Da che io ricordi, nelle programmazioni estive della televisione, i palinsesti vengono riempiti con materiale d'archivio in modo da poter mandare avanti la baracca col poco personale che non è andato in ferie.
Non è per questo motivo che mi trovo nuovamente a disquisire su di un mio vecchio articolo, visto che negli ultimi tempi le mie pubblicazioni sono diventate più frequenti del solito: basta dare un'occhiata all'Archivio nella colonna a fianco di questa.
No, si tratta invece di un'altra riesumazione ad opera di terzi.
In questo caso non si tratta di deliri disinformativi provenienti da stolti debunkers ma della rispettabile opinione di un utente del forum sul quale mi piaceva scrivere qualche anno fa: si tratta del Motoclub Tingavert ancor oggi
riportato nell'elenco dei link consigliati.
riportato nell'elenco dei link consigliati.
Ma siccome ho perso le chiavi d'accesso ed una mia replica sarebbe stata fuori tema nell'ambito dell'argomento trattato, preferisco replicare in questa sede alle osservazioni che mi sono state fatte.
Lo screenshot del post è questo:
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La critica muove principalmente su di un rilievo statistico che, come succede spesso in questo ambito, è corretto dal punto di vista del calcolo ma parte da un presupposto sbagliato o del tutto arbitrario ed è questo che mi preme rimarcare: la mia non è una replica per avere ragione perché in realtà nessuna delle due opinioni è pienamente dimostrabile se non si verifica il dato di partenza (l'effettiva percentuale di guidatori oltre il tasso alcolemico consentito).
Quello che voglio porre in evidenza è come si possano interpretare delle statistiche in base ai propri convincimenti personali.
Innanzitutto, l'utente anzi un admin che critica la mia posizione afferma di essere già scettico in partenza e questo non è mai un approccio corretto per analizzare serenamente un fatto: lo scetticismo è l'anticamera della fede e se uno si dimostra scettico vuol dire che ha un'opinione preconcetta che non è disposto a cambiare.
Ma ammettiamo che non sia così, del resto tutti noi ci formiamo delle opinioni e l'onestà intellettuale impone che rimangano sensibili ed influenzabili da nuovi dati o considerazioni.
L'osservazione che fa è corretta ma funziona, ribaltando il suo punto di vista, solo nel caso la sua premessa sia verificata.
Ma soprattutto, gli è sfuggito che le percentuali che ho suggerito riguardano solo coloro che provocano incidenti gravi perché in generale, non solo la percentuale di incidenti generici in cui gli attori sono stati trovati positivi all'alcool test è nettamente inferiore al 30% ma non è quasi mai attribuibile con certezza allo stato di alterazione (eventualmente) provocato dall'alcool.
Non è un caso che dal 2009 l'ISTAT abbia cessato di fornire i dati relativi agli incidenti legati all'alterazione psico-fisica del conducente, in quanto i numeri erano troppo esigui per costituire rilievo statistico.
E' vero invece che con l'introduzione dell'alcool-test obbligatorio in caso d'incidente salti fuori il dato del 30% di tassi alcolici superati ma questo dato può essere benissimo relativo a tutti i conducenti, non solo a quelli che provocano incidenti!
Quindi attenzione nelle estrapolazioni statistiche anche quando si è perfettamente capaci di eseguire un calcolo proporzionale!
Anche col senno di poi, rimarco la validità del mio articolo sull'acool e la sicurezza alla guida che, leggendolo bene, intendeva più porre dubbi che individuare certezze, di queste ultime ne abbiamo anche troppe e sono queste che portano ai contrasti: i dubbi uniscono la gente, le certezze la dividono.
Meditate gente, meditate...
Articolo di riferimento: