sabato 26 novembre 2016

Com'era bello il tuning di una volta!


La lingua italiana è di gran lunga più ricca di quella inglese ma ormai, visto il diffuso asservimento alla cultura anglosassone, il termine "tuning" ha sostituito il desueto - per qualcuno - "elaborazione".
Tuttavia, non si tratta solo di un cambio di forma, in quanto negli anni ruggenti dei motori (sostanzialmente dai '60 ai '70) per "elaborazione" s'intendeva un complesso di modifiche PREFERIBILMENTE NON APPREZZABILI DALL'ESTERNO tese ad aumentare le prestazioni del veicolo.
Inizialmente il termine "tuning" intendeva proprio questo, rivelandosi perfino più adatto della traduzione italiana in quanto indicante una variazione di "tono" del veicolo: nulla di meglio descrittivo.
Milioni di ore lavorative sottratte al riposo, nelle rimesse sotto casa, erano dedicate dagli appassionati dell'epoca, alle modifiche da apportare ai loro veicoli.



Audace Colpo Dei Soliti Ignoti
Nei film degli anni '60 si possono apprezzare molti riferimenti ai "doppi carburatori" che qualcuno aveva montato sulla propria auto (basti pensare alla 1100 modificata dei "Soliti Ignoti") oppure agli "abbassamenti di testata" o altre modifiche molto popolari tra gli appassionati. 
In mancanza di parti dedicate disponibili sul mercato c'era perfino chi si arrangiava ad abbassare l'assetto della propria auto tagliando una spira alle molle, con effetti spesso disastrosi sul comportamento del veicolo.
Era l'epoca in cui, in una celebre freddura, si definiva la lepre nient'altro che un "coniglio Abarth"...

Nei seventies furono immesse sul mercato fior di moto sportive praticamente "pronto corsa": le prime tre che mi vengono in mente, e tra le più utilizzate, sono le celebri Ducati SS, le Laverda SFC e le Suzuki TT500.
Molte Case offrivano post vendita dei kit di potenziamento concepiti per consacrare definitivamente i veicoli ad un uso sportivo senza compromessi.
Tra queste perfino la Moto Guzzi le cui versioni Sport e Le Mans, con le loro trasmissioni ad albero ed i cambi che non erano certo fulmini di guerra, non parevano particolarmente adatte all'uso competitivo. Eppure... .
Ricordo i "Motociclismo" di quegli anni, di cui conservo ancora qualche copia, zeppi di pubblicità riferibili a parti speciali destinate al potenziamento dei motori ed alla trasformazione sportiva dei veicoli. Era un'epoca in cui le moto erano ancora nude e dotate di selle abbondanti anche per due persone prima che fosse necessario distinguerle in "naked"; quindi carenature e codoni erano tra gli articoli più richiesti dagli appassionati, quando non se li realizzavano per conto proprio.

Un Americano A Roma
Era ancora un periodo in cui uno scarico rumoroso indicava senza ombra di dubbio un veicolo trasformato per andare più forte e le Harley si vedevano solo nei film americani o sotto il sedere di qualche povero di spirito plagiato dalla sottocultura statunitense.

Successivamente, a partire dagli anni '80 soprattutto in campo motociclistico - se non altro perché molto più abbordabile di quello auto - nacque l'epoca delle "Racing Replica" che, unitamente alle aumentate prestazioni, spostavano l'attenzione anche sull'appeal estetico.
A dire la verità: nulla di nuovo sotto il sole, in quanto il concetto di Cafè Racer preesisteva, a partire dall'Inghilterra, da almeno un ventennio e vedeva sempre più appassionati; ma la differenza fu che il mercato si avvide finalmente di questa crescente richiesta e fior di Case motociclistiche cominciarono ad offrire le loro moto "pronto corsa", come si diceva all'epoca. Certo che questa definizione la dice ben più lunga del semplice termine "replica" in quanto un suo acquirente si aspetta realmente che il veicolo fosse realmente concepito per un uso sportivo.

Ma gli anni '80 furono caratterizzati da un fenomeno di ben più ampia portata sociale: la nascita della look generation, un'epoca in cui nella coscienza collettiva la forma cominciò a prevalere sulla sostanza. Non a caso, risalgono a quegli anni i primi gruppi musicali "glamour" in cui la cura e l'attenzione per l'immagine superarono, sia tra gli artisti che tra i fruitori, l'importanza della musica stessa.
Un identico riflesso si poté apprezzare anche in campo motoristico. Cominciarono ad essere immessi sul mercato modelli di auto allestiti elegantemente come versioni sportive ma che, alla prova dei fatti, andavano esattamente come i modelli da cui derivavano perché le loro meccaniche erano assolutamente identiche alle originali: un'anticipazione di quello che sarebbe diventato il "tuning" estetico in voga oggi.
In campo moto, il discorso è stato leggermente diverso ma non sono mancati molti modelli sedicenti "racing" che disponevano di motori esattamente identici alle versioni stradali.

Sum Ergo Cogito
Un parallelo a questo fenomeno di rappresentazione della realtà l'ho sempre riscontrato nel culturismo in cui c'è gente a cui interessa poco o nulla aumentare le proprie prestazioni atletiche o sportive ma molto molto di più  trasformare il fisico in modo da "sembrare" forte e prestante, così come i galli cedroni, limitandosi ad alzare la cresta cercano di sembrare più minacciosi ed i gatti arruffando il pelo, più grossi di quel che sono. Esattamente come questi ultimi, oltre alla loro massa reale, i culturisti sono facilmente individuabili perché vanno in giro ostentando costantemente i loro muscoli muovendosi in pose ingessate alla Big Jim e facendosi spazio maleducatamente tra la folla. Un agile pugile, che potrebbe stenderli con un sol colpo, appare invece come una persona assolutamente normale.
Come non paragonare queste due condizioni ad una possente custom, che di possente ha solo la stazza ed il rumore che produce ma poi si muove ansimando, a confronto di una modesta sport-touring di media cilindrata apparentemente insignificante ma capace di tenere passi elevatissimi su delle strade di montagna?

Furono infine gli anni '90 a segnare l'inizio della fine del tuning incentrato sulla conoscenza profonda delle dinamiche termiche e veicolari. Infatti con l'avvento dell'elettronica nelle gestioni di accensione ed alimentazione, diventò possibile intervenire per migliorare le prestazioni pur senza possedere alcuna competenza in materia: bastava affidarsi a delle mappature studiate da altri.
Anche la facile reperibilità di parti speciali, servì ad illudere modesti operai metalmeccanici praticoni d'officina privi di professionalità, di essere in grado di elaborare un motore solo perché capaci di sostituirne alcune parti!
Le rottamazioni poi assestarono il colpo di grazia alla nobile arte del tuning, rendendo sconveniente elaborare il proprio veicolo, rispetto all'acquisto di uno nuovo e più performante di suo.

Biella monolitica
E così oggi, nei saloni dedicati al tuning, l'attenzione degli appassionati non è più attratta dalla maestria e dalla competenza che traspare da un componente modificato a mano come il cilindro di un motore a due tempi, una biella alleggerita, un albero motore bilanciato di un 4 cilindri in linea che già a vederli suscitano un'idea di potenza e dinamismo ma dallo statico sfavillare delle vernici e delle luci LED.
Un altro parallelo mi viene dal mondo animale in cui la bellezza funzionale potrebbe essere rappresentata dalla struttura scheletrica di un ghepardo a confronto con la colorazione delle penne di un innocuo pavone.
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Appendice tecnica (dedicata agli appassionati di motorismo: incompetenti e praticoni d'officina non la troveranno interessante perché per loro, le bielle nascono bell'e pronte sotto i cavoli e sono solo da montare).

Criterio per la valutazione della massa in moto alterno in una biella (convenzionalmente circa 1/3 del peso totale del componente, il resto della massa si considera in moto rotatorio assieme all'albero motore).
Nota: nella didascalia si parla impropriamente di "equilibratura".
Ha senso parlare di "equilibratura" ovvero bilanciatura di un componente meccanico solo quando si procede ad equiparare le sue masse rispetto ad un asse di simmetria (non è il caso illustrato) oppure si lavorano per alleggeritura più componenti in modo da equipararne il peso. 

Nei vostri laboratori e nelle vostre oscure e nostalgiche officine, buon tuning a tutti. Ormai è un'arte che si va perdendo.
A questo proposito, se qualcuno ha ancora voglia o bisogno di intervenire sulla carburazione per ottimizzare le prestazioni del proprio motore termico a carburatori (ma non solo), è ancora on line un articolo che ho scritto una decina di anni fa: