lunedì 2 ottobre 2017

Come distruggere un settore dell'economia limitando le libertà personali


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Il governo ineletto, ancora illegittimamente al potere grazie ad una magistratura distratta o connivente, assolve al meglio il suo compito di distruzione del Paese cercando di lasciare terra bruciata alle sue spalle, anche grazie alla stipula frettolosa di trattati internazionali che, tecnicamente, non potrebbero più essere revocati anche se salisse al potere un governo patriottico ed onesto.
Mi riferisco chiaramente alle svendite dei beni pubblici a nazioni estere come nel recente caso di Fincantieri ma anche a tutti gli accordi gravemente lesivi dell'interesse nazionale come il CETA.
L'ultima esecranda quanto cervellotica azione di questo sciagurato governo, in un colpo solo:
- limita gravemente la libertà di spostarsi liberamente sul territorio, altrimenti garantita dalla Costituzione;
- aggrava di riflesso la densità veicolare sulle strade asfaltate;
- in una serie di casi, costringe a percorrere maggiori distanze per collegare due località (causando maggiori sprechi ed inquinamento) ;
- danneggia gravemente un vivace (finora) settore della nostra economia
Mi riferisco al divieto totale e definitivo di circolazione per le moto su strade non asfaltate di larghezza inferiore ai 2,5 metri.
In pratica, con questo ulteriore divieto nel Paese dei Divieti, si cerca di uccidere l'intero settore del fuoristrada motociclistico, dal turismo allo sport e, paradossalmente come effetto collaterale, si rende inattuabile l'accordo che la Federazione Motociclistica Italiana aveva stipulato con gli Enti di protezione civile finalizzati al rapido intervento sul territorio grazie all'uso di motociclette appositamente attrezzate. Un'altra vera, altrimenti indefinibile, porcata imposta da un governo di maiali, con tutto il rispetto che meritano i suini.
In un'ottica di distruzione pianificata del Paese, bisogna tenere conto che il settore fuoristrada apporta centinaia di milioni di Euro al PIL a partire dalla produzione motociclistica nazionale, le importazioni, l'abbigliamento specifico, l'accessoristica, la ricambistica e l'indotto che ruota attorno alle manifestazioni sportive di enduro. Perché in pratica questa legge rende impossibile organizzare manifestazioni sportive che rientrano in questa specialità.
Ma siccome chi ultimamente concepisce le leggi in Italia non è solo un criminale  ma anche incompetente e distratto, probabilmente il divieto non contempla i quad, le vetturette da fuoristrada che una volta si chiamavano buggy o kart-cross e, soprattutto, parla di strade e non di fuoristrada puro dritto-per-dritto, come si suol dire!
Questo significa che, prima di cambiare sport per passare alle quattro ruote (ben più impattanti di una due ruote sull'ambiente ma se il legislatore è imbecille non può arrivarci) si può tentare di continuare a praticare il fuoristrada motociclistico cercando in tutti i modi di non utilizzare sentieri tracciati ovvero strade propriamente dette.
 A riguardo, un suggerimento: un ruscello non è una strada!
In tal modo si dovrebbe riuscire ad eludere un'altra legge iniqua, sempre se il preposto all'osservanza della legge è in grado di capire la sottile differenza che passa tra un sentiero tracciato ed un terreno incolto...