giovedì 13 ottobre 2016

L'ossimoro quotidiano


L'ossessione della mia compagna per le inevitabili gocce d'acqua che lascio ogni mattina in giro per il bagno, la porta a dotare tutti gli accessori potenzialmente umidi di un appoggio assorbente o di un contenitore impermeabile. Tra questi ultimi, ne spicca uno - manifestamente arrangiato - sul quale spicca una scritta che, per quanto mi fa pensare, non posso fare a meno di leggere ogni mattina.
La dicitura è:
 | Pesto alla Genovese SENZA AGLIO |
Ora, non vi può essere alcun dubbio sul fatto che la scritta denunci con chiarezza il contenuto di pesto alla genovese privato dell'aglio, a vantaggio di
quella schiera sempre più folta di umanità allergica o intollerante a qualche alimento, ma il dubbio è un altro: è lecito definire "pesto alla genovese" un preparato a cui manca uno dei suoi componenti di base?
In altri termini, a rigor di logica, se tale preparazione prevede istituzionalmente l'impiego dell'aglio - che per il suo impatto nelle ricette non può neanche essere considerato un ingrediente secondario - la sua assenza dovrebbe essere sufficiente per far decadere l'identificazione di un pesto alla genovese!
Insomma, un ossimoro degno della recente "frenetica immobilità" di cui l'ineletto Renzi ha tacciato il resto della Comunità Europea, facendo finta d'ignorare (oppure è un autentico ignorantello, come sostiene Amalia Signorelli) che  la funzione istituzionale dell'Europa Unita non è certo quella di attivarsi nell'interesse dei Paesi membri, a parte qualche eccezione.

La considerazione sugli ossimori, riveste in realtà un problema superato a prescindere, perché l'intelligenza umana è capace di travalicare quesiti logici come questi ma lo stesso dubbio potrebbe bloccare un'intelligenza artificiale - ad esempio quella di un motore di ricerca - non adeguatamente programmata per risolvere in automatico simili dilemmi. Tuttavia, la cosa può suggerire spunti di riflessione...

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Ieri sera, il canale Rai5 ha trasmesso un'intera esibizione, risalente al 2014, di ciò che resta della più importante band "meridionale" americana: i Lynyrd Skynyrd (come indicato sul loro primo disco, si pronuncia [più o meno, N.d.R.] "lenerd skinerd"). Si trattava di una band fortemente legata al suo territorio d'origine: l'Alabama.
Nel 1970, nel suo celebre album After The Gold Rush, Neil Young inserì un brano che diventò tra i suoi più importanti ed eseguiti: Southern Man che, dal suo punto di vista nordico, criticava usi e costumi della gente del sud degli USA, con particolare riferimento ai diffusi sentimenti razzisti.
Il brano è orecchiabile e trascinante nei limiti della voce lagnante tipica dell'artista canadese anche se ben supportata dal suo modo hendrixiano di suonare la chitarra. 
Quattro anni dopo, gli Skynyrd se ne uscirono con la loro canzone più famosa, intitolata non a caso Sweet Home Alabama, nel cui testo facevano per ben due volte esplicito riferimento a Young sostenendo, di rimando alla sua canzone, che l'Alabama era quello che era, diverso da altri Stati americani, e che non avevano bisogno del suo giudizio.

Dodge Charger - 1969
Sweet Home da allora in poi non caratterizzò solo i suoi autori ma il modo di essere un'intera nazione, tanto che ne aveva colto l'essenza nel suo testo, e diventò un vero inno identitario di una regione in cui i valori confederati erano ancora fortemente radicati e non certo a caso, i loghi utilizzati dal gruppo riportavano esclusivamente la bandiera utilizzata dai sudisti durante le guerre di secessione: quella disegnata, per intenderci, sul tetto della "General Lee" della fortunata serie Hazzard.

