I canali sensoriali attraverso cui percepiamo la realtà materiale sono convenzionalmente almeno 5 e, anche tra coloro che li hanno tutti perfettamente funzionanti, non contribuiscono allo stesso modo a formarci l'idea che abbiamo della realtà ovvero ciò che in Programmazione Neuro Linguistica viene definita Mappa Del Territorio.
Infatti per ognuno di noi esiste, a livello più o meno cosciente, una determinata scala di prevalenza di un canale sensoriale rispetto agli altri.
Se ad esempio possiamo dare per scontato che per un amante della musica il canale che probabilmente prevale sugli altri è quello uditivo, non si può stabilire per certo quali siano i canali preferenziali attraverso i quali passano le sensazioni che appagano un appassionato di motorismo.
Questa passione infatti - non a caso tra le più coinvolgenti in assoluto - si può vivere e si può alimentare in molti modi, attraverso i più disparati canali.
Come il cane ed il gatto che tendono a litigare perché percepiscono il mondo in modo diverso, anch'io sono incapace di comprendere l'approccio col motorismo che caratterizza un amante di quelle degenerazioni "motorie" che sono le custom.
Uno di loro, un cliente del mio negozio di ricambi, mi spiegò una volta che ricavava piacere più dal rumore e dalle vibrazioni della sua cavalcatura che dalle sue prestazioni e che a lui piaceva il contatto epidermico col metallo (infatti utilizzava delle assurde manopole metalliche che impugnava senza guanti) ed il freddo che percepiva sul petto nudo.
Il povero di spirito non ha mai vissuto il passaggio dalle moto "nude" a quelle carenate che all'improvviso ci proiettarono in un mondo di piacevolezze mai provate in moto.
Arrivo a capire che al mondo esiste anche chi ricava piacere da dolore - e viene definito masochista - ma il mio approccio col mondo dei motori è diametralmente opposto a quello appena descritto, infatti col cliente stavo discutendo di marmitte focalizzando stupidamente (da parte mia) il discorso sulle prestazioni offerte da una determinata marmitta se pur silenziata mentre non avevo capito che a lui interessava solo far rumore anche a discapito delle prestazioni. Due modi di vivere ed apprezzare la (stessa) realtà.
O.Wagner - Padiglione K.platz |
Le mie moto (e anche tutti gli altri veicoli) si presentano sempre apparentemente dimesse e poco curate perché per me la priorità va sempre alla loro funzionalità. E poi non è del tutto vero che non siano curate, almeno in alcuni dettagli tecnici, perché sono molto attento alla forma ed all'estetica purché abbiano un legame stretto ed indissolubile con la funzionalità anzi ne siano sintomo evidente come le gambe muscolose di un centometrista o i fianchi generosi di una bella donna.
Perspicacemente, l'architetto austriaco Otto Wagner - ricordato per la bellezza funzionale delle sue strutture - ebbe a sentenziare che nulla che non sia funzionale può essere definito bello.
Sempre nel campo dell'architettura, anche Pier Luigi Nervi - un vero "poeta" del cemento armato - sosteneva che la bellezza delle sue architetture derivasse unicamente dalla loro funzionalità meccanica.
Quanto a forma mentis, mi trovo in buona compagnia...
Conosco persone che non si perdono una gara di Formula 1 ma non hanno mai preso la patente per guidare, altre che ricavano piacere solo dal collezionare veicoli che non usano mai, altre ancora che spendono cifre ragguardevoli per elaborare i loro mezzi ma raramente o quasi mai ne sondano le prestazioni.
C'è chi cura la pulizia del proprio veicolo in una maniera maniacale fino al punto di non utilizzarlo quando piove. Ci sono altri che non opererebbero mai e poi mai una modifica che renda il veicolo differente sotto qualche aspetto, anche marginale, da quello che hanno acquistato, perfettamente di serie. Altri invece, come il sottoscritto, che non vedono l'ora di modificarlo per il solo piacere di adattarlo ai propri gusti ed alle proprie esigenze.
Diciamo subito che una forte componente che sostiene questo binomio deriva dal fatto che la nostra società, giunta ad un bivio tecnologico negli anni '30 con le scoperte di Nikola Tesla, imboccò (piuttosto forzatamente...) la strada dell'energia prodotta per combustione senza più guardarsi indietro, con grande soddisfazione delle nascenti lobby petrolifere.
I motori endotermici utilizzati per l'autotrazione, a differenza di quelli elettrici, producono un rumore forte, caratteristico per ogni motore, ritmico, variabile durante l'utilizzo, spesso "accordato" e distribuito su di una vasta scala di frequenze: come non assimilarli a degli strumenti musicali?!?
Sarà un caso che la Yamaha cominciò a costruire pianoforti prim'ancora di pensare a costruire motori e che ancor oggi nel suo logo compaiono tre diapason?
E che il celebre direttore d'orchestra Herbert Von Karajan definisse il rombo della Ferrari 12 cilindri di Formula 1, il suono più bello che avesse mai ascoltato in vita sua?
Addirittura si ascrive ad una citazione dello storico brano "Born To Be Wild" degli Steppenwolf, la definizione del genere Heavy Metal. Infatti nel testo ad un certo punto si fa riferimento ad un heavy metal thunder che, vista l'atmosfera che permea il brano (non a caso contenuto nella colonna sonora del celebre film Easy Rider anzi forse ne è il brano più significativo), è facilmente riferibile al suono prodotto dalle generose termiche in ghisa (quindi pesanti) delle Harley Davidson (o Indian, perché no?) dell'epoca.
Born To Be Wild - 1969
Troppo lungo ed incompleto sarebbe un elenco di canzoni in cui compaiono soggetti o richiami motoristici nei testi o negli stessi titoli, a ricercare anche solo nelle produzioni italiane ed anglosassoni dagli anni '50 in poi.
Al volo, posso ricordare Gianni Morandi che in una sua famosa canzone andava a 100 all'ora, Fred Buscaglione che descriveva le donne come automobili ma anche i Deep Purple che incidevano Speed King o Highway Star:
Nessuno prenderà la mia auto/ La incollerò al terreno/
Nessuno batterà la mia auto/ Supererà la velocità del suono/
Oh è un'auto letale/ Ha tutto/ Come una forza motrice/
Con le ruote enormi/ E tutto il resto/ La amo e ne ho bisogno/
La tiro/ Sì è un uragano/ Perfetto, tienti forte/ Sono la Stella della Strada
[...]
La amo e ne ho bisogno/ L'ho progettata/ Otto cilindri tutti miei/
Perfetto, tienti forte/ Sono la Stella della Strada
Highway Star - 1972