domenica 17 gennaio 2010

Litio


Sul sito dell'agenzia di stampa United Press International è comparso (nel maggio del 2009) l'articolo Lithium in drinking water may boost mood ovvero "il litio nell'acqua potabile può sollevare l'umore".
In esso si legge che "ricercatori giapponesi affermano che bassi livelli di litio presenti naturalmente in alcune acque possono aiutare a prevenire il suicidio".
Lo studio pubblicato sul British Journal of Psychiatry, si riferisce alle acque potabili di 18 differenti località del sud del Giappone, contenenti livelli di litio compresi tra 0.7 microgrammi e 59 microgrammi. "I ricercatori hanno trovato che i suicidi sono significativamente minori nelle zone in cui l'acqua potabile contiene le maggiori quantità di litio".
"Tali risultati hanno portato alcuni ricercatori a chiedere che siano effettuati nuovi studi per verificare i benefici dell'aggiunta di litio all'acqua potabile".


A questo punto è il caso di notare che:
a) alte dosi di Litio vengono utilizzate da tempo per "trattare" i cosiddetti "disturbi bipolari" ed i "disturbi dell'umore", ovvero per drogare gli sventurati "utenti" dei servizi psichiatrici (vedi più avanti);
c) è interessante notare uno dei commenti all'articolo succitato scritto da una persona che afferma di essere senza più tiroide (evidentemente rimossa con un intervento chirurgico): "Il Litio può aiutare a diminuire il rischio di suicidio, ma il risultato maggiore sarebbe l'enorme aumento di malattie alla tiroide".

Non so se sia valido quanto scritto in un altro commento, ovvero che "l'aggiunta di Litio nelle forme naturali di ortato ed aspartato potrebbe essere positiva e con pochissimi effetti collaterali", nè mi sento in grado di giudicare se questa ricerca sia stata mossa da buone intenzioni o se abbia avuto come finalità quella di promuovere l'
aggiunta di sostanze "non molto innocue" al cibo, all'acqua e all'aria che respiriamo, per cui se qualche gentile lettore ha ulteriori informazioni al proposito, ben vengano.

Diagnosticato come sofferente di "disturbi bipolari" (una volta si usava la parola "schizofrenia") e probabilmente imbottito di droghe chimiche, forse anche di Litio, non è che uno dei tanti esempi di personalità nel mondo della musica e dello spettacolo imbottite di psicofarmaci e manipolate dalla psichiatria (e/o dalla psicanalisi): la storia di Marylin Monroe è ben raccontata nel libro di Luciano Mecacci "
Il caso Marylin M. e altri disastri della psicanalisi", mentre è noto che Michael Jackson è stato assassinato tramite la somministrazione di un cocktail mortale di psicofarmaci, sostanze a cui era da tempo assuefatto.
a cura del Telefono Viola di Milano


Breve storia dei sali di Litio
I sali di Litio sono noti per il loro valore terapeutico sin dall'antichità. Le prime utilizzazioni in psichiatria risalgono agli anni '40, mentre in Italia sono stati introdotti nel mercato intorno agli anni '70.
Il Litio è considerato il farmaco di scelta per il trattamento e la prevenzione delle ricadute in pazienti affetti dalla cosiddetta "sindrome affettiva bipolare", cioè per persone che attraversano periodi di profonda tristezza e disperazione alternati a periodi di eccitazione e euforia.
La terapia con il Litio deve essere sempre accompagnata da esami del sangue che ne controllino il livello presente nell'organismo. Durante la prima settimana i livelli plasmatici del Litio vanno controllati quotidianamente; nel mese seguente almeno una volta la settimana; nei sei mesi seguenti almeno una volta al mese; in seguito una volta ogni 3/4 mesi.
Va evidenziato che livelli di litiemia (ovvero presenza di Litio nel sangue) superiori a 1,3 - 1,4 mEg/I sono da considerare indice di tossicità.Per gli effetti teratogeni del Litio la gravidanza va considerata una controindicazione assoluta.

Effetti collaterali a cui si può andare incontro nell'utilizzo del Litio sono:

- Disturbi renali quali sete eccessiva, urinazione abbondante, diabete insipido (ovvero sete intensa, urinazione abbondante).

- Disturbi neurologici quali alterazione della memoria e dell'attenzione, tremori alle mani, debolezza muscolare.

- Disturbi al cuore con aritmie.

- Problemi cutanei quali eruzioni cutanee (simili all'acne), alterazioni del pigmento, psoriasi.

- Disturbi gastroenterici quali nausea, diarrea, coliche addominali.

- Ipertiroidismo (il Litio interferisce nella sintesi e nella liberazione dell'ormone tiroideo).

- Epilessia (diminuzione della soglia convulsiva).

- Altri disturbi quali aumento di peso, edema agli arti inferiori e leucocitosi.

ATTENZIONE:
I primi sintomi di tossicità possono già comparire a livelli di poco superiori a quelli terapeutici.

Sintomi premonitori dei sovradosaggio sono:
tremori, vomito, difficoltà di parlare, sonnolenza e in alcuni casi anche coma.
Prima di iniziare il trattamento e durante lo stesso, devono essere effettuati diversi esami del sangue, il controllo della funzionalità del rene e della tiroide, esame cardiologico con elettrocardiogramma e esame neurologico con elettroencefalogramma. La terapia con il Litio non deve essere protratta a vita e se non dà risposte soddisfacenti va sospesa perché i rischi in cui si incorre non sono bilanciati da benefici.

Tratto dal più ampio articolo "Litio" pubblicato da scienzamarcia

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