lunedì 11 giugno 2012

Primo impiego stabile per delle vetture ad aria compressa

Guy Negre tra le sue vetturette

Una tecnologia che potrebbe essere applicata anche a furgoni, autobus, taxi e barche.

<< Da giugno, questa vettura ad impatto zero sarà usata ne l'aeroporto Schiphol di Amsterdam in sostituzione delle auto elettriche di servizio. [...] Prodotta a Carros, una piccola città francese vicino a Nizza, l'Airpod appartiene alla Motor Development International (MDI), azienda che produce veicoli ecologici.
Il progettista è l’ingegnere francese Guy Negre, una volta nella Formula 1 e oggi Ceo della “Motor Development International” (MDI), che ne spiega i vantaggi. “Oltre all’uso della vetroresina, che fa guadagnare molto in termini di peso, sul rapporto qualità/prezzo la vettura ad aria compressa non ha concorrenti nemmeno tra le altre auto ecologiche. Rispetto alle macchine elettriche, questi veicoli costano molte meno, non hanno bisogno di dispendiose batterie da cambiare ogni 5 anni e si ricaricano in un attimo”.
Negre lavora a questo progetto da circa 13 anni ed è convinto che le auto ad aria compressa potrebbero migliorare la qualità della vita in città per la conseguente diminuzione delle emissioni nocive per la salute. Parere favorevole arriva anche da un esperto di motori che scrive sul quotidiano londinese Guardian che ne ha provato un prototipo. L’Airpod, al posto del volante ha un joystick, misura circa due metri, e raggiunge i 70 km orari. Il prezzo? Circa 3500 euro. Con una ricarica d’aria compressa del prezzo di un euro riesce a percorre più di 200 chilometri. Obiettivo della casa produttrice è presentare sul mercato, modelli nuovi, più grandi e potenti che dovrebbero raggiungere persino i 110 km/orari, avere 4 ruote e 5 porte e adatti alle grandi distanze. I modelli più piccoli, invece, avranno tre ruote e ospiteranno al massimo tre persone. >>

All'articolo di cui sopra, ripreso da IlFattaccio, bisogna aggiungere alcune delle considerazioni già espresse a suo tempo per i veicoli mossi da motori elettrici.
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La differenza energetica sostanziale tra un motore termico, uno elettrico ed uno ad aria compressa consiste nel fatto che il primo necessita di una determinata scorta di risorse energetiche non rinnovabili sotto forma di carburanti o combustibili (alcoli, gas e benzine sono propriamente carburanti; oli e gasoli sono combustibili) mentre gli altri due si avvalgono, ciascuno dei quali con un metodo diverso, di un vettore energetico.
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Questo significa che i motori termici producono inquinamento atmosferico durante il funzionamento mentre tutti i motori che utilizzano una forma di energia prodotta al di fuori del motore stesso, sono indirettamente responsabili o meno di un impatto ambientale negativo a seconda del metodo di produzione (e di trasporto) dell'energia stessa.
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In virtù di questo, è possibile valutare l'impatto globale di ogni tecnologia propulsiva solo se si considerano tutti gli effetti a partire da reperimento e trattamento della risorsa energetica oppure da produzione e trasporto di energia.
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Che un veicolo dotato di un motore non termico non produca alcun inquinamento atmosferico durante il funzionamento è pacifico ma bisogna stare attenti a non... nascondere la spazzatura sotto al tappeto perché per sapere se a livello globale stiamo realmente inquinando poco o nulla, dobbiamo essere certi che l'energia prodotta in altro loco e poi trasportata al motore non sia ottenuta, a sua volta, con metodi altamente inquinanti come l'energia nucleare tradizionale oppure con una centrale a combustibili fossili. Per di più, come evidenziato nel vecchio articolo di heymotard.it riguardante i motori elettrici, durante il trasporto, l'energia elettrica subisce una dispersione media del 30% di cui è necessario tenere conto nella valutazione dell'impatto globale. Questa valutazione incide anche per quanto riguarda i motori ad aria compressa in quanto questo secondo metodo di accumulo d'energia rappresenta nella maggioranza delle situazioni solo un'ulteriore trasformazione di energia prodotta altrove da un motore elettrico o addirittura da uno a combustione.
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Quindi ok per i veicoli ad aria compressa e per quelli elettrici: attrezziamo pure le nostre autorimesse e le nostre città con colonnine e stazioni di ricarica ma stiamo molto attenti a come viene prodotta l'energia che utilizziamo!
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Ecco un servizio dedicato ad una versione sperimentale, che risale allo scorso anno, della rivoluzionaria autovettura:


articolo già pubblicato su heymotard.it