Splendida
dimostrazione al Palio di Siena, di come un dissenso pacifico ma fermo
può cambiare il mondo, o almeno il proprio destino rimanendo comunque
d'esempio ai posteri.
Il
cavallo Tornasol - il cui nome appare assai simbolico - si è
semplicemente rifiutato ad oltranza di schierarsi per la corsa fino a
che la piazza, dopo oltre un'ora di tentativi trasmessi in diretta TV,
si è decisa di fare a meno di lui e dare l'avvio alla cosiddetta
"carriera" con i rimanenti 9 equipaggi.
Bartleby lo Scrivano,
nell'omonimo romanzo di Melville, oppose la sua resistenza passiva fino
a lasciarsi morire - e non è detto che stessa sorte non tocchi anche al
cavallo dissidente - ed in questi tempi molti italiani spremuti fino
all'osso dallo Stato e dalle sue Agenzie delle Uscite (dal nostro punto
di vista) non trovano miglior forma di protesta che porre termine alla
propria vita dirottando e quindi
sprecando contro loro stessi tutta la
loro energia difensiva.
Sono
circa 4000 all'anno gli italiani che evadono dalla loro disperazione
uccidendosi e ciò nonostante, ancora nessun politico - tra quelli che
hanno pianificato e realizzato l'attuale crisi - è stato perseguito
giudizialmente per istigazione al suicidio.
Un
suicidio è sempre un dramma ma appare ancor più triste quando vittime
di loro stesse sono persone che avrebbero potuto indirizzare la loro
reazione verso i responsabili dei loro mali, col risultato, almeno, di
preservare il prossimo da una sorte simile alla loro.
Pronta, sagace e pertinente come sempre, la vignetta di Alfio Krancic dedicata al vincitore del Palio della Dissidenza: