sabato 20 maggio 2017

Bufale vegane




Cercando di commentare un articolato post ripreso e pubblicato dall'ottimo blog COMPRESSA-MENTE, mi sono reso conto che in tale sede era impossibile delineare con chiarezza le mie obiezioni. Per svilupparle al meglio - ma senza stare a produrre un trattato scientifico oltre le mie possibilità -  ho pensato di esporle in questo post.

Premesso che ritengo le diatribe tra estremismi il male del secolo e che sono fomentate ad arte per frammentare l'opinione pubblica (e con essa l'elettorato), penso invece che torni utile cercare di individuare in ogni posizione i presupposti sbagliati, quelli che permettono di costruire impianti logici perfettamente coerenti ma non per questo garanzia di correttezza!
Senza richiamare Kant, è sufficiente tener presente che non basta essere perfettamente capaci di risolvere un'equazione se prima non ci si assicura che le specifiche di calcolo siano corrette!

Sul pensiero vegano, che io definisco religioso fondamentalista perché non ammette repliche, ho da fare delle osservazioni che ritengo difficilmente opinabili.


Presupposti animalisti - Ogni animale sulla Terra, sa bene che la sua vita è in pericolo dal momento in cui viene concepito; solo l'Uomo, con la sua presupponenza e la distanza intellettuale che ha preso dalla vita naturale, immagina di essersi costruito e poter vivere un mondo in cui sia normale non correre pericoli. E ovviamente, quando un evento gli ricorda la sua mortalità, ci rimane male... Detto questo, considero una posizione intellettuale molto nobile ed altamente spirituale darsi da fare per preservare la vita animale (compresa quella umana però!). Ma c'è da dire che qualsiasi obiettivo spirituale non può che risultare antitetico ad un obiettivo materiale, c'è poco da fare! Se ammiriamo gli asceti, non possiamo non notare che la loro elevazione spirituale aumenta di pari passo col distacco fino ad una definitiva rinuncia alla vita materiale. Ai più elevati di loro non resta che morire, per tornare a far gioiosamente parte dell'Uno, dopo aver passato però una vita terrena priva di esperienze e soddisfazioni! Scelta rispettabilissima ma, per conto mio, del tutto sbagliata.
Gli animali soffrono generalmente ben poco nei pochi istanti di vita in cui vengono predati ma possono soffrire per una vita intera se hanno la sfortuna di nascere in un allevamento intensivo o di incappare in altro modo in manifestazioni di pura malvagità umana. Per cui, un animalismo obiettivo si deve battere per evitare sofferenze agli animali, gratuite o finalizzate che siano. Cercare di preservarne la vita ad oltranza non ci rende né Dio né più buoni: la morte è inevitabile per qualsiasi essere vivente e tutte le forme di vita più evolute si nutrono di altra vita (animale o vegetale che sia): se a qualcuno non va bene, non ha che prendersela col Creatore.

Presupposti etici - Non siamo nessuno per essere sicuri cosa sia il bene e cosa il male. L'unica definizione certa ed assoluta del male è che arreca sofferenza ma pecchiamo di presunzione e di delirio divino se pensiamo sia corretto imporre la nostra etica agli ambienti naturali: un esempio demenziale che posso citare è quello di un progetto vegano che vorrebbe separare con una recinzione gli animali vegetariani da quelli carnivori presenti in un grande parco NATURALE africano. Un'idea talmente delirante da non capire che dopo un intervento del genere, il parco non avrebbe più nulla di naturale e che la vita selvaggia ne risulterebbe sconvolta, alterata nei suoi equilibri consolidati magari nel corso di milioni di anni e condannata all'estinzione, con una crescita incontrollata dei vegetariani che finirebbero per desertificare il territorio e morire di fame e con una lenta agonia dei carnivori che finirebbero inevitabilmente per divorarsi tra di loro fino all'ultimo individuo.

