaria?

Servizio realizzato dalla giornalista Sabrina Giannini per la trasmissione Report e andato in onda su RAI3 il 7 maggio 2006.
Scovato da scienzamarcia:



Evidenti le similitudini con le vicende legate alla bufala suina ma come messo in evidenza dall'articolo del 16 novembre scorso, la storia non sempre insegna, anzi non lo fa quasi mai neanche quando è così recente.

Aggiunta del giorno 29:
Dopo aver ascoltato quanto esposto dal Dott. Serravalle nel video allegato all'articolo successivo va rimarcato un dato statistico interessante: per il 2005, l'OMS aveva previsto che l'aviaria avrebbe potuto causare fino a 7.000.000 (sette milioni) di morti in tutto il mondo; alla fine le morti accertate ascrivibili al'aviaria furono solo 272 (duecentosettantadue).

venerdì 27 novembre 2009

Il Ministro della Salute polacco prende posizione contro il vaccino per la suina.

La notizia risale a pochi giorni fa:



video montato da wordsmeanall

Nel frattempo uno studio prende in considerazione la possibilità che il virus A/H1N1 sia d'origine artificiale:
- http://scienzamarcia.blogspot.com/2009/11/uno-studio-scientifico-soggetto.html

Intanto continuano a verificarsi morti a seguito di vaccinazioni di dubbia utilità (non è una novità ma finalmente se ne parla) perché non esiste solo il vaccino per la suina...:
- http://tuttouno.blogspot.com/2009/08/vaccini-killer-ascoltate-la-voce-di-ian.html

sabato 21 novembre 2009

Bollettino di guerra al cittadino

Grazie alle notizie reperite sul solerte ed informato blog di scienzamarcia e da altre fonti aggiorniamo il bollettino delle gravissime conseguenze e dei decessi DOVUTI ALLA VACCINAZIONE per l'influenza suina.

Dopo i casi già messi in risalto:
- bambino di due anni e diciottenne morti dopo vaccinazione
- ragazzo irlandese ammalato gravemente dopo vaccino


ecco gli aggiornamenti:

- Sindrome di Guilliam-Barré indotta dal vaccino indebolisce gravemente ragazzo dopo la vaccinazione:


- Germania: muore bambino di 21 mesi dopo vaccinazione
Ricordiamo che in Germania una versione del vaccino PRIVA DI ADIUVANTI PERICOLOSI per la salute si è resa disponibile SOLO PER LE CLASSI DIRIGENTI E PER I MILITARI e pare che in Italia il Sindacato Autonomo di Polizia abbia richiesto per i propri iscritti un tipo di vaccino simile essendo ben noti i possibili effetti collaterali di quello comune: richiesta del SAP al Ministero

- Canada: muore uomo dopo vaccinazione

- Canada, Manitoba: muore donna dopo vaccinazione

- Norvegia: muore donna dopo vaccinazione

- Padova: morto uomo di 42 anni dopo vaccinazione

Riprendendo il senso dell'articolo precedente, l'attenzione mediatica rivolta verso i fenomeni legati all'influenza suina, che non sarebbero degni di nota se non ci fosse di mezzo la pericolosità del vaccino, è perfettamente funzionale a far passare inosservato un fatto gravissimo che ci riguarda tutti in maniera drammatica:
la PRIVATIZZAZIONE DELL'ACQUA POTABILE contro la quale è in corso una petizione indetta dal FORUM ITALIANO DEI MOVIMENTI PER L'ACQUA.

Preoccupiamoci ora di questa VERA EMERGENZA!
Per evitare i "rischi della suina" basta NON vaccinarsi.

mercoledì 18 novembre 2009

Il metodo della deviazione (dell'attenzione)

I media ufficiali sono organi di propaganda. Se fossero dei mezzi d'informazione come sostengono di essere non avrebbero tabù e informerebbero seriamente gli utenti a partire dei FATTI che riguardano in maniera più drammatica e diretta la loro vita e relegherebbero il gossip a contesti faceti ad esso dedicati.
Invece succede esattamente il contrario: i media ci ragguagliano dettagliatamente di cose che non c'interessa minimamente sapere (come l'identità o le opinioni di chi si porta a letto un vecchio premier milionario di 75 anni, beato lui a quell'età se può farlo) oppure di importanza secondaria (come la marginale diffusione di un'influenza scarsamente aggressiva come la suina) tacendo però in maniera assoluta e colpevole su emergenze colossali e drammatiche per la nostra vita come il Signoraggio Bancario, il Trattato di Lisbona con la restaurazione della Pena di Morte, gli omicidi massonici, il protrarsi delle irrorazioni aeree note come "Scie Chimiche", il progressivo consolidarsi mattone su mattone dell'annunciato Nuovo Ordine Mondiale che comporterà la fondazione di un Esercito Mondiale che in quanto tale se non sarà costituito contro qualche improbabile entità aliena aggressiva vorrà dire senza ombra di dubbio che lo sarà contro il libero cittadino... insomma di tutto di più, come recita lo slogan RAI, tranne l'essenziale.


In questa linea adottata dai sedicenti Organi d'Informazione (ufficiali) sembra quasi di ravvisare la massima di Oscar Wilde: "Sono disposto a rinunciare a tutto fuorché al superfluo".
E credo proprio che i media istituzionali abbiano da tempo rinunciato ad un "tutto" che è essenziale per la nostra informazione.

E' importante quindi per noi guardare ATTRAVERSO ogni polverone mediatico perché alla luce di quello che sappiamo è CERTO che nasconde qualcosa che NON dobbiamo sapere: fumo mediatico negli occhi dietro il quale non si riesce a vedere l'arrosto della nostra speranza in un mondo migliore, realtà dietro all'illusione.



Approfondimento:
- Le quattro ragioni per cui i media mainstream sono inutili

lunedì 16 novembre 2009

Quando la storia NON insegna...

Nel 1976 avevano già tentato di "vendere" l'influenza suina come una pandemia mortale.
Un servizio d'epoca mette in evidenza contraddizioni ed eccessiva leggerezza
nelle linee governative (americane) adottate nei riguardi della salute pubblica (uso di vaccini non testati o testati con risultati negativi per la salute, inutilità di fondo di un vaccino per una patologia così leggera che guarisce da sola, mancanza di informazioni complete per i vaccinati, gravi effetti collaterali dei vaccini, ecc.)
Insomma la storia si ripete ma non tutti ne fanno tesoro:





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I saggi consigli di oggi da parte di un medico di base:




Dopo i casi del bambino di due anni e della diciottenne uccisi dal vaccino, un altro grave episodio:
- Ragazzo irlandese si ammala gravemente in seguito a vaccinazione contro l'influenza suina

sabato 14 novembre 2009

Per fortuna c'è la crisi!

I media (ufficiali) hanno il potere di creare la realtà, almeno quella in cui credono gli spettatori passivi ed acritici che poi sono la stragrande maggioranza della popolazione.
Questi surrogati di realtà sono concepiti ad arte per mungere e spingere il gregge dell'utenza dentro un recinto sempre più angusto fatto di regole severe e scelte forzate che non prevedono né consentono ripensamenti. Succede così per tutte le grandi manifestazioni epocali ed anche per le piccole cose.

Un recente esempio di montatura mediatica è quello eclatante della presunta quanto inesistente pandemia influenzale che avrebbe dovuto spingere la maggioranza della popolazione ad implorare un vaccino più pericoloso che inutile. Fortunatamente pare che solo il 3% della popolazione abbia deciso di farsi intossicare volontariamente con questo preparato di cui, conoscendo i componenti adiuvanti, si conoscono solo i potenziali effetti negativi e che di certo non garantisce l'immunità dall'influenza A/H1N1.
Cosa ci proporranno adesso per l'influenza stagionale, che è 10 volte più aggressiva della suina?!?
L'insuccesso di questa campagna di vaccinazioni conforta ma sembra anche un po' strano considerando i potenti mezzi dispiegati: non si sa se rallegrarsene come se fosse una vittoria per i cittadini e la loro salute o se preoccuparsi ipotizzando che si sia trattata solo di una manovra di sondaggio della coscienza e della reazione popolare.

Stessa cosa per quanto riguarda "la crisi" (sempre la stessa - artificiosa - e sempre tra virgolette) che periodicamente attanaglia i mercati di tutto il pianeta (ma dove sono finite le crisi interne? possibile che non esista più crisi che non sia planetaria?) o forse più che attanagliarli ne sconvolge gli equilibri in modo che pochi potenti immuni alle crisi possano approfittarne, risultando a fine crisi ancor più potenti.
Infatti, come tutte le crisi precedenti anche questa sta volgendo - purtroppo - al termine "grazie" agli interventi sinergici di illuminati economisti in tutto il globo o, più semplicemente, grazie alla fisiologica elasticità del mercato... .
E dico "purtroppo" perché sostengo la necessità della riduzione del PIL che, come diceva Robert Kennedy nel famoso discorso pronunciato tre mesi prima di essere ammazzato (guarda un po'!), può dirci quanti soldi ci girano intorno ma non può certo quantificarci il livello del nostro benessere e men che meno darci una misura del nostro progresso nel sociale; e parlo di progresso vero, non tecnologico.
Questa crisi, come qualunque altra, avrebbe potuto rappresentare una buona occasione per rivedere i nostri concetti di crescita a tutti i costi a favore di una decrescita felice e consapevole, guidata intelligentemente verso un reale e più diffuso benessere globale.
Ma abbiamo perso anche questa occasione perché già si parla di ripresa; del resto i media devono pur parlare di qualcosa di buono ogni tanto, soprattutto con l'avvicinarsi della fine dell'anno e quindi della festa del consumismo... pardon delle festività natalizie e di fine anno.

Comunque, se l'ultima crisi è stato uno spunto di riflessione che ha spinto qualcuno a fare meno acquisti a rate e dissuaso qualcun'altro a cambiare la sua buona ed affidabile vettura con un'altra nuova, può anche darsi che abbia sortito qualche effetto positivo.
Trovandomi a discutere spesso con appassionati di auto e moto (lo sono stato anch'io in passato ma adesso mi sono ravveduto) incontro sempre una grossa difficoltà a far loro capire che se si sospendesse stasera stessa la produzione di auto e moto nuove per 10 anni, la mobilità e la qualità della vita su tutto il pianeta non ne risentirebbero più di tanto, anzi per nulla.
E' un'utopia, non c'è dubbio, perché non basterebbe un ravvedimento delle classi dirigenti (intendo dire proprio le classi dirigenti, cioè bancari, petrolieri e produttori di veicoli, non mi riferisco ai politici loro dipendenti) per sospendere la produzione senza causare una reazione a catena che porterebbe in tempi brevissimi ad una catastrofe economica non essendo pronto un Sistema alternativo a quello esistente.
L'unica possibilità sarebbe quella di uno sciopero a tempo indeterminato dei consumatori preceduto da un auto-licenziamento di massa dei dipendenti di tali industrie che dovrebbero però già sapere come procacciarsi da vivere in maniera alternativa prima di licenziarsi...!
In pratica una cosa infattibile.

Però, una bella crisi ogni tanto può essere utile quanto meno a rallentare la caduta nel baratro sul cui fondo ci aspetta inesorabile la totale saturazione del mercato ed il crollo della domanda - anche per mancanza di contante - frutti inevitabili
del Signoraggio Bancario e di un sistema capitalistico puro.
Si tratta di matematica, non di opinioni politiche.

Discorso di Robert Kennedy pronunciato il 18 marzo 1968, Università del Kansas:



"Non troveremo mai un fine per la nazione né una nostra personale soddisfazione nel mero perseguimento del benessere economico, nell’ammassare senza fine beni terreni.
Non possiamo misurare lo spirito nazionale sulla base dell’indice Dow-Jones, né i successi del paese sulla base del prodotto nazionale lordo (PIL).
Il PIL comprende anche l’inquinamento dell’aria e la pubblicità delle sigarette, e le ambulanze per sgombrare le nostre autostrade dalle carneficine dei fine-settimana.
Il PIL mette nel conto le serrature speciali per le nostre porte di casa, e le prigioni per coloro che cercano di forzarle. Comprende programmi televisivi che valorizzano la violenza per vendere prodotti violenti ai nostri bambini. Cresce con la produzione di napalm, missili e testate nucleari, comprende anche la ricerca per migliorare la disseminazione della peste bubbonica, si accresce con gli equipaggiamenti che la polizia usa per sedare le rivolte, e non fa che aumentare quando sulle loro ceneri si ricostruiscono i bassifondi popolari.
Il PIL non tiene conto della salute delle nostre famiglie, della qualità della loro educazione o della gioia dei loro momenti di svago. Non comprende la bellezza della nostra poesia o la solidità dei valori familiari, l’intelligenza del nostro dibattere o l’onestà dei nostri pubblici dipendenti.
Non tiene conto né della giustizia nei nostri tribunali, né dell’equità nei rapporti fra di noi. Il Pil non misura né la nostra arguzia né il nostro coraggio, né la nostra saggezza né la nostra conoscenza, né la nostra compassione né la devozione al nostro paese.
Misura tutto, in breve, eccetto ciò che rende la vita veramente degna di essere vissuta. Può dirci tutto sull’America, ma non se possiamo essere orgogliosi di essere Americani."
[Robert Kennedy]

giovedì 12 novembre 2009

Apologia del SUV: un'opinione controcorrente

...ovvero: Elogio del Fuoristrada!

Può capitare che, travolti come siamo da un continuo ed incontrollato mare di parole proveniente dai media, ci dimentichiamo o travisiamo il reale significato di una definizione. Tra tante delle figure retoriche diventate d'uso e d'abuso comune c'è quella, fatidica, dell'Impatto Ambientale. Usata spesso a sproposito e solo nella sua accezione negativa, questa definizione è in realtà priva di una valenza qualitativa e vuol dare solo una misura della portata di una modifica operata dall'Uomo o, perché no, naturale sull'ambiente che si prende in oggetto.
Bene, qualcuno ha idea di quale sia l'attività che fin dalla comparsa dell'Uomo sulla Terra ha provocato realmente il maggior Impatto Ambientale, inteso proprio come colossale modifica del territorio con effetto (per lo più negativo) su flora e fauna locale?
Tra tutte le catastrofi ecologiche che continuamente si verificano, che si possono immaginare ed alle quali siamo avvezzi, l'urbanizzazione e le Opere Pubbliche colossali svetta invece - e di gran lunga su tutte le altre - l'Agricoltura.E' l'agricoltura infatti, seguita da presso dalla pastorizia, che nella storia dell'Uomo è stata la maggior causa di modifica sostanziale degli ecosistemi preesistenti. Le deforestazioni a scopo agricolo o a causa della pastorizia e l'irregimentazione delle acque necessarie agli scopi umani hanno provocato nei millenni la desertificazione - anche per gli effetti sul microclima - di intere aree geografiche e la perdita definitiva di una parte importante del patrimonio originario di biodiversità animale e vegetale.Coscientemente, si è anche proceduto all'eliminazione capo per capo fino all'estinzione in qualche caso di quegli animali e quei vegetali "dannosi" (per la nostra specie?) o che non ci tornavano utili o che non fornivano lo stesso "rendimento" di altri. In questo modo, anche quindi per una pura causa di "mercato", abbiamo ridotto la nostra dieta una volta variata attraverso le centinaia di specie vegetali tra le quali potevamo scegliere a sole 4 colture fondamentali ed al consumo di carne derivante da poche e redditizie razze animali a tale scopo allevate in condizioni innaturali.

Tuttavia, allo scopo di rimediare almeno in parte ai danni colossali che abbiamo inferto all'ambiente, non è più possibile fare marcia indietro per il semplice motivo che tutte le foreste della Terra non basterebbero ormai più per sfamare gli oltre 7miliardi di persone che siamo diventati e quindi dell'agricoltura non potremmo più farne a meno, però in questo ambito qualcosa si può fare sul serio (qualcuno si è dato la briga di calcolare che tutta la Terra basterebbe a sfamare al massimo una trentina di milioni di umani che seguono una dieta di tipo paleolitico ovvero composta da alimenti derivanti esclusivamente dalla caccia e dalla raccolta....) ad esempio riducendo drasticamente il nostro consumo di carne:
a parte il fatto che questo non potrebbe che far bene alla nostra salute ed alle nostre tasche, pare che il 70% delle risorse idriche venga impiegato per gli allevamenti e per l'agricoltura e se è vero com'è vero che per far crescere un vitello di un chilo siano necessari 13kg di foraggio, che senso ha mangia
rsi il vitello, poveretto, invece di mangiare direttamente - come fa lui - un frutto della terra? Anche immaginando (a torto) che un chilo di carne possa fornirci tanto più cibo di "qualità" rispetto ad un chilo di vegetali, lo stesso a conti fatti non risulta conveniente né per noi né per l'ambiente.

Un'altra cosa che potremmo fare, senza soffrirne più di tanto anzi aiutando come per la carne la nostra salute sarebbe ridurre gradualmente anche il consumo di caffè:
di questa droga infatti se ne consuma una grossa parte solo a scopo rituale o abitudinario.
Nel senso che se proprio non vogliamo rinunciare alla scarica d'adrenalina (ed al successivo "down" che ne consegue...) che ci fornisce la caffeina quando non abbiamo il tempo di svegliarci con naturalezza o quando per esigenze contestuali siamo costretti controvoglia a stere ben svegli quando invece vorremmo dormire, potremmo evitare di assumere caffè solo per abitudine sociale o sociativa: così facendo potremmo ridimensionare le (purtroppo altamente redditizie) colture di caffè smettendo di deforestare a tale scopo giungla equatoriale e magari riconvertendo le piantagioni a cereali, un po' meno redditizi del caffè ma sicuramente più utili all'umanità. Ma c'è da dire che contro un'idea del genere ci sarebbe (in effetti c'è) l'opposizione delle potenti Compagnie del caffè e anche dello stesso mais: è noto infatti come molti grossi produttori sudamericani di cereali siano stati pagati dalle majors per NON produrre mais allo scopo di tenere alti i prezzi sul mercato. Vendere a caro prezzo poco prodotto rende molto più che venderne tanto ad un prezzo adeguato: col primo metodo si riducono di molto le spese di coltivazione, raccolta, stivaggio, trasporto e distribuzione.

Ma perché parlare di questo se l'oggetto dell'articolo verte su tutt'altro? Ci arrivo adesso, la premessa era importante.

Quali sono le tracce della presenza umana che possiamo osservare per prime avvicinandoci alla Terra dallo spazio? Come possiamo ormai facilmente rilevare anche utilizzando uno strumento come Google Earth, secondaria causa d'impatto ambientale dopo l'agricoltura e conseguente irregimentazione delle acque è l'urbanizzazione: anche se è vero che con l'abitudine che ormai ci sembra normale (ma invece non lo è!) di costruire sovrapposte l'una all'altra le nostre abitazioni si risparmia territorio prezioso, c'è da considerare che abitare zone densamente popolate non comporta un reale vantaggio in termini d'impatto ambientale, anzi...
Supponiamo di concentrare - come succede comunemente nelle nostre periferie - un migliaio di persone... anzi no, di famiglie in un "normale" quartiere-dormitorio privo di servizi sociali. Queste tre o quattromila persone avranno innanzitutto bisogno di un'adeguata rete idraulica, fognaria ed elettrica, avranno bisogno si STRADE sufficienti a drenare il regime torrentizio dei loro spostamenti quotidiani verso i servizi sociali e verso il lavoro, avranno anche bisogno di parcheggi per le loro auto in quanto i garages della maggior parte di loro saranno ingombri di mobili ed inutili suppellettili derivanti dall'ultimo trasloco o dall'eredità di un congiunto, oppure da qualche veicolo a due ruote o semplicemente hanno attrezzato il locale a tavernetta per gli amici che quando verranno avranno anche loro bisogno di parcheggi per le loro auto... Ecco che sotto questa luce si ridimensiona il presunto minor impatto che può fornire un'urbanizzazione spinta.

E le strade? Quando una realizzazione umana è capace di provocare una mutazione negativa di rilievo nell'economia di un ecosistema, si parla (anche) di "Dissesto Idrogeologico" e ad esso sono spesso attribuite la maggior parte delle conseguenze dovute a frane o ad inondazioni, dimenticandosi magari che esse sono in parte naturali e che se l'Uomo non avesse l'insana abitudine di realizzare le proprie abitazioni o le strade sotto a dei costoni instabili o nell'invaso di un potenzialmente impetuoso torrente, di tanti di questi eventi non sentiremmo neanche parlare perché non avrebbero alcuna conseguenza sulla salute pubblica.
Gli Enti preposti, uno per tutti il Genio Civile, sono chiamati per legge a valutare il potenziale dissesto causato da un'opera sul regime delle acque e sulla stabilità di costoni potenzialmente franosi e spesso le conclusioni a cui giungono gli esperti appartenenti a tali Enti sono a dir poco contraddittorie: sulla base di questi presupposti infatti, si sono ritenute e dichiarate pericolose per il territorio ed irrealizzabili delle innocue piste da cross che tutto sommato lasciano così com'è il contesto sul quale insistono limitandosi ad una delimitazione dell'impianto ottenuta con pali di castagno, un po' di rete zincata e qualche fettuccia colorata. Spesso i servizi sono realizzati con strutture amovibili a impatto pressoché nullo sul territorio, visto che possono anche essere erte su palificazioni o disponibili su ruote.
Addirittura in alcune regioni su vasti territori è vietata la pratica del fuoristrada tout curt, con l'unica esclusione delle moto da trial - ma solo per alcune ridottissime aree gestite da Amministrazioni particolarmente "illuminate" e sensibili - dopo che si è rilevato che i loro pneumatici incidono sul terreno meno di quanto non faccia uno scarpone da montagna...!

Per contro, si lascia che vengano realizzate opere ben più "pesanti" e di dubbia utilità in contesti difficili come quelli in zone disastrate a causa di smottamenti o terremoti: è quasi prassi consolidata che dopo un evento disastroso la prima (ri)costruzione eseguita con fondi pubblici riguarda grosse palestre, campi di calcio o altri luoghi di svago utilissimi per far dimenticare alla popolazione di aver perso la propria casa e vedere i soldi destinati alla ricostruzione impiegati per scopi meno che secondari. Frequente in queste occasioni anche la costruzione di strade lisce come biliardi e larghe come le piazzette di un borgo medievale che portano... al nulla nel bel mezzo di una campagna solo non proprio ad un nulla nulla ma ad un nulla che appartiene a qualcuno che ha in mente una bella speculazione edilizia....

Eccoci al punto: l'importanza della costruzione delle strade, che hanno distinto e fatto grande l'Impero Romano, deve esserci rimasta del sangue anche dopo la caduta dell'impero, visto che ormai nel nostro territorio la natura è integra solo in piccola parte mentre per il resto è frammentata in innumerevoli piccoli tasselli delimitati e contornati da strade asfaltate. Le strade asfaltate, a differenza sostanziale di quelle carrerecce, bisognano di un adattamento del territorio sostanziale ed importante, con SBANCAMENTI geometrici ed accurati, consolidamenti, preparazione del fondo, DRENAGGI, muretti, innumerevoli ponti (qualcuno però se lo scordano sempre, perché i ponti costano e rallentano la costruzione), asfaltatura e segnaletica, sia orizzontale che verticale (un bell'indotto, non c'è che dire...).

Insomma è difficile immaginare un'opera dell'Uomo che abbia un impatto ambientale minore di quello provocato da una strada asfaltata! Perché le strade asfaltate (importanti) non possono neanche permettersi pendenze eccessive e ghirigori tra le vallate quando è tanto "semplice" perforare una montagna tirando una bella linea dritta sulla carta della zona. Le strade asfaltate sono l'Opera pubblica per eccellenza, quella che rende il Paese moderno e lo distingue da quelli "arretrati" come quelli africani.

In un'epoca in cui almeno ad una ristretta elite sono noti i segreti dell'antigravità (o di sicuro almeno i primi rudimenti) si pensa ancora a costruire strade asfaltate belle lisce e livellate per permettere al bullo di paese figlio di papà di acquistare la terza auto di famiglia e poi montarci subito un kit di ribassamento estremo Fast&Furious Style molto adatto alla pista ma ben poco adatto ai lastricati millenari che comunemente ancora pavimentano (almeno) il centro storico delle nostre città medievali.

Insomma siamo arrivati al sunto del discorso, ed è un punto di vista che mi meraviglio non sia mai stato posto in evidenza da nessuno, neanche da appassionati che scrivono su media dei settori motoristici del fuoristrada: c'è veramente così tanto bisogno di FRAMMENTARE E DEVASTARE il territorio per costruire (ancora) strade asfaltate solo per abbreviare i tempi di percorrenza tra un posto e l'altro o per permettere a chi ha deciso di vivere immerso nella natura di portarsi però dietro tutte le comodità dell'urbanizzazione?

Ogni nuova strada "diretta" ed asfaltata costituisce una ferita insanabile sul territorio, una frammentazione degli ecosistemi che attraversa e divide in maniera insanabile, un'occasione di MORTE per le creature del bosco abituate ad attraversare la zona ed un rischio per i motociclisti, una deviazione del regime idrico i cui effetti sono spesso imprevedibili sia come probabile dissesto sia come possibile modificazione dell'habitat floreale (e quindi faunistico).

E qui tornano utili i SUV, al secolo "Sport Utility Vehicle" o "Veicoli SubUrbani" ovvero quei veicoli a 4 ruote che permettono un fuoristrada moderato senza rinunciare alla comodità di una normale auto e quindi di spostarsi agevolmente su strade anche NON asfaltate. Peccato che la stragrande maggioranza di questi veicoli tuttofare vengano acquistati, senza alcuna logica, per un utilizzo prevalentemente urbano ed autostradale (sotto questo aspetto sarei anche d'accordo con la linea intransigente del "Via i SUV dal centro!" adottata da alcuni Enti locali).Ma ancor di più di un SUV, un sano, meno costoso e più affidabile 4x4 duro e puro che al costo di una vita un po' meno comoda potrebbe in linea teorica anche fare a meno di vere strade accontentandosi di un tratturo o di un trasferimento "dritto per dritto" quando il territorio lo consente.
Da notare che nei Paesi anglosassoni - dov'è nata - la classificazione "SUV" include le auto da fuoristrada puro.

Ma perché dobbiamo continuare a modificare il territorio che ci circonda? Non stiamo già abbastanza comodi?
Io ritengo che al giorno d'oggi lo sviluppo stradale di cui dispone il Paese sia più che sufficiente adoperando certo la dovuta cura manutentiva ed in qualche caso ampliamento ed adeguamento delle principali arterie ma di fare nuove strade tranne che in casi particolari proprio non se ne sente la necessità.
Vuol dire che se proprio sentiamo il bisogno di raggiungere una meta impervia o lo facciamo a piedi dedicando all'uscita un po' di tempo in più, ripagato dal piacere che può offirre una passeggiata nella natura, oppure lo facciamo a bordo di un ECO-LOGICO veicolo da fuoristrada puro meglio ancora, se non abbiamo nulla d'ingombrante da trasportare, che abbia due sole ruote!!

mercoledì 11 novembre 2009

Alla faccia del riscaldamento globale

Con la maggiore attenzione che pongo agli eventi climatici, da quando ho acquisito consapevolezza su alcune cause ed effetti che prima mi erano ignoti, ho notato che negli ultimi 5 anni, almeno per quanto riguarda il microcosmo esistente sotto (e sopra) casa mia, l'inverno si presenta in maniera sempre più anticipata, repentina ed aggressiva.

Alla faccia del riscaldamento globale quindi, se 5 anni fa la perduta mitezza del clima autunnale tipico di questi lidi mi consentiva di fare le mie nuotate quotidiane fino a Dicembre inoltrato, negli anni successivi le condizioni virate decisamente al freddo mi hanno imposto di smettere sempre prima nell'arco del mese di Novembre fino alla decisa accelerazione di quest'anno che ha smorzato le mie velleità balneari già nei primi giorni di Ottobre! In pratica con un mese abbondante di anticipo rispetto allo scorso anno.

Se è vero che nel breve termine gli equilibri climatici locali tendono a ristabilirsi rapidamente dopo la sospensione delle tristi operazioni di irrorazione aerea, è anche vero che il tempo climatico - si spera il più possibile naturale - che si va a ristabilire tende molto più all'inverno che all'autunno.
Ed è questo che sta succedendo negli ultimi anni.


In questi ultimi due mesi ho potuto notare una consistente ma forse APPARENTE riduzione delle irrorazioni nella ristretta ottica della mia fetta di Cilento mentre spostandomi ripetutamente nel Lazio ed in Toscana mi sono reso conto che altrove la situazione non è migliorata affatto e che le scie chimiche da quelle parti sono una realtà quasi quotidiana.
Per indovinare il perché di questa discrepanza - fortunosa per i cilentani - bisognerebbe capire qual'è il motivo di questa differenza di "trattamento" tra una regione e l'altra: è comunque noto come sul territorio nazionale ci siano regioni oggetto di attacchi aerei di consistenza drammatica e colossale come per la Sardegna mentre nella non troppo lontana Sicilia le scie chimiche si vedono soprattutto... dalle testimonianze reperibili in rete.
Bisognerebbe anche capire e distinguere tra un tipo di operazione e l'altra, in quanto è certo che non tutte sono mirate ad una modificazione climatica, ma allo stato di cose è possibile solo fare delle ipotesi in base alle informazioni che abbiamo ed alle sostanze di ricaduta via via individuate.
Può darsi ad esempio che il Cilento faccia parte di una più vasta zona in cui si conducono solo delle serie di esperimenti che ciclicamente hanno termine oppure che i risultati programmati per le operazioni siano già stati conseguiti ed questo è il vero motivo di questa tregua!
Oppure non c'è alcuna sospensione delle attività ma semplicemente le irrorazioni continuano lontane dalla costa in alto mare da dove poi i venti dominanti di terzo quadrante possono facilmente veicolare verso l'entroterra le... cause e distribuirne gli effetti senza bisogno di allarmare neanche quei pochi che come noi riescono ad avvedersi delle scie chimiche nel cielo.

Pur essendo cosciente della realtà fisica nella quale in una condizione di riscaldamento globale dell'atmosfera c'è in essa più energia e quindi più violente possono essere le manifestazioni atmosferiche, il discorso del presunto riscaldamento non mi torna lo stesso per il semplice motivo che si, temporali e piogge sono più violente e frequenti ma le temperature medie alla fine sono inferiori di quelle di prima.
Non so, forse quanto sopra è una mia impressione ma di sicuro c'è che nelle giornate di copertura dovuta alle scie, la temperatura dell'aria sale di parecchi gradi - anche una decina o più - rispetto alla norma consolidata mentre immediatamente dopo una sospensione delle operazioni il termometro precipita a valori troppo bassi per la stagione; e ciò succede maggiormente se la giornata è soleggiata, quindi non è neanche valida l'ipotesi che le temperature medie siano un po' più basse solo perché il cielo è spesso coperto da spesse nubi imbrifere.
La realtà è invece che un riscaldamento globale è in atto per cause naturali e l'impatto antropico su di esso (almeno quello derivante dalle emissioni di CO2 e dagli scarichi industriali e veicolari) è praticamente trascurabile
.

Perciò anche se un giorno in cui ammettendo ufficialmente l'esistenza di un piano di copertura aerea dovessero cercare di sdoganarci le scie chimiche come una difesa contro il riscaldamento globale, abbiamo tutti gli elementi per concludere che non è così.

Chissà dopo tale ammissione - che prima o poi dovrà avvenire senz'altro a giudicare dalle notizie ufficiali lanciate qua e là attraverso i media - quale sarà il tono che adotteranno i numerosi e più noti disinformatori di regime: ci vorrà loro una bella faccia tosta per cambiare versione ed inventarsi qualcosa del genere "...sapevamo, ma per il BENE comune non potevamo ancora dirvi che..."....

Approfondimenti:
- Riscaldamento Globale
- Scie Chimiche
- Il bluff del riscaldamento globale in poche parole


Interessante discussione a margine di un articolo pubblicato sul sito di controradio.org:
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http://quintoelemento.controradio.org/index.php?blog=7&title=si_scrive_geoingegneria_si_legge&more=1&c=1&tb=1&pb=1

giovedì 5 novembre 2009

Benzina "verde"... ma in che senso?

Fenomenologia del benzene (o benzolo)

tratto da heymotard.it

La decisione di colorare e definire "verde" il venefico miscuglio di idrocarburi utilizzato oggi per i motori a ciclo Otto, la dice lunga sull'ipocrisia del Sistema che decide per conto nostro ciò che è bene e ciò che è male. Ormai infatti, nell'immaginario collettivo il verde richiama per associazione concetti legati all'ecologia ed alla natura.

Ma la benzina, come puro prodotto petrolifero, è del tutto incolore e perfettamente trasparente anche se da sempre è uso colorarla allo scopo di individuarne con immediatezza determinate caratteristiche (ad es: per distinguere tra le vecchie "normale" e "super") e ancor più a fini fiscali, essendo i carburanti ad uso civile gravati di una tassazione in ogni caso fortissima ma diversa a seconda degli utilizzi previsti.

Il colore giallo o rosso delle vecchie benzine era dovuto alla presenza di diverse proporzioni di tre additivi utilizzati per aumentare il Numero di Ottano, ovvero la capacità del carburante di non detonare all'aumentare del Rapporto di Compressione. Questi componenti erano il famigerato Piombo Tetraetile, il Ferro Pentacarbonile e l'Anilina: questi ultimi due erano responsabili della colorazione gialla o rossa a seconda della percentuale utilizzata, mentre il primo è stato l'unico imputato ufficiale della tossicità della vecchia benzina "al piombo".

Ma andiamo con ordine: per farlo sono costretto a farvi ripercorrere una piccola parte, poco nota, della Storia dell'Autotrazione...

