Non è certo il primo (vedi link a margine) e non sarà di certo l'ultimo incidente mortale se si continuerà a perseverare nell'applicazione di quelle tecnologie che Nikola Tesla per primo definì perverse.
La tecnologia infatti dovrebbe essere al servizio dell'Uomo e non viceversa. E' evidente che in un contesto di viabilità multi-utenza con fruitori che utilizzano oppure no tipologie di veicoli dalle dinamiche inconciliabili tra loro, andare ad inserire (anche) veicoli a guida automatizzata - "stupidi" per definizione - non può che andare ad aumentare i rischi derivanti dalla circolazione.
Su percorsi caratterizzati da incroci pedonali a raso o sui quali è ammessa
(contro ogni presupposto di sicurezza) la circolazione di veicoli a trazione animale come le biciclette, è chiaro che nessun sistema automatico, per quanto istruito, può essere in grado di reagire in maniera infallibile all'imprevedibilità che caratterizza peculiarmente il comportamento degli esseri umani, soprattutto quegli utenti della strada non professionali ed irriverenti delle regole come spesso sono pedoni e ciclisti.
(contro ogni presupposto di sicurezza) la circolazione di veicoli a trazione animale come le biciclette, è chiaro che nessun sistema automatico, per quanto istruito, può essere in grado di reagire in maniera infallibile all'imprevedibilità che caratterizza peculiarmente il comportamento degli esseri umani, soprattutto quegli utenti della strada non professionali ed irriverenti delle regole come spesso sono pedoni e ciclisti.
A rinnovare l'allarme su questa vera e propri deriva tecnologica è stato un incidente che ha visto protagonista un veicolo automatizzato della Uber, compagnia che, nell'ottica di un aumento dei suoi utili, sta sperimentando il sistema per lasciare senza lavoro tutti i tassisti del mondo.
E' ineludibile che il progresso - nella sua accezione corrente - sia caratterizzato da una sempre maggiore automazione ma rimane sempre da tenere in considerazione la discriminante suggerita da Tesla: la tecnologia deve rimanere al servizio dell'Uomo. Un giorno si potranno anche costruire delle macchine che saranno delle perfette surrogate delle mamme che saranno in grado di accudire e proteggere al meglio h24 i bambini, ma ciò non toglie che questi ultimi saranno cresciuti da orfani e del tutto spersonalizzati e questo non è umano: è una perversione come quelle ipotizzate nelle peggiori distopie come Il Mondo Nuovo di Huxley, romanzo che andrebbe adottato come libro di testo scolastico per far capire ai ragazzi in che genere di mondo il stanno cercando di farci precipitare.
In un'altra distopia sceneggiata nel film Minority Report, si può apprezzare una magnifica ricostruzione di come potrebbe essere un flusso di traffico urbano composto da soli veicoli a guida automatizzata. In un contesto del genere, una gestione computerizzata ci potrebbe anche stare, riducendo i rischi a livelli inferiori rispetto alla circolazione di veicoli guidati dall'Uomo ma, appunto, in un contesto in cui le sedi stradali dovrebbero essere assolutamente riservate a tal tipo di veicoli, meglio ancora se incanalati su rotaie fisiche o a confinamento elettromagnetico.
In alcune città, come a Perugia, funzionano egregiamente servizi navetta totalmente automatizzati che scorrono però su rotaie, non certo nel caotico ed imprevedibile traffico stradale! Quindi nessuna preclusione di principio ad un sempre più avanzato sviluppo tecnologico ma è importante che esso non assuma il carattere di una perversione.
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