- Aggiornato con un link il giorno 13/01/2017 -
Uno degli aspetti che stanno condizionando in peggio la nostra epoca è l'adesione incondizionata al Pensiero Unico da parte di tutti i suoi sudditi.
Esso induce ad assimilare ed a mai più mettere in
discussione una morale ed una scala di valori imposta dall'alto,
concepita manifestamente ed indiscutibilmente allo scopo di rendere
"immorale", eticamente discutibile o politicamente scorretta qualsiasi
rivendicazione di libertà o autonomia intellettuale permettendo, in tal
modo, il progressivo restringimento dello "spazio di manovra"
individuale in osservanza di una fantomatica serie di diritti
collettivi.
Ma è evidente che la cosa non può funzionare se si
ammette che le masse siano formate da individui, anche se all'atto
pratico non è esattamente così.
Tipico dello schiavo inconsapevole è difendere a spada tratta e con tutta la violenza possibile i diritti... del suo padrone.
Le
ideologie vincenti vanno poi a formare la morale quindi il codice etico
di un gruppo umano cioè di una nazione, "ciò che è giusto e ciò che è
sbagliato" ed anche un marchio d'infamia da invocare ed apporre su
qualsiasi considerazione intellettuale prescinda dai dogmi imposti.
Dopo
la sconfitta storica del fascismo (notizia ancora non recepita dagli
stolidi "antifascisti" del XXI secolo) la semplice collocazione "a
destra" di un'idea o di un programma sono sufficienti a far storcere il
naso alle masse benpensanti il Pensiero Unico. Non è certo un caso che
il Sistema neoliberista abbia ottenuto i suoi maggiori successi
ultracapitalistici avvalendosi di forze politiche sedicenti "di
sinistra": i medesimi programmi, ove proposti e portati avanti da una
"destra", non avrebbero mai ottenuto sufficiente "consenso" popolare.
Ho
virgolettato il termine "consenso" perché le masse non sono in realtà
in grado di esprimere consensi ma solo passive accettazioni.
Sarebbe quindi ora di discostarsi dall'insensata classificazione delle idee e dei fatti su cui s'interrogava il "sinistro" Nanni Moretti nel suo film Io sono un autarchico e, con maggior leggerezza, il più anarchico Giorgio Gaber nella sua celebre canzone Destra-Sinistra (non sono sicuro che questo sia il suo vero titolo ma ci siamo capiti, inserirò a margine uno dei più recenti video del brano).
La violenza con cui determinati pseudo-valori vengono difesi da determinati gruppi umani dovrebbe far pensare.
Vi
risulta possibile mettere in discussione - nel senso semplicemente di
correggerne l'accezione - con dei rispettivi "attivisti", concetti come
l'animalismo, il femminismo, il razzismo, la tolleranza, ecc.?
Sono
tutti termini questi che sono stati svuotati del loro significato
originale e vengono usati oggi unicamente nella loro accezione allineata
e utile al Potere.
Confucio ci avvertiva che quando le
parole perdono senso, gli uomini perdono la libertà e possiamo aver
conferma quotidiana di quanto avesse ragione.
Ecco infatti che il
delicato e discutibile concetto di "razzismo" è stato trasformato in un
mero capo d'accusa, invocato il quale è molto difficile difendersi. Ad
esempio, al di là del fatto che la Giustizia appare applicata con
diversi pesi e misure a seconda della razza e l'etnia dei giudicati, in
Italia ci troviamo oggi all'assurdo che se un "italico" si permette di
giudicare l'operato di un negroide, invece d'indagare sulle effettive
responsabilità, si accusa il primo di razzismo e si è risolto il caso senza nemmeno analizzarlo. Questo è un
comportamento smaccatamente razzista spacciato per antirazzista eppure sta
diventando la norma.
Tempo fa c'è stato qualcuno che ha criticato - con le sue ragioni - l'operato o le idee della parlamentare italiana Kyenge
e ricordo bene che la reazione immediata fu un'accusa di
razzismo, agendo quindi in pieno regime di razzismo intellettuale,
basandosi sulla discriminazione razziale della politica di origini
africane invece che sul le sue azioni. Fossi in lei abbastanza
intelligente ed obiettiva, mi sarei offesa e considererei l'accusa di
ritorno - quella sì - "razzista" a tutti gli affetti. [Link ad un articolo esterno pubblicato un giorno dopo il presente post ma pertinente a quanto esternato nell'ultimo appunto]
Il principio Divide et Impera
è attivo a pieno regime nella società civile e nel riflesso che ne
costituisce internet, con l'aggravante che in rete, protetti da un
labile anonimato, la gente è più incline a scrivere ciò che pensa
realmente, senza i condizionamenti del politicamente corretto o
dell'approvazione generale. Non a caso, Oscar Wilde sosteneva che basta fornire una maschera ad un uomo perché dica spontaneamente la verità.
Nelle
discussioni in rete, nonché in società, si può constatare facilmente
che sia la violenza verbale che quella fisica caratterizzano
maggiormente chi si erge a paladino dei diritti e del rispetto
reciproco: animalisti, vegani, sostenitori della demenziale ideologia
gender, vetero femministe, vetero comunisti (se esistono ancora
antifascisti, figuriamoci quando potranno mai sparire questi due gruppi), religiosi di qualsiasi
confessione (anche se ora pare che solo gli islamici siano
intolleranti), ecc. ecc.
In un Paese che ha regolamentato la
caccia con uno dei codici più restrittivi del mondo, relegandone tra
l'altro la pratica a soli 5 giorni alla settimana - e massimo 3 per ogni
cacciatore - nell'ambito di meno di 5 mesi all'anno ulteriormente
limitati per specie animale, c'è chi si prende la briga ed il rischio di
partire da casa per andare miratamente a disturbare i cacciatori a
caccia!
E pensare che stiamo parlando di una pratica connaturata
all'essere umano, un diritto che dovrebbe essere considerato
inalienabile, e lo sostengo io che a caccia non ci vado.
La
pochezza intellettuale di chi prende iniziative del genere (non so
quanto legali anche se inconcepibilmente non perseguite) è resa evidente
dal fatto che magari molti di loro sono avvezzi al consumo di carne
provenienti da allevamenti (dove sì che gli animali vengono
sistematicamente torturati per tutta la loro breve vita ed uccisi spesso
in maniera dolorosa) e la stragrande maggioranza non si pone il
"problema" della pesca, immaginando forse che i pesci, in quanto muti,
soffrano meno dei mammiferi terrestri. E' la stessa logica che porta a non prendere in considerazione le sofferenze di coloro ai quali vengono espiantati gli organi senza alcuna anestesia ed ovviamente, a causa dell'espianto muoiono.
C'è ancora chi cala
i crostacei vivi nell'acqua bollente quando molti cuochi sostengono che
da questa spietata pratica non ne deriva alcun vantaggio gustativo ma i
sedicenti animalisti sono contrari alla morte - rapida e meno dolorosa
possibile - inflitta da un cacciatore, perfettamente in linea col
comportamento della maggioranza degli esseri viventi sia da prede che da
cacciatori (perché a livello di catena alimentare, è vero che ci
troviamo all'apice ma solo quando ci avvaliamo di tecnologia venatoria e
difensiva, altrimenti siamo prede naturali anche noi, per i carnivori
più grossi).
La principale conseguenza del Pensiero
Unico è costituita infatti dalla secolarizzazione dell'ipocrisia,
trasformata ormai in un'accusa, svuotata del tutto del suo significato
originario.
Gaber Destra Sinistra