martedì 16 dicembre 2008

Lenti polarizzate per scrutare il cielo

Puo’ tornare utile, se non indispensabile, utilizzare degli occhiali da sole con lenti polarizzate per cogliere alcuni aspetti del cielo che altrimenti rimarrebbero invisibili o non guardati affatto a occhio nudo.

Eccone un esempio:

Infatti, la forte luminescenza biancastra che puo’ assumere un cielo reso opalescente da quelle condizioni che a livello ufficiale sono spesso definite “di velatura” puo’ rendere proibitiva l’osservazione dello stesso a occhio nudo.

Tornano in questo caso utili degli occhiali da sole che offrano un sufficiente filtraggio alla luce (attorno al 70%) e preferibilmente non colorati, ovvero a tonalità neutra (grigio).

Inoltre, per meglio apprezzare alcuni fenomeni di rifrazione come possono essere quelli prodotti dalla presenza di cristalli di quarzo o particolato metallico in atmosfera, è necessario come già accennato utilizzare delle lenti polarizzate che, eliminando i riflessi (ed assorbendo i raggi UV), permettono una visione limpida dei fenomeni di luce senza affaticare la vista.


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giovedì 11 dicembre 2008

Un mondo fatto di certezze

L’Uomo ha sempre avuto bisogno di certezze e perciò si è costruito attorno un mondo, non importa quanto veramente collegato al reale, basato su degli assunti teorici o empirici ancor prima che sperimentali.

Questa necessità arcaica è sorta dal momento in cui l’individuo si è emancipato (o è decaduto?) dalla condizione animale per diventare un essere tecnologico, ovvero da quel momento in poi DIPENDENTE dalla tecnologia sia per il suo sostentamento quotidiano che per assicurare successo e sicurezza alla sua discendenza.

Per tramandare il sapere tecnologico, a quel punto, è dovuta nascere per forza di cose una forma di comunicazione più evoluta rispetto a quella bastevole alla condizione animale; ed in effetti anche per l’Uomo che si vanta spesso, forse invano, di avere una coscienza (di sé) che lo differenzia e lo distingue dagli altri animali, le Parole sarebbero praticamente superflue se lo scopo della comunicazione fosse esclusivamente quello di manifestare sentimenti verso i propri cari e lanciare diffide ai potenziali nemici!

Il sapere scientifico necessario per il concepimento e la realizzazione della tecnologia spicciola, invece, è fatto di termini e definizioni ben precise ed inequivocabili, di materializzazione di pensiero tecnologico, di analisi, teorie e dimostrazioni: necessita insomma di una codificazione a sua volta scientifica nella sua precisione: il linguaggio parlato e successivamente quello scritto, con tutte le sue regole.

Come ho sentito dire una volta da un Fisico durante una lezione impartita a degli studenti della sua materia, spesso le teorie possono tornare utili anche se sbagliate in quanto esse “…possono costituire un’impalcatura con la quale costruire successivamente un palazzo fatto di certezze.”.

E le impalcature, a costruzione finita in genere si smantellano, così come è possibile confutare una teoria erronea; nel caso invece la teoria si dimostrasse corretta rimarrebbe a supportare la struttura del palazzo.

Restando in metafora, è quindi questa l’essenza del corretto approccio scientifico: costruire un’impalcatura teorica sulla base di ciò che disponiamo (esperienze pregresse ed acquisite), verificarla quanto a stabilità (calcolo, sperimentazione) e sfruttarla infine per costruire un palazzo che abbia una sua funzionalità almeno temporanea ma il tutto rimanendo sempre pronti e disponibili a cambiare struttura (leggi: opinione) nel momento in cui un’altra impalcatura ed un altro palazzo dovessero DIMOSTRARSI essere ancora più validi e funzionali dei primi. Ovvero ancora più vicini alla REALTA’.

L’unica vera differenza funzionale tra questa metafora e la materiale costruzione di un palazzo è che a differenza di quest’ultimo nel caso del sapere scientifico le costruzioni teoriche procedono dall’interno verso l’esterno, in quanto se possiamo definire con una certa garanzia d’infallibilità la semplice e lineare struttura che sta al centro della costruzione, basata sulla logica elementare e sull’aritmetica, abbiamo bisogno di sempre maggior spazio all’esterno per definire, verificare, realizzare e modificare se necessario tutte le forme, i volumi e le direzioni imprevedibili che tale costruzione puo’ assumere durante la sua crescita.