La formazione originaria dei Lynyrd Skynyrd subì una vera mutilazione appena tre anni dopo, nel 1977, in seguito ad un incidente aereo in cui persero la vita tre dei suoi componenti tra i quali proprio il cantante principale autore dei testi. La band fu sciolta di conseguenza ma a partire da una decina di anni dopo, i suoi reduci dettero vita ad una reunion che ha continuato ad esibirsi con lo stesso nome.
Stevie Ray Vaughan
Nella storia del rock non sono infrequenti casi del genere visto il tipo di vita "spericolata" ed errante che i suoi esponenti spesso conducevano: molti di loro sono morti infatti a causa dello smodato uso di droghe ma anche in incidenti stradali ed aeronautici. Di questi ultimi morirono ad esempio Buddy Holly e Ritchie Valens (insieme sullo stesso volo) e molto più di recente Stevie Ray Vaughan (che aveva occupato un posto destinato ad Eric Clapton).

Alcune band, una volta private di un loro elemento per cause non volute, si sono sciolte mentre altre hanno deciso di continuare offrendo in genere un'immagine poco brillante ed apprezzata.
Ad esempio: come qualificare The Doors dopo la dipartita di Jim Morrison? Una discreta band di bravi professionisti ma non certo "i Doors" a cui si fa normalmente riferimento.
Molto più decorosa la scelta di gruppi come i Led Zeppelin che nonostante gli enormi interessi in gioco, non ci pensarono un momento per sciogliersi dopo la morte inattesa del loro batterista John Bonham. Con questo, l'attività artistica dei tre superstiti non si fermò di certo ed insieme presenziarono anche qualche giustificata reunion con alla batteria Phil Collins e poi lo stesso figlio di John Bonham ma quando andarono a presenziare il tributo dedicato alla loro band, alla presenza del Presidente Obama, erano solo tre dei componenti ancora viventi dei Led Zeppelin, non "i Led Zeppelin".

Diversamente, ci sono stati gruppi come i Pink Floyd ed i Rolling Stones che hanno perso uno dei loro componenti nella loro fase iniziale, prima di consolidarsi come icone musicali, per cui la loro identità di band è riconosciuta come quella residua più che come quella iniziale.
Tornando agli Skynyrd, quello che mi ha fatto specie ieri sera - e solo in base questo, avrei dovuto pubblicare il presente articolo nel blog gemello I Truffatori (ma poi ci ho ripensato perché solo qui ho parlato altre volte di musica) - è che i nuovi Lynyrd Skynyrd hanno suonato e cantato molto bene, da veri professionisti come nel caso dei Doors senza Morrison, e per questo motivo mi sono intrattenuto ad ascoltarli nonostante la tarda ora. Ciò nonostante, durante la visione - più che l'ascolto -  mi pareva che ci fosse qualche nota stonata... .
La sensazione negativa non proveniva infatti da ciò che sentivo ma da quello che vedevo: la bandiera americana stars&stripes sormontata da un teschio dipinta sul fianco del pianoforte, due altre bandiere USA pendenti dall'asta del microfono del cantante (di cui una in buono stato e l'altra bisunta e sdrucita al punto di risultare semitrasparente), un'ultima identica campeggiante in verticale (in modo da poter essere più grande) sulla schiena del cantante con la scritta per esteso "Lynyrd Skynird - United States of America".
Come se non fosse abbastanza, l'acronimo USA applicato, sempre in verticale, sullo stesso gilet ma dalla parte anteriore.

L'ipocrita linea del Politically Correct ha colpito quindi anche un'icona del rock come l'ex "marchio di fabbrica" dei Lynyrd Skynird che perde la sua connotazione peculiare nel momento stesso in cui non s'identifica più con la bandiera confederata! Non bastava che il gruppo fosse solo l'avanzo di ciò che era in origine. Non è che quell'aereo fu "silurato" come tanti altri che trasportavano personaggi scomodi?
Nella rientro sul palco, il gruppo ha finalmente eseguito quella Sweet Home Alabama che il pubblico - formato ovviamente in prevalenza da sessantenni e da loro figli - aspettava come pezzo forte della serata. Solo in questa occasione, la bandiera istituzionale stelle e strisce (di sangue) più nuova delle due pendenti dall'asta, è stata sostituita da quella confederata, ostentata dal cantante durante l'esibizione ma poi subito riposta nel dimenticatoio della storia. A quel punto era mezzanotte e non ho più ritenuto moralmente accettabile continuare a seguire quell'esibizione inquinata com'era da una propaganda così esplicita, neanche subliminale.