lunedì 27 giugno 2016

Le virtù del campione


Per riuscire nello sport, come del resto nella vita, sono indiscutibilmente necessarie delle virtù particolari.
Con tutti gli errori che ho commesso nella vita non ho consigli utili da impartire ma per quanto riguarda gli sport motoristici, credo che la mia esperienza può essere significativa perché ogni volta che mi ci sono cimentato, qualche risultato lusinghiero l'ho raccolto. Parlo del karting e del fuoristrada per le 4 ruote, della velocità in pista ed in salita per le 2 ruote.

Allora quali sono secondo me le principali virtù del vincente, virtù di cui ho beneficiato quando ho conseguito buoni risultati e di cui non sono riuscito a beneficiare quando non li ho conseguiti?

Dai riscontri che ho avuto modo di ricavare rispettivamente nelle vesti di tecnico, pilota e team manager, posso affermare che per ben figurare nelle gare, in classifica ed in carriera, siano necessari:
- un mezzo meccanico vincente, ben preparato e possibilmente messo a punto secondo il suo personale stile di guida (una volta ho avuto due piloti di scooter che avevano bisogno di assetti completamente diversi per... fare gli stessi tempi, ma vincevano e andava bene così);
- possedere sensibilità e competenze meccaniche sufficienti per dare indicazioni valide e precise a chi mette a punto il mezzo; 
- un buon allenamento, soprattutto alla guida, da integrare eventualmente con allenamenti specifici per le moto, la cui guida è particolarmente fisica. Un fisico tonico ed allenato permette sia di farsi meno male negli incidenti che recuperare più rapidamente la forma dopo un trauma subito;
- la scelta dei materiali migliori, gomme in primis ma anche altri particolari come diversi componenti tecnici o dell'abbigliamento.
- una particolare resistenza al caldo: questa è una dote assolutamente necessaria soprattutto per la motovelocità.

Tutte queste situazioni possono essere esaltate o completamente annullate da eventi casuali legati alla sorte. Non sono mai esistiti grandi campioni nel motorismo che non siano stati accompagnati a lungo da un'immensa fortuna.
Chi ha seguito le corse nel corso di molti anni sa bene che sono state costellate di grandi piloti che non si sono mai affermati per pura sfortuna. Guidare meglio degli altri è solo una delle componenti: non basta assolutamente a costruire un campione negli anni.
Una particolare perizia nella guida può essere utile, per togliere quel famoso mezzo secondo che differenzia un fuoriclasse da un pilota di media levatura.
Per fare un esempio reale riferito ad accadimenti passati, se un pilota mediocre dispone di una moto ufficiale imbattibile in quel periodo con in più una fornitura di gomme speciale che a detta di molti garantivano un paio di secondi in meno degli altri sul giro (a cominciare dal compagno di squadra), è anche possibile che piloti mediocri possano vincere 5 campionati del mondo consecutivi nella moto GP classe 500.

La fortuna per un pilota può essere rappresentata anche dalle norme regolamentari che possono favorirlo o meno fino a mortificare completamente sia l'impegno profuso che i risultati conseguiti.
Loris Reggiani
E' accaduto ieri ad Assen che per colpa di un regolamento IDIOTA ed antisportivo, la classifica della gara interrotta per eccesso di pioggia è servita unicamente a formare la griglia di partenza per la "manche" successiva che nei pochi e concitati giri ha stravolto del tutto, ai fini della classifica ufficiale, il risultato reale della gara.
A perderci sono stati Valentino Rossi, lo sfortunatissimo Dovizioso e Petrucci che hanno visto quasi completamente azzerato il risultato conseguito  nella prima frazione di gara mentre a guadagnarci è stato il rocambolesco Iannone che nella prima è partito ultimo a causa di una punizione riferita alla gara precedente (nella quale una volta tanto pare fosse realmente incolpevole dell'accaduto) e poi è caduto mentre nella seconda frazione è partito più avanti riuscendo ad arrivare quinto.
Sia chiaro: con tutto questo non voglio assolutamente sminuire i meriti dei piloti che hanno interpretato bene la seconda frazione: onore al vincitore Miller ed a quelli che lo hanno seguito (compreso il molto bravo ed altrettanto  fortunato Marquez!) ma ad Assen ieri di gare ne sono state corse due e non solo una, ed è assurdo che non si tenga conto del risultato di quella più lunga tra le due!

In passato, quando gli sport motoristici erano più sportivi e meno politici, quando accadeva di dover disputare una gara in due manche si sommavano i tempi oppure veniva assegnato metà punteggio per ogni frazione. Questa è l'unica cosa intelligente e sportiva da fare, non vanificare d'ufficio tutti i rischi che si prende un pilota per correre.

Ha fatto bene Reggiani a definire idiota un regolamento del genere: non possono essere usati termini diplomatici o politicamente corretti per definire una simile realtà.
Del resto, dalle Leggi di Murphy, "Quando uno si comporta come un idiota e dice cose idiote, non aver dubbi: è un idiota."