Ora mi chiedo, esposti come siamo ad un flusso d’informazioni così complesse da essere sempre più difficilmente verificabili, su cosa possiamo basare le nostre certezze?

L’impostazione del sito di cui ho parlato nel post precedente mi ha suggerito di redigere adesso un semplice elenco di alcune certezze consolidate negli ultimi anni, di quelle talmente dimostrabili ed ACQUISITE da non richiedere ulteriori approfondimenti e neanche concessioni di dialogo a chi vuol metterle in discussione ma solo, eventualmente, di impegno civile per farle emergere sul mare di menzogne nel quale siamo immersi.

Al di là delle ipotesi dunque, oltre ogni ragionevole dubbio [come cita la nota formula utilizzata alla fine dei processi negli USA…] sappiamo per certo che:

- L’Acido Ascorbico non è una vitamina (comunemente denominata “C”) nel senso alimentare del termine ma qualcosa di più: un indispensabile metabolita del fegato che purtroppo l’essere umano, accompagnato nella sua sventura da alcuni primati e da qualche altro sfortunato animale, non riesce a sintetizzare organicamente; per cui tutta la sua (loro) esistenza terrena è condizionata e subordinata all’assunzione giornaliera di un’adeguata dose di questo acido vitale, e di certo non solo allo scopo di evitare lo scorbuto (da cui la definizione): per questo bastano anche i 60 miseri milligrammi indicati come RdA dalla farmacologia ufficiale. In realtà l’essere umano per condurre una vita migliore ed affrancarsi dalla maggior parte delle malattie avrebbe bisogno di assumerne (o meglio: produrne!) almeno 50 volte la dose suggerita. Ma le Case farmaceutiche stanno progressivamente riducendo il suo dosaggio negli integratori e anche l’industria alimentare lo usa sempre meno come antiossidante (indicato in etichetta con la sigla E 300) quando in passato era utilizzato perfino per stabilizzare la birra [qualcuno ricorda il tempo del colera a Napoli? Mi riferisco a quello del secolo scorso…]. Chiaramente una popolazione “troppo” in salute non frutta abbastanza alle Organizzazioni della Malattia: che ci starebbero a fare? E soprattutto quanto ci perderebbero in termini economici?

- Non è possibile effettuare espianti da cadaveri se gli organi sono destinati a trapianti: quindi il donatore muore a seguito dell’espianto, non prima dell’espianto. Perché questa semplice realtà non è evidenziata a chiare lettere quando si cerca di convincere a parole o attraverso campagne mediatiche un potenziale donatore o la sua famiglia ad autorizzare l’espianto?

La cosiddetta “morte cerebrale” che sta alla base della logica del macello è poi una condizione incerta e del tutto opinabile.

- La chemioterapia per guarire il cancro non funziona quasi mai, anzi molto spesso costituisce la vera causa di morte del paziente in cura ma offre l’innegabile vantaggio di poter spillare allo Stato circa 50.000€ per ogni terapia applicata; funzionano invece molto più spesso tante delle (spesso “PURTROPPO” economicissime) terapie cosiddette “alternative” (al Sistema): ciò è più che confermato dalle statistiche oggettive. Ma ci sono diversi accorgimenti di metodo che permettono alle statistiche in genere di dimostrare tutto ed anche il suo contrario: sistema da sempre adottato dalla disinformazione di regime.

- La demolizione dei tre fabbricati del World Trade Center nel settembre del 2001 è stata al di là di ogni dubbio voluta, programmata ed eseguita a livello governativo statunitense. Altre ipotesi non sono razionali né dimostrabili sia dal punto di vista tecnico che politico: com’è possibile che ancora qualcuno creda alla favola di Al-Queda, oltre al fatto che Bin Laden escluse subito e tassativamente un suo coinvolgimento?

Oltretutto nessun esperto in strutture, anche non coinvolto nell’affare, si sognerebbe mai di affermerebbe che simili colossi in ferro-cemento possano essere collassati su loro stessi a seguito dell’impatto con un aereo, che per quanto grande e pesante è costruito per lo più in leghe d’alluminio. E che io ricordi dai miei studi di tecnologia, gli 875°C prodotti dalla combustione libera del kerosene non sono affatto sufficienti a DISSOLVERE NEL NULLA l’acciaio delle travi portanti una struttura. Per farlo semplicemente SPARIRE infatti sono necessarie tecnologie sconosciute a livello ufficiale.

- Da anni sono in corso in parecchie zone del mondo delle operazioni di irrorazioni aeree clandestine evidentemente concesse ma non ammesse dai governi messi di fronte all’opinione pubblica: rimangono nel campo delle ipotesi (ma non più di tanto) solo i veri scopi di tali operazioni, non certo la loro esistenza. Il fatto che ancora tanti dubitino o non siano a conoscenza dell’esistenza del fenomeno nonostante la sua manifestazione quasi quotidiana e la mole di prove e dimostrazioni, la dice lunga sul potere e sull’efficacia della disinformazione di regime.

- La Free Energy non è un sogno: esiste ed è già utilizzabile da decenni in molte sue forme, oltre a promettere ampi margini di sviluppo nel caso la ricerca in tal senso dovesse essere favorita anziché ostacolata come lo è attualmente: nonostante ciò a livello politico (non certo scientifico) ancora si dibatte se sia meglio il petrolio o il superatissimo e sconveniente nucleare a fissione.

- Non esiste alcun vantaggio pratico pacifista ad utilizzare ancora la fissione nucleare per la produzione di energia: a parità di potenza prodotta, ad esempio una centrale eolica costa la metà quanto a realizzazione, ancora meno quanto a manutenzione ed è realizzabile in tempi enormemente più brevi rispetto ad una centrale atomica. Inoltre non ha bisogno di sorveglianza né alcun coinvolgimento militare (si sa che lo scopo primario delle centrali atomiche è quello di produrre plutonio utilizzabile per scopi militari: l’energia elettrica è solo un prodotto di scarto, ovvero di recupero energetico ed economico). Quanto a sicurezza e ad impatto ambientale poi, il paragone con altre fonti non si pone neanche.

- La Bibbia, nelle sue tante interpretazioni possibili, è comunque un testo rozzo, frammentario, scritto non si sa da chi, contraddittorio e nel complesso inaffidabile destinato com’era all’educazione spicciola e violenta dei pastori ignoranti del suo tempo (pastori di animali, non di anime). Eppure è ancora citata da molti come testo di riferimento e come depositaria di verità assolute. Interpretando come fa più comodo i suoi precetti ognuno puo’ trovare giustificazioni morali per compiere ancor oggi le più atroci ingiustizie.

- Il mondo sta precipitando sempre più velocemente, CON O SENZA IL CONSENSO POPOLARE, in una trappola politica totalitaria spietata e repressiva di stampo neonazi-comunista: le avvisaglie ci sono tutte e le sue manifestazioni sono quotidianamente evidenti: com'è possibile che siano così pochi ad accorgersi e paventare questa immane catastrofe?

Queste sono solo alcune delle certezze sulle quali possiamo contare: volendo cercarne altre, la rete - e la vita stessa - sono piene di evidenze logiche; e sarebbe un bene farlo sopratutto perché, come suggeriva Mark Twain, "I problemi non derivano tanto dalle realtà che non conosciamo ma da quelle che crediamo vere e non lo sono."

lunedì 1 dicembre 2008

Voglio le prove!

In rete si trova tutto e il contrario di tutto: si deve stare veramente molto attenti a come ci si documenta perché il rischio puo' essere quello di disinformarsi, invece di informarsi....



La "polverazione" delle travi del WTC
C'è che lancia allarmi veri e chi ingiustificati e c'è quindi chi dedica gran parte del suo tempo a dimostrare con dovizia di particolari che tutto ciò che afferma ha dei riscontri reali e non è frutto della sua fantasia paranoica.
Per convincere gli scettici a oltranza però, a volte spendere fiumi di parole è del tutto inutile, perché se uno non vuol credere per partito preso, non esiste dimostrazione matematica né sequenza logica che possa aprirgli gli occhi perché lo scettico ad oltranza vede ma non guarda, sente ma non ascolta: evidentemente le informazioni che gli giungono dagli organi sensoriali non vengono elaborate dalla sua coscienza ma, nella migliore delle ipotesi, vengono archiviate direttamente in qualche meandro recondito della sua memoria magari con su l'etichetta "Teorie complottiste", alle quali attingere occasionalmente, ma senza mai aprire il file né leggerne il contenuto, solo per riderne in società.