Perché la "necessità" di additivare le benzine con antidetonanti?

L'approccio più sbagliato nell'analisi di un problema è dare per scontate le basi sulle quali costruiamo i nostri ragionamenti: se cadiamo in quest'errore, qualsiasi deduzione per quanto logica possa essere raggiungerà sempre conclusioni sbagliate, se sbagliate sono le basi.

Un assunto (vero) di Meccanica applicata all'autotrazione ci dice che il consumo di carburante - a parità del Consumo Specifico caratteristico di ogni motore - non può che essere proporzionale alla potenza spesa per far avanzare il veicolo: ciò significa che non esiste nessuna relazione diretta tra il consumo effettivo e la cilindrata del motore come comunemente si crede o viene fatto credere ad arte...

Infatti, se il progettista ha bisogno di più potenza per spingere il suo veicolo a velocità superiori, con più carico a bordo e su per una forte pendenza, non ha che da aumentare la cilindrata del suo motore a combustione interna perché è questo il metodo più logico e "naturale" per aumentare la potenza di un motore senza andare incontro a problematiche legate ai costi di progettazione e produzione ed anche alle modalità con le quali questa maggior potenza viene erogata: è noto infatti che maggiore è la Potenza Specifica (potenza espressa per unità di cilindrata) e minore sarà l'elasticità di marcia, con la necessità di dotare il motore di un maggior numero di rapporti ed utilizzarli tutti quanti quando si guida. Non a caso le vecchie, grosse e paciose vetture americane prodotte ancora negli anni '70 erano equipaggiate con cambi a sole 3 o al massimo 4 marce mentre sulle piccole ma potenti vetture europee siamo ormai abituati ad utilizzare 5 o 6 marce come sulle moto.

Il vantaggio di utilizzare grosse cilindrate a parità di potenza richiesta non finisce qui: un motore di cilindrata più grossa, a parità di potenza espressa, funzionerà a regimi mediamente più bassi a tutto vantaggio delle usure, che in meccanica non a caso si misurano in Milioni di Cicli compiuti dal motore; come dire: meno giri = minori usure. Infatti le auto americane di vecchia generazione erano spesso garantite dalle Case per 1.000.000 di miglia (oltre 1.600.000 chilometri) e di ciò se ne vantavano alla faccia del consumismo sfrenato che da sempre ha caratterizzato lo stile di vita americano. Ma col tempo, i produttori di auto avranno pensato "Ma che stiamo facendo? Diamo al pubblico un prodotto che non si rompe? E la famosa Obsolescenza Programmata che utilizziamo con tanto successo per gli elettrodomestici?"

Per applicare questo concetto alle auto, a scanso di dotarli di distruttivi dispositivi ad... orologeria, la via che meno poteva dare nell'occhio era quella di ridurre le cilindrate col pretesto della riduzione dei consumi, che come abbiamo visto non sono in realtà legati così strettamente alla cilindrata del motore. E così fu fatto in occasione della colossale pagliacciata dell'Austerity lanciata su scala globale nel 1973: un'emerita menzogna basata sul falso assunto che i carburanti fossili disponibili sulla Terra stessero di lì a poco per terminare definitivamente e si dovesse quindi in tutti i modi ed urgentemente ricorrere a delle misure drastiche per ridurne il consumo. Negli States ridussero (inutilmente se non a vantaggio delle vendite) le cilindrate mentre in Italia, Paese nel quale le cilindrate erano già ridotte ai minimi termini grazie alla cervellotica tassazione ad esse proporzionale, s'inventarono le demagogiche quanto inutili "domeniche a piedi" ove applicate facevano ripiombare d'incanto le nostre città ad epoche antecedenti alla motorizzazione civile...

Ma c'è un dilemma tecnico da superare: per aumentare la potenza di un motore senza aumentarne la cilindrata, le vie da percorrere sono due:

1) aumentarne i regimi di rotazione: questo risultato può essere ottenuto utilizzando fasature più "spinte", un'alimentazione più consistente ed una progettazione più accurata con l'utilizzo di materiali pregiati e più leggeri; ma tutto questo spinge in su i costi di produzione e tende a rendere i motori troppo "sportivi" di carattere per l'utilizzo quotidiano, con conseguenze negative anche per quanto riguarda i consumi di carburante;

2) aumentare il Rapporto di Compressione: questo è parametro diretto della potenza espressa dal motore in quanto influenza direttamente il Rendimento Termico, ovvero la capacità del motore di trasformare in energia una quota più alta possibile del Potere Calorifico posseduto dal carburante (questa quota per i moderni motori a benzina si attesta attorno ad un misero 30%: il resto dell'energia prodotta durante la combustione viene dispersa in calore. Da questo punto di vista, i motori a combustione interna sono quanto di peggio sia mai stato concepito dall'Uomo per trasformare energia, inferiori come rendimento solo ai camini casalinghi o ad un fuoco di legna appiccato al suolo...). Il Rendimento Termico condiziona quindi positivamente anche i consumi.

Individuata la Via del Rapporto di Compressione [RdC], sorge un altro problema, le benzine hanno il difetto di reagire con uno strano comportamento all'aumentare del RdC: tendono infatti a detonare invece di innescare una combustione graduale consona ad un buon funzionamento del motore; una detonazione infatti consiste in una vera esplosione che agisce sul pistone invece di una spinta graduale assicurata dall'espansione dei gas che segue una normale combustione; una detonazione, o meglio una serie di detonazioni sono quindi potenzialmente dannose per l'integrità del motore e immediatamente deleterie ai fini della produzione di potenza. La soluzione consiste nell'utilizzare un carburante dotato di un Numero di Ottano più elevato della benzina di distillazione petrolifera....

Se il mondo non fosse fortemente influenzato dalle decisioni e dagli interessi dalle Compagnie Petrolifere, un carburante dotato di natura di un altissimo Potere Antidetonante esiste ed è l'etanolo ma il suo principale "difetto" è quello di non essere derivato del petrolio ma solo da uno zucchero qualsiasi, quindi non brevettabile in quanto naturale.... Inoltre l'etanolo è igroscopico e tende quindi a formare composti acidi che intaccano i metalli, è molto volatile (quasi come il benzene...), si miscela difficilmente con gli oli (problema sentito solo per gli ormai desueti motori a 2 tempi) e possiede uno scarso Potere Calorifico, cosa quest'ultima che comporta un maggior consumo in litri a parità di potenza. Ma a questo punto la differenza la farebbe il costo del carburante e la portata del suo impatto sull'ambiente, e sappiamo che l'etanolo è una fonte di prodotti di combustione molto meno tossici di quanto non siano quelli formati dalla benzine. Tra l'altro lo assumiamo così com'è tutti i giorni contenuto in misura diversa negli alcolici che beviamo: "etanolo" è solo un altro nome dell'alcool etilico.

