Quando
si discute di energia, non lo si può fare con cognizione di causa se
prima di tutto non si quantificano le necessità ed il potenziale
produttivo di ogni singola tecnologia.
Nello
schema che segue, all'interno della rappresentazione del Sole sono
visualizzate in scala le quantità di energie naturali che si rinnovano
annualmente sul pianeta mentre sulla destra sono quantificate le energie
che possono derivare dal totale delle riserve presunte di fonti non
rinnovabili.
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Innanzitutto traduciamo dall'inglese:
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- Tidal sta per maree e Wave sono le onde del mare: entrambe queste forze sono utilizzabili per azionare generatori;
- Geothermal
è l'energia ricavabile dalle sorgenti geotermiche, facilmente convertibile in energia elettrica o utilizzata tal quale per
riscaldamenti ambientali o industriali;
- Hydro
rappresenta l'energia potenziale idroelettrica prodotta per differenza
di livello di masse d'acqua rispetto alla quota del mare;
- Biomass
ha rappresentato finora l'energia prodotta per combustione di materia
organica come foglie morte, legna e vegetali oleosi o resinosi oppure
escrementi animali ma ormai può comprendere anche la produzione di
biogas derivante da rifiuti o colture batteriche ma ricordiamo che,
idrogeno a parte, non esistono combustioni del tutto pulite;
- Wind è il vento quindi l'energia eolica;
- Coal è il carbone;
- Uranium utilizzato per la produzione di energia nucleare "sporca" ovvero produttrice di scorie radioattive;
- Oil è il nome anglosassone del petrolio (che quindi ingloba tutti i suoi derivati);
- Natural gas sono ovviamente i gas naturali.
Il dato che salta all'occhio,
oppure no perché è talmente evidente da poter risultare occulto
(G.B.Shaw docet) è che la domanda annuale di energia ammonta a 16TW cioè
16.000miliardi di Watt (1TW = 10^16W) mentre quella che ci regala il Sole nello stesso periodo è di 23.000TW: cioè 1437,5 volte quella che ci serve.
Constatato
questo, sarebbe per certi versi ridicolo continuare a discutere su
quale sia la fonte energetica sulla quale conviene investire di più ma
ammettiamo che dal punto di vista della praticità e dell'economia, altre
fonti possano risultare più convenienti per determinate applicazioni.
Partendo
dalle più grandi e ricordando al lettore che quelle a destra sono stime
della disponibilità totale presente sulla Terra mentre quelli a
sinistra sono valori annui, troviamo tra le fonti più importanti le tre
derivanti da materia organica conservata nel sottosuolo: carbone, petrolio e gas naturali
che in un'ottica futurista non le prendiamo neanche in considerazione
per via dell'insostenibilità del dissesto idrogeologico e
dell'inquinamento ambientale che le loro estrazione ed utilizzo
comportano. A questo si aggiungono gli effetti sperequativi di
un'economia mondiale basata e condizionata da tali fonti e le
innumerevoli guerre finalizzate al petrolio ma mascherate da interventi
di pace o simili amenità.
La produzione di energia nucleare
è assolutamente sconveniente in termini di costi economici ed
ambientali che si protraggono ben oltre la dismissione per obsolescenza
degli impianti. L'unica convenienza deriva dalla produzione di plutonio
come prodotto di scarto della reazione nucleare. L'unico utilizzo del
plutonio è militare e questo spiega la riluttanza a fare a meno di
questa forma di energia non rinnovabile, sconveniente ed altamente
inquinante.
L'unico
spiraglio che rimane aperto per quanto riguarda i costi ambientali è la
ventilata possibilità di azzerare la radioattività delle scorie
mediante trasmutazione fredda. Ma questo comporterebbe ammettere
implicitamente che la fusione fredda è possibile e funziona.
Passiamo ora alle rinnovabili,
partendo dal presupposto che per ottenere la massima convenienza ed il
minor impatto ambientale da una forma di produzione energetica, essa va
prodotta sul luogo di utilizzo evitando di doverla trasportare
attraverso elettrodotti ad alto costo, impatto ambientale e dispersione
di energia.
Sfruttare la forza del mare potrà quindi essere conveniente nelle zone in cui il moto ondoso e delle maree è molto importante, come ad esempio in Bretagna.
Stesso discorso per la geotermia,
settore in cui l'Itallia è stata storicamente pioniera grazie al suo
ingegno ed alla disponibilità di fonti ma ancor oggi non è sfruttata
appieno.
Con
l'innumerevole quantità di dislivelli naturali e la piovosità che ci
ritroviamo, sarebbe più che logico continuare ad investire e potenziare
l'idroelettrico.
Per quanto riguarda le biomasse
il discorso è più complesso in quanto non è pensabile di ricavare
energia continuando a bruciare materia organica, cosa che secondo i
futurologhi ci farebbe permanere nella condizione di società di tipo "1"
che tecnologicamente siamo già in grado di sopravanzare. Ma è pur vero
che in determinati contesti risulterà conveniente farlo, a patto che
questa scelta non gravi sull'ambiente.
Il vento,
in alcune zone d'Italia è sufficientemente forte e costante per
giustificare degli impianti eolici che lo convertano in energia pulita,
alla faccia degli esteti dell'ecologia che alle pale eoliche
preferiscono un cielo offuscato dallo smog e dalle irrorazioni aeree. E'
dimostrato che l'energia eolica sia tre volte più conveniente di quella
nucleare
Ogni impianto viene progettato dopo
un lungo accertamento di validità della zona ed ipotizzando che ci sia
un flusso d'aria significativo per un terzo del tempo ovvero per sole 8h
al giorno. Si tratta di una stima più che prudenziale perché in genere
le zone elettivamente "ventose" sono battute quasi costantemente da
venti significativi.
Solo
per scongiurare la costruzione di lunghi elettrodotti, non sono
favorevole al ricorso di sola energia eolica che, secondo me, come per
tutte le forme di energia, andrebbe prodotta solo a non più di pochi
chilometri dai luoghi di effettivo utilizzo, quindi preferibilmente
nelle vicinanze di agglomerati abitativi o industriali, magari
identificando nuove aree a destinazione industriali in base alla
ventosità dei luoghi.
Solare
non significa solo "fotoelettrico" ma è la misura dell'enorme quantità
di energia che giunge sulla Terra e che quindi costituisce l'origine di
tutte le altre forme di energia. Tuttavia, ci sono Paesi particolarmente
irraggiati che col fotoelettrico potrebbero risolvere tutti i loro
problemi energetici e vendere le eccedenze a quelli meno illuminati
sempre, secondo me, contenendo la costruzione di elettrodotti preferendo
invece sfruttare vettori energetici come ad esempio acqua pompata in
bacini collocati in quota oppure ottenendo idrogeno per elettrolisi,
ricordando che la combustione di tale elemento è la più potente reazione
ossidativa che si conosca e dà luogo unicamente a vapore acqueo.
Ricordo
che una piccola quota - ma significativa per un'abitazione - di
recupero di energia solare consiste nella produzione diretta di acqua
calda utilizzando semplici pannelli termosolari.
Insomma
le tecnologie e le facili scelte per salvare l'ambiente e noi stessi
dalla catastrofe non mancano certo: quello che manca è, se mai, la
coscienza e la volontà collettiva di sottrarci all'attuale dittatura
energetica e finanziaria, due grandezze che procedono quasi sempre a
braccetto.