mercoledì 28 settembre 2016

Il governo svizzero lavora per la Svizzera, e il nostro?


L'interrogativo posto nel titolo sembra una domanda retorica ma non è così: basta apprezzare come si siano comportati gli ultimi tre governi tecnici che hanno afflitto e stanno affliggendo il nostro Paese con la loro politica mirata alla distruzione dello Stato sociale, dell'economia produttiva e della classe media.

Al contrario del nostro, il governo svizzero infatti ha preso recentemente un provvedimento a protezione del suo popolo impedendo l'utilizzo del burqa per le donne islamiche presenti sul suo territorio. Di questi tempi, è un provvedimento dovuto per garantire la sicurezza pubblica e, in seconda istanza, per porre un freno all'assoggettamento formale a cui si sta prestando l'Europa intera ad una cultura, quella islamica, che non ha alcun diritto di
prevalere sulla nostra. Può essere ben accetta - come tutte le altre culture del mondo - a patto che rispetti e non cerchi di cambiare a suo piacimento le nostre regole di vita. Un semplice principio di reciprocità in base al quale se noi andiamo in un Paese islamico ci sembra normalissimo adeguarci ai suoi dettami; allo stesso modo, se degli islamici mettono piede in un Paese laico di tradizione cattolico-cristiana come il nostro, è giusto ed è normale che dovranno essere loro ad adeguarsi ai nostri usi, a meno che non si tratti di popolazioni barbare che non hanno ancora raggiunto il nostro livello di civiltà, ovvero di rispetto. E non penso questo degli islamici in quanto tali.

Ma nel civile Paese subalpino si sta discutendo anche di un altra iniziativa appena sondata attraverso un referendum: quella, che dovrebbe essere sacrosanta, applicata e rispettata in ogni Paese a cominciare dall'Italia, di privilegiare i lavoratori locali nelle assunzioni ovvero di quelle persone che finanziano lo Stato con le loro tasse.
E smetterla, oppure ridurre fortemente il fenomeno, col pendolarismo frontaliero. I lavoratori italiani - s'incazzzino con tre "z" quanto vogliono - che dovessero perdere il loro lavoro in Svizzera andrebbero a loro volta privilegiati in un'assunzione di pari livello in Italia: nessuno ci perderebbe qualcosa e magari ci libereremmo anche di qualche sfaccendato o lavoratore estero che sfrutta in maniera truffaldina la nostra magnanimità.


Nota: mi rendo conto che sarebbe stato un articolo più adatto al blog I Truffatori ma, visto il recente sorpasso e la disponibilità di un paio di articoli già pronti per la pubblicazione, preferisco pubblicarlo qui anche perché in parte riguarda un tema affine al motorismo: il traffico generato dal pendolarismo - contro cui questo blog si è sempre battuto in base a presupposti ecologisti ed esistenziali - quale effetto collaterale di un sistema economico sbagliato, impostato unicamente sul profitto materiale e non sul benessere universale.