Attenzione: l'etanolo non va assolutamente assimilato al metanolo che invece è un derivato del petrolio altamente tossico per inalazione, ingurgitazione e contatto.

Ma siccome il mondo è fortemente influenzato dalle Compagnie di cui sopra, allora fu scelta la Via dell'additivazione della benzina seppur con antidetonanti non derivati dal petrolio. All'epoca s'individuarono i tre elementi citati in apertura che funzionavano molto bene, proporzionalmente meglio degli attuali, mentre con l'avvento (forzato) della benzina colorata in verde, gli attuali additivi antidetonanti sono tutti di origine fossile del gruppo degli Aromatici ovvero "...composti organici basati sull'anello di benzene, un anello di carbonio 6 con tre legami doppi delocalizzati, benzene, toluene, xilene, ecc." [cit. tratta da un articolo di Nexus New Time che nel complesso sostiene però alcune inesattezze]

Ma siamo sicuri che la benzina "al piombo" fosse più tossica dell'attuale "verde"?

Restringendo il campo al principale imputato, il piombo nella forma sopra descritta, sulla sua tossicità non ci sono dubbi e neanche ce ne sono sulla sua capacità di contaminare aria, acqua ed esseri viventi se disperso nell'ambiente: si tratta di una neurotossina in grado di causare alla lunga la sindrome del Saturnismo nota anche per essere una delle presunte possibili causa delle decadenza dell'Impero Romano essendo la sua classe dirigente particolarmente esposta - per diversi motivi di ordine culturale e di condizione sociale - alla contaminazione da piombo.

Tutta qui l'accusa contro il piombo: c'è da ricordare che questo elemento, anche nella forma una volta utilizzata per le benzine, non è affatto volatile per cui se è vero che può contaminare con facilità falde acquifere, alimenti ed esseri viventi con i quali viene a contatto, è anche vero che permane ben poco in sospensione atmosferica tendendo i suoi prodotti Ossido di Piombo e Cloruro di Piombo a precipitare rapidamente al suolo. Per fare un confronto, basti pensare che il bario diffuso per aerosol attraverso le "Scie Chimiche" risulta più tossico dello stesso piombo (e può rimanere in sospensione aerea anche sei mesi).

Analizziamo invece gli effetti noti e comprovati sull'organismo provocati dagli idrocarburi aromatici utilizzati come antidetonanti per le benzine.

Altre citazioni dall'articolo sopraindicato:

"L'ente statunitense che si occupa della protezione ambientale (EPA) ha preso di mira cinque sostanze inquinanti dell'aria per la loro tossicità: il benzene e il butadiene 1.3 sono le prime due in cima alla lista. Sono ambedue altamente cancerogene."

Il Proff. Roger Perry, capo del Sydney Melanoma Unit, del Royal Prince Alfred Hospital, dichiara: "Il benzene è un agente altamente cancerogeno. E' causa di tumori ai polmoni, al fegato, ai reni, alla pelle e di leucemia".

Inoltre, esiste una documentata analisi scientifica che individua alcuni potenti solventi ed in particolare proprio il benzene come i principali responsabili della sindrome conosciuta come AIDS erroneamente (o ipocritamente?) attribuita in toto al fantomatico virus HIV. Ecco due stringati ma eloquenti riassunti tratti dal sito italiano della Dottoressa Hulda Clark:

=> http://www.drclark.net/ita/drclark_protocol/hiv_aids/hiv_cause.php

=> http://www.drclark.net/ita/drclark_protocol/hiv_aids/hiv_abstract.php

Se qualcuno a questo punto volesse sostenere la tesi che in realtà il benzene in atmosfera non ci va in quanto abbattuto dal processo di catalizzazione che avviene nelle apposite marmitte, dovrebbe sapere che:

1) il benzene, assieme ad altri aromatici, è un idrocarburo estremamente volatile, quindi la sua dispersione in atmosfera è ASSICURATA durante tutte le fasi che susseguono alla sua distillazione: lo stockaggio in raffineria, il trasporto, la distribuzione, la permanenza nei serbatoi (areati) dei veicoli, l'emissione di incombusti (vedi punti successivi)

2) il processo di catalizzazione che DOVREBBE avvenire nelle apposite marmitte avviene in realtà solo quando la massa catalizzante raggiunge la sua temperatura operativa, attorno ai 700°C. Perché raggiunga questo valore, il motore deve funzionare per una ventina di minuti continuati. Questo significa che se un veicolo è utilizzato tutti i giorni esclusivamente su percorsi casa-ufficio che durano meno di venti minuti, il processo di catalizzazione non avviene mai!

3) la massa catalizzante è molto delicata: se contaminata anche una sola volta con piombo proveniente ad esempio da una vecchia scorta di benzina "rossa" oppure con vapori d'olio che con molta facilità possono essere emessi dal motore, CESSA DI FUNZIONARE e per sempre.

4) le masse catalizzanti hanno una durata limitata: dopo 15.000-20.000Km di utilizzo non catalizzano più un bel nulla in quanto chimicamente "esaurite". Esse andrebbero sostituite ad intervalli del genere (e questa necessità fu sottolineata quando fecero la loro comparsa sul mercato) ma con quanto costano (diverse centinaia di Euro) avete visto mai nessuno sostituirle?

Per finire, un'altra preoccupante citazione tratta dall'articolo di Nexus:

"...la benzina verde contiene grandi quantità di MTBE necessario come additivo antibattimento [antidetonante, NdR] (al posto del piombo). L'olio per motori contiene un additivo, lo zinco ditiofosfato (ZDTP), del quale non si può fare a meno in quanto garantisce la longevità dell'olio stesso. Se MTBE e lo ZDTP interagiscono sotto l'azione del forte calore si va incontro a qualcosa di catastrofico: si possono formare estere fosforico e componenti similari che rientrano nel gruppo dei gas nervini (Tabun, Sarin, E-605, ecc)."

L'interazione ad alta temperatura tra olio e benzina è la norma per quanto riguarda i motori a 2 tempi, che sono dotati per loro natura di un sistema di lubrificazione di tipo "a perdere" ma c'è da dire che questa condizione tenderà a scomparire assieme alla graduale scomparsa (forzata per legge) di questo tipo di motori almeno dalle nostre strade e con un po' più di difficoltà da altre applicazioni per le quali il 2T conserva ancora un netto vantaggio operativo e di diffusione rispetto al 4T (piccole attrezzature agricole portatili, piccoli veicoli destinati a funzionare in condizioni particolari o estreme come motoseghe, decespugliatori, moto d'acqua, motoslitte, velivoli ultraleggeri, ecc.)

Tuttavia anche in un motore a 4 tempi è possibile che olio e benzina interagiscano ad alta temperatura: ciò capita almeno nei primi secondi di ogni avviamento a freddo, in cui la tenuta assicurata dai segmenti non è sufficiente a garantire la separazione dell'olio contenuto nella coppa dalla benzina di passaggio nella camera di combustione, e capita normalmente in tutti quei motori che hanno qualche problema meccanico anche molto banale come ad esempio l'insufficiente tenuta del paraolio di una guida valvola.

A questo punto un dubbio lecito:

Possibile che tutti gli effetti collaterali del benzene fossero inizialmente sconosciuti?

Con questi chiari di luna, non sarebbe ipotizzabile che la scelta di utilizzarlo per svariati scopi su scala planetaria sia stata in realtà dettata a suo tempo da una consapevole "convergenza d'interessi" - definiamola così - legata all'avvento del Nuovo Ordine Mondiale?

paso

approfondimenti sul benzene e le sue principali fonti:

- http://www.arpa.veneto.it/aria/benzene.htm

- http://it.wikipedia.org/wiki/Benzene_nelle_bibite

(voce proposta per la cancellazione:

pagina salvata l'8 novembre 2009 h 10:30)

- http://www.indoor.apat.gov.it/site/it-IT/AGENTI_INQUINANTI/Chimici/Benzene/

- http://www.repubblica.it/online/cronaca/benzene/benzene/benzene.html

lunedì 12 ottobre 2009

Chi l'ha vista?


In Italia, da quello che risulta dalle statistiche ufficiali, ogni anno scompaiono nel nulla alcune migliaia di cittadini del Bel Paese tra i quali più o meno un migliaio di bambini (proprio così: circa tre al giorno!)
E questa purtroppo non è una novità.
Trasmissioni di servizio pubblico realmente efficaci come "Chi L'Ha Visto?" ce ne sono poche - o forse nessun'altra - ma per forza di cose essa può dare solo un'idea molto marginale di ciò che realmente succede all'ordine del giorno nel nostro Paese. La parte sommersa del fenomeno infatti non assurge agli onori della cronaca per diversi motivi legati in gran parte al perverso concetto del Politicamente Corretto che, facendosi largo a gomitate nella nostra influenzabilissima e labile cultura, ha promosso la menzogna, per quanto riguarda l'informazione, al rango di morale.

Molti di questi fatti di "nera" vengono occultati infatti in maniera da essere del tutto invisibili ai media salvo venire a galla col tempo ormai troppo tardi per sortire gli effetti dovuti sulle coscienze. Particolare "supporto" al fallimento delle prime indagini - la cui tempestività potrebbe rivelarsi salvifica per le vittime di rapimenti - è dovuto alla prassi consolidata da parte degli organi competenti prima di tutto nel minimizzare l'accaduto prendendo in seria considerazione l'allontanamento volontario fino a prova contraria e successivamente nel mettere in cima alla lista degli indagati, e senza alcuna prova, i congiunti delle vittime come se la norma fosse realmente quella del delitto maturato tra le pareti domestiche (se mai ci fosse ulteriore "bisogno" di altri agenti disgreganti della famiglia...), ciò salvo riabilitazione postuma del familiare distrutto dal doppio dolore della perdita e del sospetto.

Le particolari modalità della recente scomparsa, o molto più probabilmente rapimento di Franco Caddeo sono un esempio eclatante di ciò che può succedre a chiunque in ogni momento della sua vita anche in pieno giorno ed in una condizione di massima spensieratezza.

In una condizione di simile rilassamento mentale si svolgeva circa cinque anni fa a Napoli la storia che vado a raccontare, riferita di prima persona dalla mancata vittima grazie al fortuito lieto fine che ebbe la vicenda.

" Siamo in pieno centro cittadino e, senza specificare né zona né nomi degli attori, abbiamo una coppia di fidanzati che se ne vanno tranquilli in giro a fare acquisti.
Giunti quasi di fronte ad un insospettabile negozio di abbigliamento, lei entra alla ricerca di un paio di jeans mentre il fidanzato decide di attenderla fuori poco distante dall'ingresso del negozio, abbastanza da tenerne d'occhio l'entrata ma non abbastanza da essere visto dall'interno del locale... e questo particolare è di fondamentale importanza perché se ai manigoldi fosse stato chiaro fin dall'inizio che la ragazza non era sola, la bizzarra attività clandestina di quel negozio non sarebbe stata scoperta così facilmente!

In poche parole insomma, la ragazza entra in negozio e non ne viene più fuori per un bel po' di tempo, fino al punto che il fidanzato entra per vedere cosa stava succedendo.
Ma nel negozio la ragazza sembra non esserci ed il ragazzo - che è del mestiere - senza perdere la calma prima chiede di lei (se l'avessero vista entrare) e poi dell'eventuale esistenza di un'uscita posteriore: avendo ricevuto due negazioni, egli esce apparentemente soddisfatto dalle risposte ma chiama subito in Centrale - perché questa è stata la fortuna principale della ragazza: il suo fidanzato è un poliziotto.
In breve, grazie alla sua condizione [perché se si fosse trattato di un cittadino qualsiasi, dubito fortemente che la Polizia si sarebbe attivata con eguale sollecitudine e convinzione - NdR] riesce ad ottenere l'intervento della Volante con tanto di Mandato di Perquisizione.

Il risultato fu che venne scoperta una botola corrispondente allo stanzino di prova dei capi d'abbigliamento attraverso la quale facevano sparire alcune ignare clienti del negozio che la banda decideva di destinare alla Tratta delle Bianche: secondo il racconto della vittima, ella si è ritrovò in un baleno in mezzo ad altre sventurate poi tratte in salvo tutte, come lei, prede fresche di giornata...!

La filiazione locale di questa organizzazione fu facilmente sgominata ed il negozio fu messo sotto sequestro con tanto di sigilli ben visibili ai passanti.

Ecco uno dei tanti modi con i quali si può sparire nel nulla senza lasciar traccia e con destinazione ignota: l'unica cosa che si venne a sapere è che le bionde (naturali, si presuppone...) erano destinate ai mercati arabi presso i quali, com'è noto, sono particolarmente apprezzate dai seguaci di Maometto....

Ed ecco uno dei tanti fatti di cronaca che nonostante la loro gravità (o forse proprio a causa della loro gravità!) non assurgono al rango di notizia, ciò con gran sorpresa anche del poliziotto eroe per caso di questa storia che, per sua stessa ammissione, non era con l'occasione interessato a nessun riconoscimento personale ma solo alla divulgazione doverosa di un fatto che avrebbe potuto mettere in guardia tante nuove potenziali vittime del Sistema.
Eppure nulla di nulla arrivò ai media di questa notizia, nonostante la scarsa propensione al segreto che in genere caratterizza il vivace e curioso popolo napoletano.

Oggi, a distanza di circa cinque anni dall'accaduto, c'è una ragazza che gira libera per Napoli grazie alla sua buona sorte ma che non ha più il coraggio di entrare neanche in un bar se non è accompagnata da qualcuno di fiducia: una ragazza la cui la fortuna ha svelato almeno una parte della realtà che molti si ostinano a non vedere confidando ciecamente in una falsa immagine del mondo data dai media ufficiali. "