Presupposti nutrizionali e salutistici - E qui volevo arrivare... .
Per assunti:
  • L'uomo non è fatto per cacciare e mangiare carne - In parte è vero, ma è fatto ancora meno per brucare erba e trarre nutrimento da cereali, legumi, riso e patate che se ingeriti crudi e non preventivamente trattati, ci risultano non solo indigeribili ma in molti casi tossici come nel caso delle patate (per via della solanina) e della maggior parte dei legumi, che contengono diversi antialimenti (vicina, convicina, fitati, ossalati, ecc.). Allora saremmo frugivori? Non credo l'Uomo possa campare più di tanto mangiando solo frutta, non perché moriremmo di fame ma, alla lunga-non-tanto-lunga, per via dei picchi glicemici a cui saremmo costantemente esposti che finirebbero per favorire l'insorgenza di diabete e del cancro, come ben sappiamo. Tuttavia, riusciamo a trarre nutrimento dalla carne cruda anche se la cosa ci può fare spesso schifo. La verità è che l'Uomo è un disadattato alla quasi totalità degli ambienti naturali presenti sulla Terra se escludiamo qualche isola felice sulla quale la temperatura vari in un arco che ci permettesse di vivere nudi, sia disponibile frutta e verdura semplicemente da raccogliere e sbucciare con le mani e con i denti (niente semi di albicocca perché non riusciamo a romperli senza un sasso!) e che col solo ausilio delle stesse ci sia possibile catturare qualche insetto, animaletto o frutto di mare, il tutto da mangiare tassativamente crudo. Ma questa costituirebbe l'eccezione alla regola della nostra presenza sul pianeta e soprattutto del nostro sviluppo intellettuale: la verità è che l'Uomo è un essere assolutamente dipendente dalla tecnologia (di cui, non a caso, è l'unico creatore tra le creature*), sia per quanto riguarda la sopravvivenza, sia per quanto riguarda la sua evoluzione. Se state leggendo queste righe è grazie ad una tecnologia avanzata. Ma anche se vi metteste in testa di vivere facendone a meno, prima o poi - nell'arco di una giornata - vi sareste inventati qualcosa per... sostituire la funzione della carta igienica, per lavarvi, asciugarvi, proteggervi dal sole e dal freddo, per procacciarvi il cibo meno a portata di mano, per lasciare testimonianze scritte della vostra condizione e della vostra esperienza...
  • La carne è cancerogena, 1. le proteine Già Ippocrate si era accorto - su base statistica - che una dieta iperproteica favorisce l'insorgenza della degenerazione cellulare che fu lui stesso a denominare cancer per come si presentava sezionando i cadaveri dei morti di cancro. Ma c'è da dire che la principale fonte di proteine nell'antica Roma non era la carne né il pesce bensì le lenticchie! Lo stesso testo sacro dei vegani, China Study descrive i risultati di una ricerca effettuata su topi di laboratorio (compresa una particolare razza che ha una spiccata predisposizione genetica a sviluppare il cancro, ma lasciamo perdere...) che conclude che una dieta iperproteica favorisce l'insorgenza del cancro. Peccato che lo stesso studio specifica che la fonte proteica inserita in diverse proporzioni nella dieta dei topi, fosse stata la caseina! Ora, sappiamo bene che la caseina nella dieta è più che sospettata per essere un fattore di rischio per il cancro - ed è per questo che i formaggi privati dei grassi e del lattosio sono più pericolosi degli altri - ed inoltre, se non esiste alcun altra specie animale che dopo lo svezzamento si nutre di latte o di suoi derivati, un motivo ci sarà! Ma come derivare da questa esperienza che la carne è cancerogena se ai topolini non ne è stata data?!? Ma non è finita: è vero che i topi messi a dieta ipoproteica non hanno sviluppato il cancro ma è altrettanto vero che sono morti prima di quelli a dieta iperproteica! In pratica non sono campati abbastanza per sviluppare - eventualmente ma non si saprà mai - nessun cancro! L'unica indicazione logica derivante da uno studio del genere è che una dieta ipoproteica ci accorcia la vita ed una ricca di caseina ci fa venire il cancro ma nessuna indicazione sugli effetti della carne. Eppure questo è il testo di riferimento dei vegani.
  • La carne è cancerogena, 2. i prodotti di combustione) Benzopireni, acrilammine, eccetera sviluppati durante la cottura sono fattori di rischio concreti e riconosciuti come tali ma non esclusivi della carne, solo del metodo di cottura! Infatti (anche) qualsiasi vegetale, una volta portato ad alte temperature o bruciacchiato, sviluppa sostanze simili a quelle prodotte dalla carne: del resto si tratta pur sempre di materia organica. Quindi la cosa corretta da dire non è che la carne sia cancerogena di per sé ma che alcuni metodi di cottura alterano la maggior parte degli alimenti rendendoli potenzialmente cancerogeni e anche una dieta iperproteica non basata sulla caseina potrebbe (ma non ci sono studi mirati in tal senso) risultare cancerogena. Paradossalmente (per i vegani) risulta più prudente e potenzialmente più sano friggere con lo strutto di maiale (punto di fumo: 260°C) che con l'olio d'oliva (punto di fumo: 170°C. Il punto di fumo individua il passaggio chimico in cui si formano i prodotti di combustione).
  • Il consumo di carne sta alla base di comportamenti aggressivi - Se così fosse, ci si potrebbe avvicinare impunemente ad api, gorilla, tori, rinoceronti, elefanti, cinghiali, ippopotami ed alci che sono animali  vegani ma, esattamente come per i vegani umani, tutti estremamente aggressivi. Per inciso, pare che l'alce sia l'animale che in assoluto causi più vittime tra gli umani, seguito dall'ippopotamo che, per altro, pare si cibi occasionalmente di carne come usa fare anche il cinghiale. Del resto, il comportamento degli animali carnivori o che comunque includono la carne nella loro dieta come ad esempio l'orso, li vede particolarmente aggressivi quando hanno fame, non certo dopo aver mangiato carne! Qualsiasi carnivoro importunato dall'Uomo quando è sazio, a meno che non si tratti di una femmina in difesa dei piccoli, cerca di evitare il contatto e se possibile si allontana. Ciò non è vero per la maggioranza degli erbivori che, sazi o affamati, attaccano a prescindere, ritenendo di doversi difendere da un'aggressione oppure per affermare il controllo sul territorio che li sfama: se l'erba da mangiare è attaccata al terreno, scacciano via chi la insidia mentre un carnivoro mangia... cibo non  radicato al territorio e può allontanarsi senza tema di rimanere a digiuno! In definitiva, detto questo in maniera ironica ma non troppo, quello che si può rilevare da un'esperienza empirica è che sia proprio il non mangiare carne che rende aggressivi! Non sarà un caso che i leoni passino 21h al giorno dormendo e molto difficilmente litigano tra loro mentre molti animali vegetariani passano gran parte dalla giornata a scornarsi.
  • La carne intossica e fa male, il grasso ancor di più - Ah, sì? E allora com'è che il digiuno è universalmente ritenuto disintossicante? Eppure durante il digiuno, l'organismo sopravvive utilizzando le sue scorte di grasso animale, non certo depositi vegetali! Se Madre Natura ha previsto così per tutti gli animali, non solo per i carnivori, qualche motivo ci sarà.
*) è vero che moltissimi animali utilizzano alcune tecnologie rudimentali (termiti, api, vespe, primati, castori, volpi, orsi, uccelli, ecc.) e si allestiscono tane e nidi ma nessuno di loro si costruisce utensili da portarsi appresso con l'intento di utilizzarli per progetti futuri: questa è una prerogativa esclusivamente umana.

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